Jozef Gjura, il nipote di Lin Delija è candidato nelle elezioni amministrative 2019 a Vercelli
“Appartenere a più culture ti rende libero dal germe del razzismo perché capisci che non ci sono differenze sostanziali. Io vedo il mare dove gli altri vedono un muro”
Il prossimo 26 maggio, in contemporanea con le elezioni europee, si terranno le elezioni amministrative italiane. Ci siamo attivati a trovare i candidati di origine albanese che potete consultare qui
Vi abbbiamo già presentato i primi tre candidati, Admir Toto, Uljana Gazidede e Arli Dervishi. Oggi vi presentiamo il quarto candidato, Jozef Gjura, nato a Scutari, Albania.
“Sono nato a Scutari nel 1994 sono attore diplomato, attualmente lavoro in teatro ma ho avuto esperienze anche nel cinema, nella televisione e nella moda. Sono candidato con la lista Vercelli con Maura Forte.
È una lista civica che sostiene il sindaco uscente di centrosinistra. In questi anni il sindaco Forte ha dimostrato un’ottima gestione dei fondi pubblici, risanando con difficoltà un buco nel bilancio di 16 milioni lasciato dalla precedente amministrazione, avvalendosi di una maggioranza composta da un solo consigliere, senza nulla togliere alla cultura e alle politiche sociali.
La città ha avuto una notevole crescita culturale, la stagione di prosa del Teatro Civico è migliorata e il numero dei turisti in città è salito notevolmente. Sono stati fatti diversi eventi culturali con la speranza che i cittadini si risvegliassero dal torpore favorito dalla precedente amministrazione.
Secondo dati Istat, a Vercelli è in aumento il mercato del lavoro e quello immobiliare favorito da diverse aziende che hanno scelto la nostra città come base.”
Intervista a Jozef Gjura
“Adesso Gjura che indietro non si torna”
1. Qual è la tua proposta all’interno del programma della lista Vercelli con Maura Forte
Con il sindaco Maura Forte ho discusso di due importanti progetti che combaciano perfettamente con quello che vorrei fare. Il primo è la realizzazione di una Scuola per FilmMaker con attività di formazione per le diverse professioni che interessano il cinema, cioè corsi di regia, sceneggiatura, montaggio e recitazione che andrebbero a creare un polo formativo tutto da realizzare.
È un progetto ambizioso per una città che valorizza la promozione culturale offrendo ai giovani opportunità di crescita. La mia formazione e la mia professionalità mi permetteranno di contribuire sia a livello progettuale che di realizzazione delle attività. Si può prendere come modello l’accademia da cui sono uscito, dove le selezioni vengono fatte su base triennale creando così un solo gruppo classe che viene ben seguito da tutti gli insegnanti per tre anni; facendo così contieni anche il numero di diplomati in base alle richieste del mercato. E aggiungo che per azioni formative del genere ci sono anche i fondi dell’UE.
Il secondo progetto è la rivalutazione delle periferie e creare una decentralizzazione della vita culturale e notturna. Vercelli ha molte strutture abbandonate tra cui l’Ex Manicomio e due grandi Caserme di cui una già diventerà la nuova sede del tribunale. Il Mibac offre 25 milioni per la riqualificazione delle periferie e l’amministrazione Forte ha già in mano un progetto che può attingere da questo fondo non appena il Governo attuale a Roma lo sbloccherà.
2. Secondo te perché ti dovranno votare?
Tespi: Turismo, Emancipazione Culturale, Sport, Pianeta da salvare e Integrazione.
Voglio mettere a punto un sistema volto a integrare queste parole all’interno di un processo di sviluppo economico,
Vorrei iniziare mettendo in atto un piano di marketing e comunicazione per la città con lo scopo di far conoscere Vercelli ancora di più a livello nazionale e oltralpe per aumentare e variare il turismo vercellese. Si può iniziare con la produzione di materiale multimediale per sponsorizzare la città.
Voglio portare a Vercelli eventi unici quali rassegne teatrali, mostre d’arte e festival di cinema -come Cinemadamare che già ha fatto tappa a Vercelli grazie al sindaco Forte.
Sono un attore che sta lavorando in tutta Italia, posso tranquillamente contribuire mettendo a servizio della città le mie conoscenze e le mie esperienze.
