Alida Qukaj è candidata a Firenze con la lista civica “Punto e a Capo” appoggiando il candidato sindaco Mustafa Watte. A Firenze ci sono anche altri candidati di origini albanesi tra cui Petrit Malaj che Albania News ha già intervistato
Sono Alida Qukaj, nata a Shkoder il 16/09/1996. Residente stabilmente a Firenze dal 2001. Frequentato tutte le scuole dell’obbligo e diplomata come perito informatico all’Istituto Tecnico “A. Meucci” sempre a Firenze. Attualmente lavoro come cameriera in un bar nel centro storico fiorentino, perché amo essere sempre a contatto con le persone. Mi presento alle prossime elezioni comunali come candidata con la lista civica “Punto e a Capo” appoggiando a pieno il nostro candidato sindaco Mustafa Watte.
Intervista a Alida Qukaj
1. Qual è la tua proposta all’interno del programma della lista?
L’integrazione totale di tutti i cittadini, contraria ad ogni forma di razzismo e discriminazione (come recita anche la Costituzione Italiana).
Mi propongo, nonostante la mia giovane età, come persona piena di energie per il sostegno attivo non solo per la mia comunità ma anche per tutte le comunità straniere che vivono oggi a Firenze, ma non solo. Un’altra proposta sarà quella di un controllo maggiore di tutte le strutture scolastiche presenti in territorio, così da evitare spiacevoli episodi di scuole fatiscenti come successo di recente, i giovani devono avere il diritto di studiare in sicurezza.
2. In caso di vincita cosa pensi di proporre di innovativo per tutta la cittadinanza?
Oltre la sicurezza delle scuole come già detto in precedenza, la difesa dei diritti per tutti i cittadini. Firenze è una città accogliente e solidale, ogni cittadino residente od ospite ha gli stessi diritti e doveri, compito di una buona amministrazione è quello di rimuovere gli ostacoli ed i pregiudizi con politiche di accoglienza e integrazione, valorizzando le differenze già a partire dalle nuove generazioni.
3. Secondo te perché ti dovranno votare?
Perché, pur la giovane età, ho tanta voglia di imparare e mettermi a disposizione dei cittadini, rendendo così a Firenze tutto l’amore che mi ha donato in questi anni. Perché così in consiglio ci sarebbe finalmente qualcuno anche che sia il portavoce delle varie comunità già stabilmente residenti da anni, a dimostrazione di una integrazione ancora più forte, senza però fare distinzioni in quanto tutti abbiamo gli stessi diritti e doveri, il primo tra i quali quello di rispettare la meravigliosa città in cui ci troviamo.
4. Essere in possesso di una doppia cittadinanza, appartenere a più culture e parlare più lingue è un punto di vantaggio o svantaggio secondo te e perché?
Sì, assolutamente. È un vantaggio perché rende la mente più aperta, aiuta a comprendere le varie culture e di conseguenza a trovane un punto d’incontro per un rispetto reciproco.
5. Sei di origine albanese. Cos’è l’Albania per te?
Albania per me è casa, anche se sono venuta via poco dopo il secondo anno di vita, l’Albania per me è origine, è rispetto, è famiglia. Non posso spiegare meglio cosa sia per me l’Albania, perché non è solo una nazione, è un sentimento dentro di me.
6. Cosa significa avere un nome straniero nella tua quotidianità?
Significa ricordami chi sono, che strada ho fatto e che il rispetto per il prossimo è la chiave cardine senza dover mai giudicare dall’apparenza.
7. Sei abbastanza italiano per chi ti voterà?
Sono diventata effettivamente cittadina italiana solo l’8 aprile scorso, ma io personalmente già mi ritenevo italiana anche prima, anzi mi ritenevo albanese-fiorentina se vogliamo essere proprio pignoli, sia l’Albania che l’Italia hanno influito molto nella mia vita, ma l’essere sempre cresciuta a Firenze mi ha permesso di assimilare completamente la cultura e di conseguenza sì, sono albanese di origine, ma italianissima di adozione. Per me è un accrescimento quello di poter vantare una doppia cultura.
8. Ci tieni ai sondaggi? Cosa dicono della lista in cui ti sei iscritto?
Data la situazione politica e culturale attuale è molto difficile credere ai sondaggi, per due motivi. Il primo perché c’è un’altissima percentuale di astensioni al voto, il secondo è che il voto è molto volatine, quindi un sondaggio rischia di non essere veritiero nemmeno a 24h dalle elezioni.
9. Cosa significa essere integrati secondo te e quali sono le proposte da fare per migliorare le politiche che riguardano l’immigrazione?
Significa sentirsi parte integrante della comunità, partecipando a pieno alla quotidianità della propria città. Per quanto riguarda l’integrazione è garantire la dignità delle persone, la prima cosa da fare è quella di insegnargli la lingua perché senza tale conoscenza non ci può essere comunicazione, e senza comunicazione è molto difficile garantire l’integrazione.
10. Di origini albanesi, ma quale è la tua lingua madre?
Posso affermare orgogliosamente di averne due, perché sia l’italiano che l’albanese sono entrambe le mie lingue.
11. Non pensi che ti abbiano scelto solamente per attingere i voti della tua comunità?
Assolutamente no, e più che una scelta è stato un trovarsi, in quanto sostengo sia Watte a pieno che l’intero programma presentato. Aggiungo anche che il programma è stato redatto con il supporto di ognuno dei candidati in lista, ci tengo anche ad aggiungere che oltre a me sono presenti altri 9 candidati, su 36, di origine straniera; non per attingere ai voti delle nostre comunità ma bensì per portarne una voce più forte.
12. Cosa hai da dire agli altri candidati di origine albanese che concorrono in altre liste?
Solamente un grande in bocca al lupo, perché partecipare alla vita politica della propria città è segno di un forte legame verso di essa ed anche un forte abbraccio perché sapere che un albanese possa entrare in Consiglio Comunale per me è un grande senso di orgoglio.
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