Sommario
Si è svolta, il 26 Novembre scorso a Elbasan, la riunione intergovernativa tra Albania e Kosovo. Durante il settimo incontro bilaterale, i due rispettivi Premier Edi Rama e Albin Kurti hanno messo in luce le criticità dei rapporti tra i due Paesi, avanzato richieste e stretto ulteriori accordi.
1 L’aquila bicipite
Non si è risparmiato il Primo Ministro Kurti nel sottolineare, durante il meeting, i ritardi nell’attuazione degli accordi precedentemente siglati tra i due Paesi, pur esprimendosi con toni pacati e nell’ottica di un comune futuro nell’Unione Europea. Decisamente più accorato, invece, il messaggio con cui il Premier Rama ha voluto evidenziare la fondamentale importanza del sodalizio tra Albania e Kosovo, che offrirebbe, anche, un quadro migliore della situazione agli occhi dell’UE. Rama, parlando dei rapporti tra i due Paesi, ha fatto riferimento all’aquila bicipite, identificando l’Albania e il Kosovo in un corpo solo. Fortemente patriottico e conciliante il tono del premier albanese, atto ad addolcire il contrasto dettato dalla rigida posizione di Kurti nei confronti dell’Open Balkans (l’accordo siglato tra Albania, Macedonia del Nord e Serbia, che porterà entro il 2023 all’abolizione dei controlli di frontiera tra gli Stati che l’hanno sottoscritta, favorendo la libera circolazione di merci e lavoratori), visto come un nodo che ostacola i rapporti tra le due nazioni, duro da sciogliere.
“Per quanto riguarda i Balcani Aperti, abbiamo sicuramente due approcci diversi, ma d’altro canto, voi dovreste abituarvi al fatto che non possiamo avere sempre la stessa visione delle cose; questo, però, non deve impedirci di fare il giusto in funzione del futuro dei due Paesi. Le divergenze sui Balcani Aperti non costituiscono un ostacolo al rafforzamento delle relazioni tra di noi. Se mi permettete, farei riferimento all’aquila bicipite; essa ha un corpo unico, dove una testa guarda da una parte e una dall’altra, ma il corpo rimane dritto. Il che significa, che l’aquila è pienamente informata a 360 gradi. Quindi, è impossibile che l’aquila bicipite rischi di essere colta di sorpresa da una parte o dall’altra, poiché controlla entrambi i lati con i suoi occhi. Penso che sia un valore aggiunto in questo caso, in questo periodo della nostra storia, in cui siamo un’aquila bicipite. Il giorno in cui ne avremo una con una sola testa, rischieremo di morderci più di oggi. Quindi, sono ottimista sullo sviluppo della nostra relazione. Per Open Balkans, c’è un dibattito aperto tra me e Albin e non aspettatevi mai che i dibattiti tra me e Albin vengano chiusi, perché spetta a noi cambiare le situazioni”. (fonte Abcnews.al).
Il Premier albanese ritiene che una essenziale ragione di divisione tra Kosovo e Albania sia la differente posizione dei due Paesi nei confronti dei Balcani Aperti, alla quale, però, non attribuisce un valore negativo, invitando tutti a vederla come un punto di vista differente, a completamento di un’ampia e comune visione sociale. Kurti, nonostante la propensione positiva del governo albanese, rimane rigido nelle sue idee, giudicando l’Open Balkans un progetto dettato dalla corruzione, ideato da criminali di guerra e contrario ai valori della democrazia europea. Valuta fondamentalmente impossibile un’apertura in tal senso, quando la Serbia, (che non ha mai riconosciuto l’indipendenza del Kosovo dichiarata unilateralmente nel 2008), si mostra così ostile nei confronti della sua nazione. Altrettanto impossibile è l’apertura del dialogo con Aleksandar Vucic, presidente della Repubblica Serba, totalmente bloccato e senza prospettive di miglioramento: questo impedisce al Kosovo di fare qualsiasi passo verso l’adesione all’Open Balkans.
2 L’intesa
Rama, a questo punto, ha preferito smorzare i toni, spostando l’attenzione su un’altra sua convinzione riguardante gli accordi legati al mercato comune, ritenuti importanti, ma non fondamentali per i rapporti tra i due Paesi. “Il mercato comune è un processo e non un atto. Significa che garantisce la libera circolazione delle persone, dei beni capitali e dei servizi“; sarebbe importante che i rapporti con il Kosovo fossero di natura economica e sociale, ma essendo, in realtà, molto profondi, in quanto legati all’identità, ha dichiarato fiducioso Rama, gli elementi di cooperazione possono essere i più svariati.
