Elezioni amministrative 2019. In queste settimane Albania News ha ampiamente dato spazio alla forte presenza di candidati di origine albanese alle ormai imminenti comunali ed alla presenza di Gerarta Ballo nella Circoscrizione Sud alle europee. Oggi vi presentiamo Borana Tartari, candidata a Bergamo, con la Lista del Partito Democratico con Giorgio Gori sindaco. Sposata e mamma di due piccoli bimbi, vive a Bergamo dal 2005.
Sono Borana Tartari. Ho 32 anni e sono nata a Tirana. Sono sposata, sono mamma di Christian (3 anni e mezzo )e Amla Sophie (10 mesi).
Ricopro l’incarico di segretaria presso l’Associazione Sconfinando e svolgo il lavoro di mediatore culturale di lingua albanese, inglese e spagnolo presso diverse istituzioni e nel Carcere di Bergamo.
Sono candidata della lista del Partito Democratico di Bergamo per il secondo mandato del Sindaco Giorgio Gori, contro Giacomo Stucchi.
Intervista a Borana Tartari
1. Qual è la tua proposta all’interno del programma della lista
Il partito Democratico come partito principale della coalizione è stato molto attento e dettagliato nel proporre un programma e un metodo di lavoro fatto di partecipazione, ascolto, comprensione e decisione.
La mia proposta nel programma è stata: per una Bergamo sempre più attenta riguardo le nuove politiche di inclusione sociale e di cultura delle differenze.
2. In caso di vincita cosa pensi di proporre di innovativo per tutta la cittadinanza?
L’innovazione più grande sarà sicuramente in primis, l’adesione per la prima volta di una neo cittadina nella partecipazione politica della città di Bergamo.
Inoltre, costituisce una mia prerogativa quella di istituire un gruppo, una piccola commissione all’esterno del Consiglio Comunale, fatta di neo cittadini ma non solo, anche di cittadini stranieri della città, con i quali discutere le proposte legislative e anche i problemi ed i bisogni effettivi di questa parte di cittadinanza, per iniziare in questo modo a sensibilizzare i cittadini riguardo l’importanza della partecipazione nella vita civica e politica della propria città.
3. Secondo te perché ti dovranno votare?
Secondo me, mi dovranno votare per quello che sono e per il percorso personale che ho dentro, sia una storia esempio d’integrazione, ma anche per quello che ho dato alla comunità di Bergamo. In particolar modo, per tutto quello che ho ancora da dare.
Bergamo mi ha insegnato degli aspetti straordinari che sono diventati il mio punto di forza.
La città mi ha insegnato la sua parte caritatevole, regalando luce e speranza ai posti più difficili e bui, ma al contempo Bergamo ha anche un lato un po’ chiuso, fatto di paure che vorrei tanto, grazie al mio contributo ed a quello di una buona cittadinanza, cambiare attraverso una buona integrazione fatta di conoscenza e rispetto delle regole.
4. Essere in possesso di una doppia cittadinanza, appartenere a più culture e parlare più lingue è un punto di vantaggio o svantaggio secondo te e perché?
Assolutamente un punto di vantaggio e di ricchezza. Appartenere a due culture diverse ti aiuta ad esaminare in modo critico diverse situazioni e di conseguenza, di trovare una soluzione o una via d’uscita in modo molto più semplice.
5. Sei di origine albanese. Cos’è l’Albania per te?
L’Albania per me è la mia terra, il mio orgoglio. La mia identità.
Essere albanese per me è un motivo di forza davanti ad ogni sfida, per me essere albanese significa essere figlia di un popolo coraggioso, ma che non ha mai attaccato nessun vicino, anzi si è dovuto sempre difendere.
Per me, essere albanese significa appartenere ad un popolo che nei tempi più bui, grazie al coraggio dei suoi figli ha protetto l’intero continente dalle insidie ottomane, ed è questa l’Albania che io porto nel cuore, nelle vene e che ho tanta voglia di raccontare attraverso il mio lavoro ed il mio esempio.
6. Cosa significa avere un nome straniero nella tua quotidianità?
Avere un nome straniero, per me non significa niente di negativo oppure imbarazzante (tranne quando devo fare lo spelling, perché viene pronunciato in modo sbagliato, spiegando poi amabilmente il significato del mio nome che nella mia terra nativa corrisponde alla “neve”).
Ho conosciuto tante persone che per non sentirsi “discriminati”, negavano di essere albanesi dicendosi “finti greci”. Questa è una cosa ingiustificabile, perché per sentirmi parte di una società, mi devo far conoscere e rispettare, non nascondere.