Per fare ciò è utile riunire allo stesso tavolo teste che possano dare il loro contributo e io credo molto nella mia generazione; siamo formati, siamo intelligenti e abbiamo il mondo in mano, dobbiamo solo alimentare di più il nostro pensiero positivo e non farci limitare da come ci è stato lasciato in eredità il mondo.
Il poeta albanese Migjeni dice “Qeshu rini, qeshu, bota asht e jote”: ridi ragazzo, ridi, il mondo è tuo.
Il fattore ambiente mi sta molto a cuore. Si deve diminuire l’utilizzo di plastica nelle scuole, nel Comune stesso e in tutti gli uffici statali per iniziare così a dare il buon esempio.
Poi si possono fare diverse promesse ma se si vuole un reale cambiamento, questo deve partire da noi prima di tutto. Il problema è che le persone in fondo non vogliono cambiare perché il cambiamento comporta fatica, si pretende tutto subito e ci si lamenta sempre ma sono in pochi a fare davvero qualcosa per la comunità . Poi le persone sono insoddisfatte e frustrate per i loro insuccessi e danno la colpa agli altri.
Ci vuole un cambiamento radicale, un pensiero positivo e comunitario e bisogna eliminare il provincialismo a favore di un’emancipazione culturale. Bisogna far accettare il diverso, lo straniero, l’omosessuale.
Per alcuni di noi sono concetti accettati e difesi, ma l’ignoranza è ancora presente e va combattuta. Chi si vanta di essere razzista si vanta di essere ignorante ma ignorare è la cosa peggiore che un uomo possa fare.
L’ignoranza si combatte con la rivoluzione culturale, ogni cittadino dovrebbe esplorare il suo lato artistico. Non è banale, credetemi: l’arte salverà il mondo.
3. Essere in possesso di una doppia cittadinanza, appartenere a più culture e parlare più lingue è un punto di vantaggio o svantaggio secondo te e perché?
Quelli che davvero vogliono fare qualcosa sono pochi, molti lo fanno per interesse personale, io non sono tra questi. Mi sentirei colpevole se facessi politica solo per mio interesse e mi sembra di aver dato prova che i fatti ci sono.
Sono un ragazzo che ancora deve fare le sue esperienze in politica, gli elettori mi daranno l’opportunità di imparare. Poi se dovessi sbagliare farò tesoro delle parole di Becket: ho provato, ho fallito. Non importa, riproverò, fallirò meglio.
Inoltre votare me vuol dire dare il proprio appoggio ai giovani che si danno da fare e che investono il proprio tempo per il futuro di tutti.
4. Sei di origine albanese. Cos’è l’Albania per te?
Appartenere a più culture ti rende libero dal germe del razzismo perché capisci che non ci sono differenze sostanziali. Io vedo il mare dove gli altri vedono un muro.
Le mie origini mi fanno ricordare quanto è difficile essere considerato straniero, nessun albanese venuto in Italia dovrebbe dimenticarsi la tragedia di Otranto del venerdì santo del 1997.
5. Cosa significa avere un nome straniero nella tua quotidianità?
L’Albania per me è l’origine di tutto, la matrice con cui sono stato creato. È la terra del mio concepimento e della mia nascita. Sono le radici che ho indagato da quando sono bambino, nel senso che ho sempre sentito la necessità di ritornare in Albania e ho sempre avuto la necessità di farmi raccontare dai miei genitori la storia della mia terra.
Albania è anche la storia della mia famiglia, io sono nipote di Lin Delija. La famiglia di mio padre è stata perseguitata per tutti gli anni della dittatura, io non ho mai ignorato la loro storia tant’è che sto lavorando a un documentario sul passato della mia famiglia.
Per me l’Albania è fonte di ispirazione, non un luogo dove andare in vacanza. Insomma se oggi sono un attore e ho scelto questa via è soprattutto merito delle mie origini e di tutto ciò che ne consegue. L’Albania e il mio albero genealogico sono parte di ciò che sono.
6. Cosa significa essere integrati secondo te e quali sono le proposte da fare per migliorare le politiche che riguardano l’immigrazione?
