Nonostante il periodo sia monopolizzato dalla pandemia, la storia è andata avanti in tutto il mondo e anche l’Albania può tirare le somme di quelli che sono stati gli eventi più importanti, che hanno caratterizzato il suo 2021.
Un anno, con degli avvenimenti che hanno contraddistinto l’andamento di una nazione in continua evoluzione. Alcuni di essi sono stati molto significativi.

Pandemia da Covid-19
Il primo giorno dell’anno, il premier Edi Rama ha annunciato che l’Albania avrebbe assicurato ufficialmente le prime 500mila dosi di vaccino provenienti dalla società Pfizer. La fornitura, tuttavia, si è prolungata nel tempo, anche se, inizialmente, in quantità limitate. L’arrivo del primo carico era previsto nella terza settimana di Gennaio, ma grazie all’omaggio di mille dosi da parte di un Paese europeo, di cui non si è mai saputa l’identità, la campagna vaccinale ha potuto avere inizio l’11 Gennaio.
Oltre 150mila cittadini sono stati contagiati dal virus nel corso dell’anno. Il picco si è avuto tra Febbraio e Marzo, quando gli ospedali si sono ritrovati in piena emergenza a causa di un corposo flusso di circa 650 pazienti al giorno. Il mese di Febbraio ha registrato un altissimo numero di contagi, raggiungendo la soglia delle 29mila infezioni.
Secondo i dati ufficiali comunicati dal Ministero della salute e dalla Protezione Civile, dall’inizio della campagna vaccinale anti Covid fino al 30 Dicembre 2021, sono state somministrate 1.144.557 prime dosi, 1.035.614 seconde dosi e 145.961 terze dosi.

Scontri tra Presidente e governo
Il Presidente Illir Meta è stato un grande protagonista durante il periodo che ha preceduto le elezioni del 25 Aprile. Fortemente attivo, ha portato la sua battaglia politica contro il governo per le strade di Tirana e all’esterno degli uffici del Primo Ministro.
Le parti si sono accusate reciprocamente di aver violato il potere e di aver compiuto atti incostituzionali. I socialisti hanno accusato apertamente Meta di aver condotto una campagna a favore dell’opposizione e subito dopo le elezioni hanno preso l’iniziativa di una rimozione presidenziale.
Il 9 Giugno il Parlamento ha votato. 104 deputati hanno votato a favore della destituzione, 7 hanno votato contro. Nonostante i risultati, il Presidente Meta è rimasto imperturbabile: “Saremo qui fino al 24 Luglio del prossimo anno”. La decisione finale spetta alla Corte Costituzionale, che ha convocato un’udienza pubblica per 18 Gennaio 2022.

Elezioni politiche
L’esito delle elezioni politiche, che si sono svolte il 25 Aprile, ha investito Rama con un’altra vittoria, tanto da permettergli di festeggiare il terzo mandato consecutivo. Il Partito Socialista, guidato dal Primo Ministro, è stato rieletto con larga maggioranza, ottenendo 74 seggi sui 140 che compongono il Parlamento di Tirana. Un successo che entra nella storia, visto che nessuno dopo il regime è rimasto al potere così a lungo.
Un risultato non riconosciuto dal Partito Democratico, che ha denunciato “gravi irregolarità” ai seggi. Luzim Basha, capo dell’opposizione che ha ottenuto 59 seggi, ha dichiarato che l’onesta gara elettorale è stata rovinata da un avversario politico con fare dittatoriale. Dopo lo spoglio, Basha si è rivolto alla Commissione Elettorale Centrale per avere la copia di tutti i materiali. Dai controlli effettuati, migliaia di schede sono state dichiarate non valide. “Una cifra superiore alla differenza di voti fra le parti – ha sentenziato Basha – I nostri sforzi per far valere la democrazia in Albania non sono bastati”.
Edi Rama, dal canto suo, ha festeggiato la vittoria, compiacendosi per i messaggi di congratulazioni da parte dell’opposizione, (la maggioranza è sostenuta anche dal Partito socialdemocratico, che ha ottenuto appena tre seggi), mentre Basha, pronto a combattere contro il governo, ha dovuto fare i conti con delle criticità all’interno del suo partito. Uno dei membri del direttivo, Fatbardh Kadilli, ha chiesto le sue immediate dimissioni “non solo perché abbiamo perso, ma perché il suo è un modello esaurito”, candidandosi per le prossime elezioni di leadership.