7. Sei abbastanza italiano per chi ti voterà?
Sono abbastanza cittadina della città di Bergamo per quelli che mi voteranno, sono una cittadina attiva che conosco bene molte realtà, non solo del mio quartiere, ma di tutta la città e questo è anche uno dei motivi per il quale mi sono messa in gioco.
8. Ci tieni ai sondaggi? Cosa dicono della lista in cui ti sei iscritta?
I sondaggi nei nostri tempi sono da prendere molto con le pinze, anche se riguardo la nostra coalizione, i sondaggi sono molto positivi.
9. Cosa significa essere integrati secondo te e quali sono le proposte da fare per migliorare le politiche che riguardano l’immigrazione?
Per me l’integrazione è un processo continuo alla pari, sia delle migrazioni delle popolazioni sforzate oppure volontari esse siano; tanti affermano che l’integrazione dei cittadini albanesi sia conclusa, perché noi stiamo avendo la possibilità di far parte nella politica attiva di partecipazione dei nostri luoghi di residenza, però visto la mia esperienza, penso che anche nel 2019 un cittadino albanese appena o da poco immigrato, ha bisogno di tutti gli strumenti necessari per iniziare il suo processo personale di aggregazione ed integrazione all’interno della società.
Le storie della partecipazione politica raccontate in questi giorni, di tanto o poco successo che esse siano, accompagnate dalla carica dei candidati albanesi in tutta Italia, sono un passo di qualità molto importante della nostra comunità. Oramai la nostra comunità non viene più etichettata come quella dei malviventi o delinquenti, però non per questo dobbiamo generalizzare il successo di uno, due o cento individui, con il processo fondamentale dell’integrazione che porta di conseguenza possibilità di pari opportunità.
10. Esiste una comunità albanese organizzata dove ti sei candidato/a? (tipo qualche associazione, una scuola, ecc). Quanti sono gli albanesi nella tua circoscrizione?
La comunità albanese nella città di Bergamo e provincia è molto numerosa ed organizzata. Secondo i dati Istat del primo gennaio 2018 si contavano 1000 albanesi residenti nella città di Bergamo e 11.350 in tutta la provincia.
Nella provincia di Bergamo l’associazione “Sconfinando”, della quale faccio parte, conta quasi 2.000 iscritti. Per il momento non c’è ancora una scuola albanese, però dal mio contatto quotidiano vedo che le seconde generazioni hanno una buona padronanza dell’abanese che sicuramente ha bisogno di essere perfezionato attraverso una scuola.
11. Non pensi che ti abbiano scelto solamente per attingere i voti della tua comunità?
Io non posso negare che in questo momento storico, la doppia cittadinanza degli stranieri ha girato l’attenzione delle forze politiche verso di noi (basti pensare come delle forze politiche, quali Lega Nord, Forza Italia, Forza Nuova hanno attirato nelle loro liste dei cittadini stranieri), però nel mio percorso, la mia collaborazione con le diverse istituzioni è iniziata e ha proseguito con una collaborazione stretta e sempre più volta all’aiuto dei cittadini e questo è avvenuto molto primo della mia cittadinanza.
12. Cosa hai da dire agli altri candidati di origine albanese che concorrono in altre liste?
Per me, vedere così tanti candidati di origine albanese nelle liste non solo in Italia, ma in tutta Europa, è un motivo di vanto e orgoglio. Auguro a tutti di rimanere soddisfatti da questa esperienza (anche se forse non tutti usciranno vincitori) e di tenere sempre nel cuore quell’umiltà che ci ha fatto arrivare dove siamo oggi. Tutto ciò, insieme alle nostre capacità, sarà per noi una marcia in più.
13. Vuoi aggiungere qualcosa o dire altro che ritieni importante?
Colgo l’occasione per ringraziare Albania News per l’appoggio che ha offerto a tutti i candidati albanesi in modo equo e professionale durante questo periodo, invitare tutti i cittadini albanesi ad esprimere le loro preferenze attraverso il diritto ed il dovere del voto e soprattutto a tutti i miei connazionali a Bergamo, di ricordarsi il 26 maggio.
Di andare alle urne e votare, per avere così l’opportunità di far parte tutti insieme alla partecipazione della nostra città, con la stessa unità e collaborazione che abbiamo esercitato in questi anni davanti alle problematiche e difficoltà di uno e dell’altro.
Per me, la buona politica parte dal basso, ascoltando tutti, individuando la soluzione nei confronti dei più deboli e di chi ha bisogno e questa è una lezione che ho imparato a Bergamo, come frutto della mia integrazione. A Bergamo, politici, onorevoli, deputati, Presidenti del Consiglio Comunale fanno politica stando vicino ai cittadini, risolvendo i loro problemi e non raccontando come si dovrebbe fare, come i politici della mia terra nativa sono solitamente abituati a fare.
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