Albin Kurti, sottolineando la sfavorevole battuta d’arresto nella concretizzazione degli accordi tra i due Paesi, si è detto speranzoso che i patti possano finalmente diventare realtà. Sono tredici le misure precedentemente concordate tra Albania e Kosovo, per le quali è stato istituito un segretariato di coordinamento, affinché possano realizzarsi in azioni concrete. Si è espresso senza alcun dubbio il Premier sul fatto che i due Paesi possano continuare a cooperare con una buona finalità di realizzazione.
“Stiamo seminando insieme e avremo bisogno di molto sole e molta pioggia per i frutti che i nostri cittadini coglieranno in entrambi i Paesi. Sono onorato del settimo incontro congiunto tra i nostri due governi. Aumenteremo la cooperazione per ottenere più giustizia, uguaglianza e prosperità” (fonte Gazeta Liberale).
Il Premier kosovaro, inoltre, ha evidenziato l’oramai sopraggiunta necessità di rimuovere le barriere tariffarie tra le due nazioni, mediante la costituzione di una commissione paritetica. I lavoratori albanesi, che vorranno lavorare in Kosovo, non incontreranno alcun ostacolo legislativo o burocratico.
“Il Kosovo ha un forte deficit commerciale e per questo siamo concentrati sulla stesura di politiche industriali e sul sostegno mirato alle imprese. La nostra economia è fortemente influenzata dal commercio estero. L’Albania è un paese di particolare importanza. La regolamentazione del libero scambio tra i nostri due Paesi risale al 2003 quando è stato firmato l’accordo bilaterale. Se guardiamo ai dati del passato, possiamo vedere chiaramente un aumento del fatturato del 200%. Innanzitutto, attribuiamo grande merito alle nostre attività, pur non accontentandoci di questo.
Nonostante il Kosovo e l’Albania facciano parte del CEFTAS, i casi di blocco della libera circolazione delle merci non sono stati pochi. Per aiutare di più i nostri produttori ed esportatori, dobbiamo imparare da loro. È tempo che i nostri due Stati facciano di più. Tutte le barriere tariffarie dovrebbero essere rimosse creando una commissione intergovernativa paritetica che identifichi le cause degli ostacoli e presenti proposte concrete. In passato, ci sono state procedure di blocco per i lavoratori albanesi, e questo è un peccato. Verranno rimosse tutte le barriere per i lavoratori provenienti dall’Albania e non ci saranno ulteriori procedure da seguire per lavorare in Kosovo. Insieme possiamo sviluppare politiche di potente trasformazione. Le premesse sono promettenti; rimane la disponibilità ad aiutare ulteriormente lo sviluppo delle nostre due economie.” (fonte Abcnews.al).
Un incontro, quindi, caratterizzato dal dialogo, da toni concilianti e dagli accordi. I più importanti, appunto, sono legati alla facilitazione della circolazione. Per questo, si è deciso, che a monitorare i movimenti alle frontiere non ci saranno più persone fisiche, ma telecamere. Dopo la sigla posta e la stretta di mano, Rama ha sottolineato come questo appuntamento rappresenti una decisiva svolta nell’attuazione dell’intesa tra i Paesi.
“Il nuovo regime doganale nasce dall’accordo tra i ministri, che prevede un sistema di monitoraggio con telecamere, senza controlli fisici, al fine di rendere fluido il traffico transfrontaliero […] Questo è il settimo incontro e parte degli accordi presi sono stati attuati; da ora in avanti gli sviluppi assumeranno ritmi differenti. Albin, grazie per esserti sforzato di arrivare qui; avremmo voluto riceverti con il sole, ma forse la pioggia che insiste è di buon auspicio a benedizione dell’obiettivo comune, che è quello di unire e intensificare il più possibile le interazioni tra i due Paesi, che mirano a trasformare il confine in una formalità e non in un muro” (fonte Gazeta liberale)
3 La ferrovia
Rama ha fatto un’altra importante rivelazione riguardante l’avviamento di uno studio di fattibilità per la costruzione della ferrovia Durazzo-Prishtina.