Open Balkan
Il 28 e il 29 Luglio si sono radunati a Skopje i leader di Albania, Macedonia del Nord e Serbia, confermando l’accordo di libera circolazione Open Balkan, (denominato precedentemente Mini Schengen), come una grande e unica occasione per poter incrementare le attività commerciali, la libera circolazione delle persone e l’integrazione in Europa di quei Paesi balcanici che hanno aderito all’iniziativa.
La libera circolazione, quindi, è l’obiettivo primario da raggiungere, secondo Edi Rama, Aleksandar Vučić e Zoran Zaev, in maniera tale da permettere ai lavoratori, entro il 2023, il passaggio da un Paese all’altro senza passaporto, viaggiando unicamente con il permesso di lavoro e quindi senza più attese ai confini. Un’iniziativa, questa, fortemente voluta da Rama e considerata come un’occasione unica per i leader dei Balcani di potersi incontrare senza intermediari UE. Tuttavia, a questo accordo non hanno ancora aderito tre Paesi: Montenegro, Bosnia Erzegoniva e Kosovo.
I primi due hanno, ancora oggi, fortissimi dubbi in merito al piano di libera circolazione, mentre l’allora presidente kosovaro Hashim Thaçi aveva già, precedentemente, polemizzato nei confronti dell’iniziativa, in quanto né Serbia né Bosnia hanno mai riconosciuto l’indipendenza del Paese. L’idea, che era rimasta bloccata a causa del sopraggiungere della pandemia, a Luglio si è definitivamente consolidata. Secondo le dichiarazioni dei tre leader politici, l’Open Balkan è lo strumento che i Paesi hanno trovato per sopperire al rallentamento del processo di integrazione europea, con la speranza che possano entrare a farne parte anche altre nazioni balcaniche.

Gli afghani raggiungono l’Albania
È Agosto, quando i profughi afghani, che oggi sono circa 900, giungono in Albania. Uomini e donne scappati dal terrore del potere talebano, che hanno trovato rifugio nel Paese delle Aquile. Tanti di loro guardano, ancora oggi, alla terra che li ha accolti solo come uno step per raggiungere la tanto agognata America.
L’Albania, in un primo momento, si è impegnata ad accogliere fino a 4mila rifugiati dall’Afghanistan: una promessa superiore a quella garantita da altri Paesi. I 900 arrivati, vengono ospitati nei resort collocati lungo la costa adriatica; una pratica questa, basata su un approccio che l’Albania ha sviluppato dopo il devastante terremoto del 2019, quando le persone rimaste senza casa sono state sistemate negli hotel sulla spiaggia.