Mi ricorda che sono straniero in patria, che il mio nome racconta una storia di ricerca e conquista dell’identità che in realtà accomuna tutti gli uomini sulla terra, solo che per alcuni non è un diritto ma una conquista. Però ogni volta agli sportelli è una fatica.
Devo sempre fare lo spelling e poi adesso rischio pure che m’annullano le schede perché magari qualcuno sbaglia a scrivere il mio cognome.
Infatti, caro elettore: G J U R A. Adesso Gjura. E non ti sbagli
7. Sei abbastanza italiano per chi ti voterà?
Sono più che italiano, sono italiano e albanese. E sono anche europeo. Ma poi le definizioni sono così importanti? definirsi spesso limita la personalità.
8. Ci tieni ai sondaggi? Cosa dicono della lista in cui ti sei iscritto?
No perché sono fuorvianti, in cabina elettorale sei da solo e non c’è sondaggio che tenga.
E’ una lista vincente, le persone che ne fanno parte sono persone genuine e valide che si impegnano per una causa e non si candidano solo per racimolare consensi.
9. Cosa significa essere integrati secondo te e quali sono le proposte da fare per migliorare le politiche che riguardano l’immigrazione?
Il termine stesso dà la definizione, le proposte di integrazione sono state già fatte: Il modello Riace, proposto da Mimmo Lucano è un ottimo punto da dove far partire un’integrazione volontaria. Anche il modello Bergamo che attraverso l’insegnamento della cultura italiana e l’inserimento nelle aziende porta gli immigrati all’integrazione.
Purtroppo però oggi la legge non tutela l’integrazione, non più. Ovviamente sarà momentaneo, finirà anche l’era Salvini perché non sta facendo niente sono bastati pochi mesi per vedere la sua incapacità di governare un paese.
Non si governa su Instagram.
Adottare il modello Riace sarebbe possibile a Vercelli perché anche la nostra città soffre da anni di un calo demografico, siamo pieni di edifici inutilizzati. L’integrazione è fondamentale per lo sviluppo economico.
Soprattutto bisogna capire che lo straniero non è la vera causa del nostro male; è solo un capro espiatorio utilizzato per disorientare lo sguardo degli elettori.
10. Noti qualche differenza tra i tuoi genitori e te nel modo in cui vivete l’Italia?
L’unica differenza è quella generazionale, uguale in tutte le famiglie. È proprio diversa la visione con cui affrontiamo il mondo. Dai genitori si impara molto però poi arriva il momento di staccarsene ed è lì che vedi la differenza.
Io voglio esplorare loro si vogliono difendere, io non cerco il lavoro fisso loro per me sì. Comunque sono molto grato ai miei genitori perché mi hanno spronato a provarci da sempre e non mi hanno mai messo i bastoni fra le ruote.
11. Esiste una comunità albanese organizzata dove ti sei candidato/a? (tipo qualche associazione, una scuola, ecc). Quanti sono gli albanesi nella tua circoscrizione?
Non c’è una comunità organizzata a Vercelli, siamo comunque in tanti: secondo il censimento gli albanesi sono la terza comunità straniera a Vercelli.
12. Non pensi che ti abbiano scelto solamente per attingere i voti della tua comunità?
Probabile ma io ho accettato perché candidarsi come consigliere è un inizio per poter realmente provare a cambiare l’ambiente in cui vivo ed è anche un’opportunità per portare i giovani ad interessarsi alla politica. La politica ci riguarda in prima persona.
13. Cosa hai da dire agli altri candidati di origine albanese che concorrono in altre liste?
Nulla di diverso rispetto a quello che ho da dire agli elettori. Però, a quelli che si sono candidati con la Lega mi sento di chiedergli: Perché?
14. Vuoi aggiungere qualcosa o dire altro che ritieni importante?
Vorrei appellarmi ai giovani, al loro senso civico: la politica ci riguarda obbligatoriamente, investire sul nostro futuro vuol dire interessarci alla politica, dobbiamo assumere un punto di vista sul mondo e coltivare una coscienza politica. non possiamo disinteressarci, oggi non abbiamo scuse.
Il cambiamento è graduale, dobbiamo lavorare con costanza e pazienza affinché qualcosa davvero cambi. Non perdiamo la speranza.