“È un sogno di vecchia data che si realizza; oggi siamo più tranquilli nel fare questo passo concreto e siamo convinti che potrà essere il giusto progetto per poter accedere ai fondi del piano di investimenti europeo”
Anche il Primo Ministro Kurti ha sottolineato l’importanza di questo progetto: “La linea ferroviaria Prishtina-Durazzo è qualità e velocità per la circolazione di persone e merci, è ecologia e potenza terrestre e avrà la capacità di aumentare l’importanza del principale porto degli albanesi. ll collegamento ferroviario è di importanza economica oltre che geopolitica, accresce e rafforza gli albanesi, ma aiuta anche la regione, perché qui viviamo con i nostri vicini, con i quali abbiamo un passato comune e con i quali condivideremo anche il futuro”. Nel progetto ferroviario sarà incluso anche il Montenegro, per un collegamento di Durazzo a Bar e da lì a Prishtina. Un progetto, che trasformerà la città in un rilevante punto di collegamento con altre linee regionali e parte dei corridoi infrastrutturali europei.
4 Gli accordi
Altri importanti patti sono stati siglati. I residenti delle zone di confine comprese in un’area di trenta chilometri, potranno spostarsi nel Paese limitrofo e lavorare senza necessità di permessi. Inoltre, chi risiede e lavora in una delle due nazioni potrà richiedere un permesso di soggiorno di 5 anni, attraverso una semplice procedura, mentre sia Albania che Kosovo riconosceranno reciprocamente i contributi pensionistici. Saranno snellite le procedure doganali e sarà introdotto il reciproco riconoscimento dei titoli di studio. Il valico di Shishtavec sarà aperto alla libera circolazione di persone e turisti e secondo quanto annunciato da Rama, entro il prossimo anno, l’Albania avrà un testo unico del libro di base in lingua, con l’idea che possa essere utilizzato in Kosovo o in altri Paesi, dove i bimbi studiano l’albanese.
Di grande importanza l’accordo sulla protezione dei minori senza cure parentali su entrambi i lati del confine, tra il Ministero della salute e della protezione sociale dell’Albania e il Ministero delle finanze, del lavoro e dei trasferimenti del Kosovo, siglato dai ministri Ogerta Manastirliu e Hekuran Murati. Secondo il ministro Ogerta Manastirliu, questo patto renderà possibile la protezione dei bambini nati e abbandonati dai genitori nel territorio di entrambi i Paesi.
“Questo accordo mira al coordinamento interistituzionale per la protezione dei bambini senza cure parentali, il ricongiungimento degli stessi con le famiglie biologiche, l’assistenza reciproca attraverso i servizi sociali per i minori abbandonati e il funzionamento attraverso standard unificati tra i nostri due Paesi, rappresentati dalle istituzioni dell’Agenzia per la difesa dell’Infanzia e dell’Assessorato alle Politiche Sociali del Ministero delle Finanze, del Lavoro e dei Trasferimenti. La protezione reciproca, attraverso programmi di sostegno sociale per i bambini, fornirà ancora più servizi sociali per i minori in entrambi i paesi“.
“E’ vero che dove manca la cura dei genitori, afferma il ministro Hekuran Murati, si deve sentire la mano dello Stato e noi abbiamo il dovere di cooperare e di condividere le esperienze, ma anche di creare un ambiente migliore, in cui la protezione dei bambini sia qualcosa di fattibile su entrambi i lati del confine. Il tutto deve essere gestito nell’ottica di un buon coordinamento delle strutture pertinenti, in termini di erogazione di servizi sociali, riabilitativi, di reinserimento e dei servizi legali per tutti i bambini bisognosi”.(fonte Gazeta Liberale).
Un accordo fondamentale a protezione dei minori senza cure genitoriali, atto a definire le regole di collaborazione tra le due nazioni, al fine di garantire il coordinamento di azioni e procedure istituzionali comuni, come il rimpatrio dei bimbi non accompagnati, compresi i dichiarati scomparsi, ubicati nel territorio di entrambi i Paesi e la facilitazione del contatto dei bambini con genitori separati o divorziati, dislocati nel territorio di entrambi i posti. Le istituzioni di competenza delle due nazioni si preoccuperanno di tenere riunioni periodiche, scambiandosi informazioni sui minori, nel rispetto della legislazione vigente di entrambi i Paesi.
E così si sono salutati, Edi Rama e Albin Kurti: con nuovi accordi, strette di mano, patti siglati e con la promessa di un deciso rafforzamento della cooperazione tra Albania e Kosovo.