Petrit Malaj è n ato in Albania nel 1970, è padre orgoglioso di una ragazza di 15 anni. Ha frequentato il liceo ginnasio Ali Demi di Valona e successivamente l’Accademia per Ufficiali dell’Esercito a Tirana, è cresciuto con gli ideali del nonno Vexhi Kollazi, contrario al razzismo e rispettoso della vita umana: vittima dei nazisti, fu bruciato a Dachau per aver aiutato la comunità ebraica a Valona.
In seguito alla caduta del regime comunista in Albania, è emigrato in Italia, a Firenze; qui mi sono iscritto al corso per studenti lavoratori presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Firenze, ramo Studi Internazionali.
Dal gennaio del 2000 lavora presso il Centro Tecnico di Coverciano come direttore di sala. Si sente grato a Firenze e ai fiorentini per averlo accolto e spera di poter rendere ciò che ha ricevuto dando il massimo per Firenze e appoggiando il progetto di Dario Nardella, aiutandolo nel suo operato.
Intervista a Petrit Malaj
1. Qual è la tua proposta all’interno del programma della lista
Io mi propongo come punto di riferimento per la mia comunità, albanese (e non solo) nei rapporti con il comune di Firenze con il quale vorrei rafforzare ulteriormente i già forti legami che ci sono, con il Comune di Tirana e con l’Albania in generale. Mi piacerebbe proporre un programma di attività annuali con cadenza regolare con eventi e manifestazioni che coinvolgano sia l’Albania che la comunità albanese che vive e lavora qui in città.
Mi concentrerò nel lavoro con i giovani, sul rafforzamento del loro inserimento nel mondo del lavoro, artigianato e della creatività, attraverso vari strumenti, finanziari e non, che il Comune possa mettere a disposizione. Penso che lavorare sull’inserimento dei giovani delle seconde generazioni, possa diventare un investimento per una comunità più coesa nel futuro
2. In caso di vincita cosa pensi di proporre di innovativo per tutta la cittadinanza?
Oltre al lavoro con i giovani di cui ho parlato prima, e il rinforzo dei legami culturali ed economici con l’Albania e Tirana, vorrei proporre e sostenere un meccanismo del riciclo attraverso gli eco -compattatori, così da poter usare crediti per la spesa o per il biglietto del tram attraverso il riciclo, e che si possa vivere in una città che sappia promuovere un modello di economia circolare che generi vantaggi per la collettività. In questo senso sono a favore delle mobilità sostenibile e quindi della tramvia e ritengo che il sindaco Nardella abbia lavorato tanto e bene in questa direzione.
3. Secondo te perché ti dovranno votare?
Perché sarebbe la presenza di una voce, nel consiglio comunale, della collettività albanese che vive da moltissimi anni ormai in città, e che rappresenta un esempio di integrazione davvero elevato. Una presenza in consiglio darebbe voce anche a molte istanze della comunità che oggi, presente massicciamente in moltissimi settori della società fiorentina, ancora manca a livello di politica cittadina.
Ci tengo molto però a sottolineare il fatto che il mio impegno sarà rivolto a tutta la città, senza nessun tipo di distinzione, in quanto ritengo che i problemi e le questioni non abbiano colore e passaporto.
4. Essere in possesso di una doppia cittadinanza, appartenere a più culture e parlare più lingue è un punto di vantaggio o svantaggio secondo te e perché?
È sicuramente un punto di vantaggio, ti aiuta a capire le diverse culture, i modi di vivere e di esprimere, oltre che avere delle tradizioni e perché no, anche degli umori diversi. Inoltre, ti aiuta a capire il prossimo ti apre la mente, e come se in una stanza chiusa ci fossero più di una finestra aperta che ti permette di vedere in più di un orizzonte.
5. Sei di origine albanese. Cos’è l’Albania per te?
Sì, mi definiscono un albanese fiero, come tanti altri. E l’Albania per me è il paese di origine che mi ha dato tanto nel senso dell’educazione, dell’istruzione e dei valori sani, delle belle amicizie, il senso di ospitalità, il senso di famiglia. Per questi motivi sarò sempre fiero di essere originario dell’Albania.
