Il prossimo 26 maggio, in contemporanea con le elezioni europee, si terranno le elezioni amministrative italiane. Ci siamo attivati a trovare i candidati di origine albanese che potete consultare qui
Vi abbbiamo già presentato i primi quattro candidati, Admir Toto, Uljana Gazidede, Arli Dervishi, Jozef Gjura.
Oggi vi presentiamo il candidato sindaco di Livorno, Ina Dhimgjini, nata a Durazzo, Albania.
Mi chiamo Ina Dhimgjini, ho 32 anni, sono nata a Durazzo in Albania e sono venuta in Italia a soli 6 anni. Vivo a Livorno ed ho studiato a Pisa, presso la Facoltà di Giurisprudenza di Pisa.
Sono diventata avvocato nel 2014 e Dottore di Ricerca in Diritto Europeo dei contratti civili, commerciali e del lavoro nel 2016, dottorato conseguito presso l’Università Cà Foscari di Venezia.
Ho un master in Addetto agli Affari Legali di Impresa, ho collaborato con le cattedre di diritto commerciale di Pisa e diritto privato europeo di Venezia dove sono stata cultore. Ho studiato ad Oxford ed a Madrid ed ho scritto circa 13 pubblicazioni scientifiche.
Mi candido a Sindaco nel Comune di Livorno con la lista Civica Livorno a Misura. Lista non collegata a partiti, ma autonoma ed indipendente.
Intervista a Ina Dhimgjini
Candidato Sindaco nel Comune di Livorno
1. Qual è la tua proposta all’interno del programma della lista Livorno a Misura?
La mia proposta all’interno della lista è offrire un progetto per la mia amata Città di Livorno e lavorare in sinergia con tutto il territorio per migliorarla. Ciò che proponiamo non sono promesse, ma buona amministrazione e pragmatismo.
2. In caso di vincita cosa pensi di proporre di innovativo per tutta la cittadinanza?
Comincerò indubbiamente a lavorare sul fronte importante del lavoro e dello sviluppo economico del territorio: occorre rimettere in moto aspetti importanti quali il Porto, l’ospedale e la sanità, ma anche le imprese.
3. Secondo te perché ti dovranno votare?
Per serietà, capacità e desiderio di contribuire in concreto al miglioramento di una Città che soffre molto.
4. Essere in possesso di una doppia cittadinanza, appartenere a più culture e parlare più lingue è un punto di vantaggio o svantaggio secondo te e perché?
Indubbiamente è un punto di vantaggio. Conoscere sempre più tradizioni e culture diverse consente di avere un bagaglio di esperienze inestimabile e di poter apportare le varie esperienze ovunque uno desideri.
5. Sei di origine albanese. Cos’è l’Albania per te?
L’Albania è il paese nel quale sono nata e nel quale la mia persona ha cominciato a formarsi. È il paese che mi ha consentito anche di essere quella che sono oggi.
6. Cosa significa avere un nome straniero nella tua quotidianità?
Significa che devo fare spesso fare lo spelling. Ma che alla fine diventa anche un esercizio divertente perché speso si può anche raccontare la propria storia, per chi è interessato a conoscerla.
Significa anche, come avvenuto nel mio caso, che molti a furia di ripeterlo lo abbiano imparato a scrivere perfettamente, senza che abbia avuto più la necessità di fare lo spelling.
7. Sei abbastanza italiano per chi ti voterà?
Credo che sia fondamentale per l’elettore domandarsi piuttosto se ciò che si propone sia valido.
Se i progetti e le persone sono valide non conta né l’appartenenza politica, né religiosa, né di sesso o di religione o altro ancora.
8. Ci tieni ai sondaggi? Cosa dicono della sua lista?
Ancora è molto presto per dirlo. Fra poco tempo saremo in grado di sapere meglio quali possono essere gli orientamenti.
9. Cosa significa essere integrati secondo te e quali sono le proposte da fare per migliorare le politiche che riguardano l’immigrazione?
Significa anzitutto rispettare le regole e le tradizioni del Paese dove si vive e rendersi partecipi degli stessi. Quando si vive a lungo in un posto alla fine il posto dove vivi è il tuo. Ed è il tuo non tanto fisicamente, ma è il tuo perché sono anche tue le persone che incontri e con le quali cresci. Come avvenuto nel mio caso.
Per migliorare le politiche che riguardano l’immigrazione bisogna anzitutto partire dal dato di fatto che il fenomeno migratorio è strutturato e che al fine di garantire i diritti umani a chi arriva bisogna essere in grado di pensare a monte a degli strumenti che funzionino e che siano ben solidi all’interno del territorio.
Per evitare che chi si trova ad emigrare stia addirittura peggio. Non solo, per ridurre il più possibile il pregiudizio l’integrazione passa tramite il rispetto delle regole ma anche tramite il favorire gli stessi diritti per chi è cittadino e per chi non lo è.
10. Noti qualche differenza tra i tuoi genitori e te nel modo in cui vivete l’Italia?
Indubbiamente essendo venuta sin da piccola (avevo solo 6 anni) la parte della formazione è differente ma i principi (molti) sono rimasti solidi e ben saldi. Quei valori che sin da quando nasci sviluppi sono gli stessi, ovunque io vada o mi trovi.
11. Esiste una comunità albanese organizzata dove ti sei candidato/a? (tipo qualche associazione, una scuola, ecc). Quanti sono gli albanesi nella tua circoscrizione?
Esiste una comunità di albanesi in Provincia di Livorno sono circa 3.320.
12. Non pensi che ti abbiano scelto solamente per attingere i voti della tua comunità?
La candidatura è avvenuta dietro un processo di maturazione e senza la spinta o l’appoggio di partiti. La lista civica coinvolge persone concrete che in maniera indipendente hanno trovato il coraggio e l’impegno di lavorare per una Città migliore.
13. Cosa hai da dire agli altri candidati di origine albanese che concorrono in altre liste?
Auguro a chiunque vuole contribuire al miglioramento della propria Città di poterlo fare con il massimo impegno.
14. Vuoi aggiungere qualcosa o dire altro che ritieni importante?
Nella mia lista civica c’è anche un candidato consigliere al Consiglio Comunale di Livorno che si chiama Arben Demiri.
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