Riunione intergovernativa tra Albania e Kosovo
Il 26 Novembre, si è svolto a Elbasan l’incontro bilaterale tra Albania e Kosovo, durante il quale, i rispettivi leader Edi Rama e Albin Kurti hanno evidenziato le problematiche esistenti e siglato nuovi accordi. Il premier kosovaro ha sottolineato i ritardi nell’attuazione degli accordi precedentemente presi tra i due Paesi, pur sperando in un futuro di condivisione nell’Unione Europea, mentre Rama, con un tono conciliante al fine di addolcire la posizione contraria di Kurti all’adesione all’Open Balkan, ha evidenziato l’importanza del sodalizio tra Albania e Kosovo, identificandolo figurativamente con l’Aquila bicipite.
I due Paesi in un corpo solo: il Primo Ministro albanese, infatti, ha voluto attribuire una visione positiva alla diversa congettura che l’Albania e il Kosovo hanno dei Balcani aperti, invitando tutti a vederla come un punto di vista differente delle due nazioni, a completamento di una grande sinergia. Un incontro caratterizzato dal dialogo, quindi, che ha portato a una buona intesa finale, dallo studio di fattibilità della costruzione della ferrovia che dovrebbe collegare Durazzo a Prishtina, alla possibilità che sarà data ai lavoratori di spostarsi da un Paese all’altro senza necessità di permessi.
Chiunque risieda e lavori in una delle due nazioni, potrà richiedere un permesso di soggiorno di 5 anni, attraverso una semplice procedura, mentre, sia Albania che Kosovo riconosceranno reciprocamente i contributi pensionistici. Saranno snellite le procedure doganali e sarà introdotto il reciproco riconoscimento dei titoli di studio. Il valico di Shishtavec sarà aperto alla libera circolazione di persone e turisti e secondo quanto annunciato da Rama, entro il prossimo anno, l’Albania avrà un testo unico del libro di base in lingua, con l’idea che possa essere utilizzato in Kosovo o in altri Paesi, dove i bimbi studiano l’albanese. Altrettanto importante, l’accordo sulla protezione dei minori senza cure parentali.

Il ritorno di Sali Berisha
Una grave crisi si è palesata nelle ultime settimane dell’anno all’interno del Partito Democratico. Il rapporto tra il leader Luzim Basha e il fondatore del PD Sali Berisha sembra essere, ormai, al capolinea; una crepa provocata dalla volontà conclamata di Berisha di voler riprendere il controllo del partito. La crisi è maturata da una situazione negativamente consolidata, a causa della retrocessione del partito, da nove anni all’opposizione e di una leadership messa, (definitivamente), in discussione dopo la terza vittoria consecutiva di Edi Rama.
L’11 Dicembre scorso, il padre fondatore del partito, durante un’assemblea tenutasi allo stadio di Tirana, ha proposto un referendum interno per destituire l’attuale leader e secondo i numeri rilevati, più di 44 mila sostenitori hanno votato a favore della dipartita di Basha. La reazione di quest’ultimo non ha tardato ad arrivare, con un’aperta denuncia contro i contestatori e la convocazione di un consiglio nazionale per il 18 Dicembre, in seguito al quale, Berisha è stato allontanato dal partito. Certamente, l’ex leader non è disposto a farsi da parte, con la palese intenzione di tornare a capo del partito, nonostante il pugno duro di Basha.
A settembre scorso, Berisha è stato dichiarato dagli Stati Uniti persona non grata per alcuni presunti casi di corruzione e abuso di potere in cui è risultato coinvolto secondo gli USA. Una notizia che ha spinto Basha a sospenderlo dal partito, cosa che ha urtato profondamente Berisha, che ha chiamato a raccolta i suoi sostenitori, con i quali ha organizzato diversi incontri, culminati nell’assemblea di Dicembre. L’accaduto non da alcuna certezza all’ex leader della riuscita del suo intento: quello che è sicuro, è che ancora oggi, può vantare un numero considerevole di sostenitori.