6. Cosa significa avere un nome straniero nella tua quotidianità?
Ti aiuta a ricordare da dove vieni e quali percorsi non devi mai dimenticare, poi Petrit è un vero nome albanese, che significa “uomo coraggioso”, quindi fiero…
7. Sei abbastanza italiano per chi ti voterà?
Sono un Europeo e un cittadino del mondo, non soltanto italiano. E Firenze è la mia città, è il luogo dove vivo ed è nata e cresce mia figlia. Sono innamorato di Firenze e sono grato all’Italia per quello che mi ha dato e come mi ha accolto con tutte le opportunità che mi sono servite per costruire una vita qui.
8. Ci tieni ai sondaggi? Cosa dicono della lista in cui ti sei iscritto?
Sì, ovviamente ci tengo, e sono tranquillo perché i sondaggi dicono che il candidato sindaco appoggiato dalla mia lista, il sindaco Nardella e che merita di avere la possibilità di proseguire ulteriormente in questo cammino verso il futuro di Firenze.
9. Cosa significa essere integrati secondo te e quali sono le proposte da fare per migliorare le politiche che riguardano l’immigrazione?
Significa rispettare i diritti di ognuno e partecipare attivamente per il bene della comunità, non si finisce mai di integrarsi, e nel nostro caso probabilmente è un percorso che dura tutta la vita. Penso che i Comuni, possono investire di più in percorsi di integrazione, aumentare i corsi di lingua italiana, offrire momenti di scambi culturali con i paesi di origine e rendere la città aperta e plurale, tenendo a mente diritti e doveri.
10. Di origini albanesi, ma quale è la tua lingua madre?
La mia lingua madre è l ‘albanese per la precisione, se poi devo essere più preciso “gjuha labe”, cha sarebbe il dialetto della regione del sud, Valona nello specifico. Nello stesso tempo però ho anche la lingua di una madre che mi adottato da moltissimi anni ormai, l’italiano
11. Esiste una comunità albanese organizzata dove ti sei candidato/a? (tipo qualche associazione, una scuola, ecc). Quanti sono gli albanesi nella tua circoscrizione?
Esistono diverse associazioni, che io personalmente non ho avuto la fortuna di farne parte, molto spesso perché impegnato molto a livello lavorativo. Nella mia circoscrizione ci sono circa 5300 cittadini albanesi, molti dei quali hanno imprese, molti studenti e tantissimi lavoratori.
12. Non pensi che ti abbiano scelto solamente per attingere i voti della tua comunità?
In tutte le elezioni, a tutti i livelli, chi si candida ha come obiettivo quello di raccogliere voti. Questo significa anche raccogliere la sfida di dare voce e soluzioni a tutti quelli che ti hanno votato. Io la vedo come una grande opportunità per la comunità albanese, per poter partecipare attivamente alla vita politica della città, e per poter presentare le proprie idee riguardo al bene comune, che è la città di Firenze, dove noi siamo cosi fortunati da viverci tutti i giorni.
13. Cosa hai da dire agli altri candidati di origine albanese che concorrono in altre liste?
Un grande in bocca a lupo a tutti, perché la partecipazione politica è sempre da salutare a prescindere dai colori politici.
14. Vuoi aggiungere qualcosa o dire altro che ritieni importante?
Voglio invitare tutti gli italo albanesi che vivono in città ad andare a votare. Ritengo che recarsi alle urne, soprattutto quando si tratta di elezioni a livello comunale in cui si scelgono direttamente i propri rappresentanti, sia una delle massime espressioni della democrazia e della cittadinanza. In questo senso è un’occasione che non deve essere sprecata in nessun modo.
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Il prossimo 26 maggio, in contemporanea con le elezioni europee, si terranno le elezioni amministrative italiane. Ci siamo attivati a trovare i candidati di origine albanese che potete consultare qui
Interviste degli altri candidati: Admir Toto, Uljana Gazidede, Arli Dervishi, Jozef Gjura, Ina Dhimgjini,Ilda Beqo, Ben Kulli, Xheimina Dervishi, Armando Zotaj , Elona Gaxha e Dashamir Kruja