Il prossimo 26 maggio, in contemporanea con le elezioni europee, si terranno le elezioni amministrative italiane. Ci siamo attivati a trovare i candidati di origine albanese.
Vi abbbiamo già presentato i primi sette candidati, Admir Toto, Uljana Gazidede, Arli Dervishi , Jozef Gjura, Ina Dhimgjini, Ilda Beqo e Ben Kulli.
Oggi vi presentiamo l’ottavo candidato, Xheimina Dervishi, nata in Italia. Entrambi i suoi genitori sono di Kavajë, Albania.
Sono Xheimina, ho 19 anni e sono nata a Tradate, in provincia di Varese. Ho studiato lingue al Liceo Marie Curie di Tradate, ora invece studio filosofia all’Università degli Studi di Milano.
Sono candidata come consigliere comunale a Castiglione Olona con una lista civica dal nome “Più Castiglione”, con candidata sindaco l’architetto Francesca Porfiri.
La lista, essendo civica, non si riconosce in nessun partito e si presenta come assolutamente indipendente da essi, è formata da persone meravigliose, con un passato ricco di esperienze lavorative e di vita esemplari, che non faranno altro che colorire la vita pubblica di Castiglione Olona.
Intervista a Xheimina Dervishi
Albania per me è un porto sicuro
1. Qual è la tua proposta all’interno del programma della lista
Rivitalizzazione è la parola chiave. Penso che quello che essenzialmente manca oggi sia la vita e la voglia di fare e non solo nel mio comune.
2. In caso di vincita cosa pensi di proporre di innovativo per tutta la cittadinanza?
Il cambio di prospettiva, a volte vedere ciò che già esiste con occhi diversi e da punti di vista diversi è la cosa più innovativa che si possa fare.
3. Secondo te perché ti dovranno votare?
Perché non è vero che “i giovani non hanno voglia di fare niente”!
4. Essere in possesso di una doppia cittadinanza, appartenere a più culture e parlare più lingue è un punto di vantaggio o svantaggio secondo te e perché?
Mi sono sempre sentita fortunata per questo. Ho fatto il liceo linguistico e non nascondo che essere in possesso di due lingue madri mi ha aiutato un sacco, non ho mai avuto difficoltà nell’imparare una lingua straniera, conoscerne già una sin dalla nascita ti facilità di sicuro il lavoro.
5. Sei di origine albanese. Cos’è l’Albania per te?
Un porto sicuro. Nel senso che so che troverei sempre qualcuno pronto ad accogliermi, proprio come succede alle navi che approdano.
6. Cosa significa avere un nome straniero nella tua quotidianità?
Il mio nome mi piace da matti perché è unico e questo mi fa sentire speciale e poi mi è stato dato da mio zio e questo mi rende ancora più orgogliosa di possederlo. Non nascondo però che mi imbarazza un po’ quando viene sbagliata la pronuncia o la scrittura, ma capisco le difficoltà.
7. Sei abbastanza italiana per chi ti voterà?
Mi sento assolutamente italiana, forse fin troppo. Mi chiederei piuttosto se sono abbastanza albanese per gli albanesi.
8. Ci tieni ai sondaggi? Cosa dicono della lista in cui ti sei iscritto/a?
I sondaggi sono importanti, ma sicuramente non possiedono alcuna verità assoluta, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
9. Cosa significa essere integrati secondo te e quali sono le proposte da fare per migliorare le politiche che riguardano l’immigrazione?
L’integrazione non va pensata come una perdita della propria cultura e delle proprie radici per “vendersi agli altri”. Il passato e le origini di ciascuno rimangono ben integre anche in una condizione di integrazione.
Integrarsi significa piuttosto poter vivere in una situazione paritaria rispetto ai residenti originari, poter possedere dei servizi in grado di aiutare chi si trova in difficoltà e sentirsi sempre al sicuro e mai minacciati perché “diversi”.
Le politiche che riguardano l’immigrazione non esistono, è sempre stato trattato come un problema da risolvere, forse bisognerebbe iniziare col considerarlo diversamente.
10. Noti qualche differenza tra i tuoi genitori e te nel modo in cui vivete l’Italia?
Decisamente. Essendo nata in Italia ed essendoci cresciuta, ho avuto modo di poterla accogliere diversamente rispetto ai miei genitori. L’Italia è per me la culla della mia infanzia e la cultura della mia educazione, per miei genitori è stata luogo di rifugio, da cui ricominciare una nuova vita.
11. Di origini albanesi, ma quale è la tua lingua madre?
Non saprei distinguerle. Ho appreso subito sia l’italiano che l’albanese senza distinzioni. Sicuramente la lingua che mastico meglio è l’italiano.
12. Esiste una comunità albanese organizzata dove ti sei candidato/a? (tipo qualche associazione, una scuola, ecc). Quanti sono gli albanesi nella tua circoscrizione?
Nel mio comune ci sono moltissimi albanesi, ma non esiste una comunità organizzata, o sei completamente integrato o ti ghettizzi da solo.
13. Non pensi che ti abbiano scelto solamente per attingere i voti della tua comunità?
Ammetto di averlo pensato, ma sono certa di avere qualità migliori che possono essere sfruttate, piuttosto che una semplice doppia cittadinanza. E poi non sono molti gli albanesi votanti.
14. Cosa hai da dire agli altri candidati di origine albanese che concorrono in altre liste?
In bocca al lupo a tutti quanti! Auguro a ciascuno la vittoria, al di là del partito rappresentato, è un grande passo per tutti gli albanesi. Questa è la dimostrazione empirica che l’integrazione esiste ed è possibile, se non funzionale per i propri comuni.
15. Vuoi aggiungere qualcosa o dire altro che ritieni importante?
Vorrei augurare una buona fortuna in particolare alla mia candidata sindaca Francesca, che in questi mesi ha dimostrato di essere non solo all’altezza delle mie aspettative, ma anche e soprattutto assolutamente adatta al ruolo di sindaco.
Ormai mancano pochi giorni al fatidico 26 maggio e non resta che cogliere i frutti di quanto seminato finora, ma sono certa che, indipendentemente dall’esito delle elezioni, questa sarà una vittoria per tutti noi.
La politica è sempre stata una mia grande passione e, grazie a Francesca e alla squadra in generale, ho avuto la possibilità di poterla toccare con mano e di viverla in prima persona, per la prima volta. Mi sento orgogliosa di poter rappresentare i miei coetanei e la mia comunità, spendendomi per la città che ha accolto i miei genitori e in cui sono nata e vivo tutt’ora.