Si è chiusa domenica 8 ottobre la due giorni di Portici di Carta, che ha visto Torino trasformarsi in un mondo di libri, eventi letterari e multicultura. Albania Letteraria è stata tra i protagonisti della XXVI edizione della kermesse, insieme ad A.M.M.I. l’Associazione Multietnica dei Mediatori Interculturali di Torino e in collaborazione con il Centro Interculturale della Città di Torino, con l’organizzazione di tre incontri incentrati su libri, progettualità e confronto.
La valle dei bambini perduti
Sabato 7 alle ore 11.00, presso la suggestiva Galleria Igino Massari, si è parlato dell’Albania nel suo periodo più buio, con Artur Nuraj, autore del noir di successo pubblicato da Marsilio Editori, 2022. Un romanzo che può essere definito un giallo storico, con i suoi continui rimandi alla Storia d’Albania di quel momento, ricostruita dall’autore con grande dovizia di particolari.
Quando ho iniziato a scrivere questo libro, non avevo intenzione di fare riferimento alla storia: andando avanti nella stesura, però, mi sono reso conto che era impossibile non addentrarsi nei fatti storici che hanno caratterizzato il momento.
Si tratta di un noir crudo, intenso, in cui Nuraj non si risparmia, facendo un’analisi dettagliata dell’evoluzione politica e sociale del Paese, che ha influenzato quella di un popolo intero per anni e probabilmente la influenza ancora.
Certo, è un libro crudo, ma sono rimasto fedele alla realtà di quei tempi, che era dura e cruda. Del resto, parliamo della dittatura considerata la più sanguinaria tra quelle balcaniche.
Il regime di Enver Hoxha censurava, incarcerava, giustiziava chiunque fosse sospettato, anche solo in maniera marginale, di non essere dalla sua parte. La paranoia del dittatore ha mietuto un numero spaventoso di vittime tra gli intellettuali, che dovevano essere zittiti a qualsiasi costo e spesso, a condannarli erano proprio le loro opere, valutate da altri letterati al servizio della dittatura. A tal proposito è stato inevitabile confrontarsi sull’irrisolto: nessuno ha pagato per quanto è accaduto, nessun processo, nessuna condanna dei carnefici, nessuno ha chiesto scusa.
Non è facile chiedere scusa, perché facendolo dovrebbero ammettere le loro responsabilità e questo è difficile che avvenga. Inoltre, penso che non sia nella tempra dell’albanese chiedere scusa.
L’affermazione di Nuraj ha aperto un dibattito, che ha coinvolto i presenti, sui retaggi che, spesso, condizionano il carattere di un popolo. In chiusura, è emerso quanto sia importante la memoria e come i libri aiutino a tenerla viva, per far sì che nulla di tutto ciò possa ripetersi.
A conclusione dell’evento, l’Associazione Piemonte-Grecia, curatrice dello spazio, ha offerto dei gustosi assaggi di prodotti greci.
Tavolo numero sette
Nella stessa giornata, alle 16.00, alla Sinatra Galerie de Beauté, Darien Levani ha parlato del suo ultimo thriller, edito da Edizioni Spartaco, 2019. Tavolo numero sette è un libro in cui l’autore riesce a coniugare, sapientemente, giallo e legal thriller.
Indubbiamente il mio lavoro condiziona i contenuti dei miei testi. Cerco di riportare quello che vivo nella realtà quotidiana e che mi fa costantemente riflettere.
Difatti, con questo suo ultimo volume, Levani consegna ai lettori una storia coinvolgente e avvincente, in cui sei commensali, sconosciuti tra loro, si ritrovano a condividere un tavolo durante un matrimonio e a confrontarsi su un turpe fatto di cronaca, che vede due donne morte ammazzate e l’unico accusato dichiarato non colpevole. Una narrazione che si svolge in un lasso temporale molto breve, circa quattro ore. La bella penna dello scrittore, però, va oltre la storia, offrendo importanti spunti di riflessione su giustizia, legalità, equità, imparzialità e sul ruolo controverso dei giudici. L’ambientazione è inusuale e particolare.
Quando ero studente, per mantenermi agli studi, ho fatto il cameriere, lavorando per tante ore ore di fila e servendo gli ospiti, specialmente durante i matrimoni, correndo su e giù e pensando: «Andate avanti, tanto prima o poi vi metterò tutti dentro un libro.»
Un’esperienza lavorativa che apre le porte al testo e alle riflessioni di un giovane praticante avvocato.
Quando ho incominciato a seguire i processi, ho iniziato a chiedermi cosa fosse la verità, la legge e la giustizia. Ancora mi chiedevo come potesse essere spiegata quella verità, lasciata sempre nelle aule dei tribunali. Nel palazzo di giustizia si pratica una certa forma di diritto, fuori, i cittadini percepiscono ben altro. Così, ho pensato che tale distanza potesse essere colmata da un libro ed è nato Tavolo numero sette.
Nel 2017 Levani si è aggiudicato il Premio Glauco Felici Tolfa Gialli e Noir, uno dei riconoscimenti più prestigiosi assegnati nel mondo letterario del thriller, grazie a Toringrad, in cui si prende in esame lo scottante ruolo dei narcotrafficanti.
Il mio incontro con il mondo del traffico di stupefacenti avviene sempre per motivi di lavoro, difendendo, in diversi processi penali, uomini accusati di questo grave reato. Il protagonista è un piccolo trafficante, che decide di investire quanto guadagnato dalla sua attività di spaccio, aprendo un bar e chiamandolo Toringrad. Attraverso la storia della figura principale del romanzo, ho voluto spiegare il decorso dell’attività dello spacciatore, che vede il tutto come un investimento, per poi incanalare i propri guadagni in un’attività imprenditoriale. Suona strano, ma è così.