La fuga dei dati
Il Partito socialista albanese scheda 910.000 cittadini. L’11 Aprile, i media albanesi hanno pubblicato la notizia dell’esistenza di un data base, nelle mani del Partito socialista, contenente i dati sensibili di 910mila elettori albanesi. Un corposo elenco, in cui i cittadini sono stati identificati con nome, cognome, nome del padre, numero del documento d’identità, data e luogo di nascita, numero di telefono, seggio elettorale, ecc. Questi elementi, raccolti dalle piattaforme delle istituzioni pubbliche, sono stati utilizzati dal Partito socialista, in modo massiccio, per scopi elettorali.
Lo scorso 22 Dicembre è comparso su WhatsApp un messaggio contenente l’elenco di circa 650mila nominativi di cittadini albanesi e i relativi stipendi di circa 550mila di essi in riferimento alle retribuzioni di Gennaio 2021. La stessa cosa si è ripetuta il 23 Dicembre, con un’altra lista concernente i salari del mese di Aprile 2021. Nemmeno la vigilia di Natale è stata risparmiata da questa iniziativa di illecita diffusione, in quanto è arrivata un’altra comunicazione, con migliaia di targhe e i nominativi dei loro relativi proprietari.
La Procura di Tirana ha avviato un’indagine, al fine di identificare i responsabili di quella che è stata definita “un’azione criminale” dal Ministero delle finanze e dell’Economia d’Albania. Dalle prime analisi, si è potuto evincere che non vi è stata un’esportazione completa della banca dati, bensì, una decomposizione degli elenchi e una ricomposizione della lista, che dovrebbe aver impegnato per lungo tempo i criminali informatici. Al momento, le responsabilità sono attribuite a ignoti e non si sa nulla di certo a riguardo. La notizia ha avuto un forte impatto a livello internazionale, tanto da interessare le maggiori testate europee che hanno definito quanto accaduto un “grande shock”.

L’Albania è ufficialmente membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
Il 1 Gennaio 2022 è la data di inzio del mandato che vede l’Albania, il Brasile, il Gabo, il Ghan e gli Emirati Arabi Uniti come membri non permanenti del Consiglio di sicurezza internazionale, fino al 31 Dicembre 2023.
La decisione è maturata dopo il voto dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. L’Albania è l’unico Paese tra i cinque, che non ha mai fatto parte del Consiglio di Sicurezza in 66 anni di appartenenza all’ONU. Questo, per il Paese delle Aquile, rappresenta un traguardo storico.

Due anni dopo il terremoto, 1400 famiglie si trasferiscono nelle nuove case
Il 26 Novembre 2019, un terremoto di magnitudo 6,3 ha colpito l’Albania, causando la distruzione di infrastrutture pubbliche e private, coinvolgendo migliaia di famiglie e provocando 51 morti, 917 feriti e 17mila sfollati. Migliaia di edifici sono stati gravemente danneggiati, tra cui scuole e strutture sanitarie.
La ricostruzione, dopo il sisma del Novembre 2019, va avanti e molti cittadini stanno facendo ritorno nelle loro abitazioni. L’ultimo caso è quello delle famiglie nella città di Laç, che hanno potuto averne una, grazie al dono fatto dalla Turchia di cinquecento appartamenti.

La convenzione bilaterale per le pensioni, un “diritto” finalmente approvato
Il 30 Dicembre, il Parlamento italiano, nella legge di Bilancio per il 2022, ha approvato la creazione del fondo specifico per l’attivazione di una Convenzione bilaterale in materia di sicurezza sociale con l’Albania e per garantire ai lavoratori interessati il giusto riconoscimento del diritto alle prestazioni previdenziali.
Con lo scopo di rendere attiva la Convenzione bilaterale in materia di sicurezza sociale con l’Albania e poter garantire ai lavoratori interessati il giusto riconoscimento del diritto alle prestazioni previdenziali, limitatamente agli eventi riguardanti l’assicurazione per la vecchiaia, l’invalidità e i superstiti, è stata autorizzata la spesa di 7,6 milioni di euro per l’anno 2023, 9,8 milioni di euro per l’anno 2024, 10,9 milioni di euro per l’anno 2025, 12,3 milioni di euro per l’anno 2026, 11,8 milioni di euro per l’anno 2027, 13,4 milioni di euro per l’anno 2028, 15,0 milioni di euro per l’anno 2029, 16,9 milioni di euro per l’anno 2030, 18,5 milioni di euro per l’anno 2031 e 20,3 milioni di euro a decorrere dall’anno 2032. Albania News ha intervistato il senatore Nannicini al riguardo.