Il prossimo 26 maggio, in contemporanea con le elezioni europee, si terranno le elezioni amministrative italiane. Ci siamo attivati a trovare i candidati di origine albanese che potete consultare qui
Vi abbbiamo già presentato il primi due candidati, Admir Toto e Uljana Gazidede. Oggi vi presentiamo il terzo candidato, Arli Dervishi, nato a Susa, Torino.
“Arli Dervishi, 23 anni, nato il 21/05/1996 a Susa (TO). Mi sono laureato da pochi mesi nel corso di Laurea Triennale in Scienze internazionali, dello Sviluppo e della Cooperazione presso l’Università degli Studi di Torino ed ora sono iscritto al corso di Laurea Magistrale in Scienze Internazionali – Studi Europei.
Mi candido con la lista civica Almese Bene Comune con candidato sindaco Ombretta Bertolo, già sindaco uscente che si ricandida a queste elezioni. Almese Bene Comune è una lista civica che pensa alle esigenze ed alle iniziative nel suo Comune di 6400 abitanti e sarà in gara contro una lista della Lega.”
Intervista a Arli Dervishi
1. Qual è la tua proposta all’interno del programma della lista Almese Bene Comune
Vorrei offrire ai giovani opportunità di aggregazione per crescere e formare i cittadini del domani. Sono un ragazzo del paese che vuole dare voce ai ragazzi ed alle ragazze del territorio e vuole rappresentarli nelle istituzioni.
Con la collaborazione del Comune abbiamo creato un circolo giovanile da pochi mesi e organizziamo eventi per poter offrire un intrattenimento ai giovani del posto in modo tale che possano vivere al meglio nella comunità almesina.
Nel caso di vittoria continuerei a proporre iniziative creando nuovi luoghi ed eventi per i giovani e mi occuperei anche di altri temi che ritengo importanti come l’ambientalismo e i diritti sociali.
2. Secondo te perché ti dovranno votare?
Sono sempre stato un ragazzo che si è interessato alla cittadinanza attiva infatti ho svolto volontariato in varie associazioni da quando ero un adolescente ed ancora oggi porto avanti il mio impegno nel sociale per i più deboli.
Sono stato animatore nel gruppo Scout Almese 1 ed in seguito ho svolto servizio alla mensa dei poveri in un quartiere di Torino; oggi faccio volontariato alla Scuola della Pace della Comunità di Sant’Egidio dove svolgo compiti ed attività con bambini in situazioni di disagio.
Inoltre vorrei rappresentare in maniera diretta e concreta la voce dei giovani almesini nelle istituzioni in modo tale da poter creare insieme nuove iniziative.
3. Essere in possesso di una doppia cittadinanza, appartenere a più culture e parlare più lingue è un punto di vantaggio o svantaggio secondo te e perché?
Per me è un punto di vantaggio poiché essere cresciuto con due culture differenti significa vedere le cose da un punto di vista diverso che può arricchire la comunità.
Conoscere diverse lingue è sempre un punto di vantaggio poiché in un mondo sempre più globalizzato sapere comunicare in forme differenti rende più semplice le relazioni fra i cittadini del mondo.
4. Sei di origine albanese. Cos’è l’Albania per te?
Io sono nato qua però ritengo l’Albania come la casa mia e della mia famiglia poiché le origini sono molto importanti e influenzeranno sempre in maniera positiva la mia vita.
L’Albania ha una storia di grande interesse per me infatti ho scritto la tesi di laurea sulla transizione democratica albanese degli Anni 90 e la storia di questo Stato mi affascina sempre quando mi viene raccontata.
Purtroppo la società albanese dei primi Anni ’90, per me, ha anche determinato alcuni fattori negativi causando, in una parte della mia famiglia, gravi problemi di salute che si ripercuotono ancora oggi.
5. Cosa significa avere un nome straniero nella tua quotidianità?
Significa dover ripetere il mio nome più volte di fronte ad un adulto poiché non riesce a capirlo ed a volte significa essere visto con un occhio differente e questo lo trovo inaccettabile.
6. Cosa significa essere integrati secondo te e quali sono le proposte da fare per migliorare le politiche che riguardano l’immigrazione?
Essere integrati significa conoscere l’italiano e vivere con gli italiani, senza stare sempre e solo nella propria ristretta comunità di connazionali; significa essere cittadini attivi, interessarsi al proprio territorio e contribuire a renderlo un posto migliore.
Migliorare le politiche sull’immigrazione è un aspetto molto difficile, specialmente oggi. Bisogna contrastare la classe politica odierna che trova consenso nella cittadinanza utilizzando odio e discriminazioni verso gli stranieri; ostacolano le politiche di accoglienza in modo tale da rendere più difficile attuare un processo di integrazione per gli immigrati e questo porterà inevitabilmente a nuove situazioni di disagio in cui i politici otterranno maggiori consensi.
Ogni cittadino del mondo ha diritto a vivere ed avere un tetto sopra la testa, sfavorire l’integrazione di una persona lasciandola per strada senza alcun tipo di aiuto lo costringerà ad utilizzare soluzioni non convenzionali.
7. Noti qualche differenza tra i tuoi genitori e te nel modo in cui vivete l’Italia?
Assolutamente si, i miei genitori vivono la società in maniera molto più chiusa rispetto a me ma questo aspetto non è tanto legato alle loro origini quanto alla nostra situazione famigliare che è indipendente dalla nazionalità.
8. Di origini albanesi, ma quale è la tua lingua madre?
La mia lingua madre è l’italiano essendo nato qua ed avendo frequentato la scuola in Italia.
9. Esiste una comunità albanese organizzata dove ti sei candidato/a? (tipo qualche associazione, una scuola, ecc). Quanti sono gli albanesi nella tua circoscrizione?
Purtroppo non sono mai entrato a far parte di queste comunità e questo è anche dovuto al fatto che il paese in cui mi candido non ha numerosi abitanti di origine albanese.
10. Cosa hai da dire agli altri candidati di origine albanese che concorrono in altre liste?
Buona fortuna a tutti i candidati, spero che il vostro contributo possa arricchire la comunità in cui vi candidate. Sono fiero del fatto che ci sia un buon numero di candidati di origine albanese in queste elezioni amministrative poiché questo dimostra il grande processo di integrazione che c’è stato con gli albanesi arrivati in Italia negli Anni 90.
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