Darien non ha scritto solo thriller: tra i suoi lavori, ricordiamo Solo andata, grazie, Besa Muci Editore, il cui racconto parte dall’esperienza personale di immigrato e in cui evidenzia, in maniera spesso ironica, tutte le difficoltà di chi ha lasciato la propria terra, portandosi dietro l’etichetta di “albanese”.
Il libro nasce da esperienze dirette, da cose viste o sentite, da storie di una certa quotidianità.
L’incontro ha rappresentato l’occasione per approfondire la conoscenza di un autore eclettico nella sua lineare originalità.
Albania Letteraria
Il terzo e ultimo evento, svoltosi domenica 8, ore 11.00, alla Sinatra Galerie de Beauté, ha ospitato la presentazione del progetto di Albania Letteraria, con il direttore e ideatore della nostra rivista culturale, Olti Buzi, anche direttore di Albania News, la capo redattrice Anna Lattanzi e con la moderazione di Darien Levani, che ricordiamo essere tra i fondatori di Albania News.
Quando ho creato Albania Letteraria, ho pensato a un archivio che potesse censire tutti i libri di autori albanesi tradotti, di italofoni, di italiani o stranieri, che raccontano di Albania e potesse segnalare tutti gli attori della filiera, come gli editori e ancora i traduttori ed ero già contento così. Anna ha poi aggiunto il suo contributo, con gli articoli, le recensioni, le interviste, definendo quello che è il quadro odierno di Albania Letteraria.
A oggi, come lo stesso direttore ha affermato, Albania Letteraria ha organizzato più di trenta eventi, con Rassegne, come Incontri Letterari, che è nato come ciclo di incontri online e che in seguito alla collaborazione con il Centro Culturale Slow Mill, di via Volturno, 32 a Milano, si è trasformato in una Rassegna in presenza e tanti eventi sono ancora da organizzare. Gli incontri sono impegnativi da gestire, dall’idea alla realizzazione, ma costituiscono un tassello importante di tutto il percorso, che Anna Lattanzi spiega con queste parole:
Credo che le presentazioni dei libri, far ascoltare la voce degli autori, parlare dell’Albania attraverso la letteratura, portando libri e scrittori nei posti, sia fondamentale per quello che è il ruolo primario di Albania Letteraria, a sostegno della diffusione della letteratura albanese in Italia. Tali iniziative hanno un seguito anche in altre forme: per esempio, nella creazione della rete di collaborazione, perché da soli si fa qualcosa, ma insieme si può fare tantissimo. Oggi Albania Letteraria ha intessuto un’importante rete di contatti in tutta Italia e questo ci permette di raggiungere tante realtà e di far conoscere la letteratura albanese in diversi posti.
Italia e Albania. La rivista e l’attività che vi ruota intorno non sono conosciute solo in Italia, ma anche in Albania. Alla domanda di Levani, circa il percorso della rivista in Italia e nel Paese delle Aquile, la capo redattrice ha raccontato delle perplessità inziali in Italia e di un naturale percorso di acquisizione della credibilità e della fiducia, che ha portato ai risultati di oggi, di grande apprezzamento da parte di autori, degli editori e del pubblico, oltre che da parte delle Associazioni e delle Istituzioni.
Per l’Albania mi sento di partire dalla Fiera del libro di Tirana 2022, quando abbiamo avuto il nostro stand in collaborazione con il Centro Editoriale per la Diaspora. Inizialmente ero preoccupata, pensavo che la nostra presenza potesse non interessare. Invece, mi sono immediatamente accorta di quanto fossimo conosciuti e questo grazie, soprattutto alla figura di Olti, stimata e apprezzata per il suo grande impegno in Albania News. Ho realizzato diciotto interviste tra autori, editori e traduttori: sono stata accolta da tutte le case editrici. Ecco, da allora, la rete di contatti si è fatta fitta anche in Albania. Abbiamo stretto una bella collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura a Tirana, con cui abbiamo già fatto due eventi e ne faremo un terzo a novembre, con il Centro Nazionale del libro e della lettura, proprio come in Italia collaboriamo soventemente con il Consolato della Repubblica d’Albania a Milano.
Olti Buzi ha sottolineato come Albania Letteraria, attraverso l’organizzazione degli eventi, sia arrivata dove le case editrici non arrivano, perché molto spesso si limitano a produrre i libri, senza occuparsi della promozione. Ha, poi, fatto riferimento ai progetti futuri.
I progetti sono tanti e nel 2024 ne realizzeremo uno davvero importante: la prima edizione del Festival della Letteratura albanese, che coinvolgerà anche il Centro Culturale Slow Mill.
Il Festival ha già un nome: FjalaFest – il Festival della letteratura albanese e si svolgerà il 18 e il 19 maggio 2024. Il direttore, a coronamento dell’incontro a Portici di carta, ha pubblicato un post sul gruppo Scopri l’Albania , in cui, tra le altre cose, scrive:
Uno dei nostri obiettivi principali è dare voce agli autori albanesi e alla letteratura proveniente dall’Albania, un Paese con un notevole patrimonio culturale e letterario ancora troppo poco valorizzato in Italia.
C’è ancora tanto da fare, molte persone da coinvolgere, molti autori da presentare e molti eventi da organizzare. Nel 2024 organizzeremo anche il Primo Festival della Letteratura Albanese, con il coinvolgimento diretto di Albania Letteraria. Sono orgoglioso del cammino che abbiamo percorso finora, insieme ad Anna Lattanzi e sono entusiasta di quello che il futuro ci riserva. Chissà, potremmo contare anche su di te che stai leggendo queste righe.