Da bambina, la Piazza Scanderbeg della mia città natale, Tirana, non so perché, ma io la
consideravo non come un “luogo, una Piazza”, bensì “umana”, come una persona vivente, con un cuore, un’anima…
La immaginavo come una signora, una nobile dama, talmente imponente e maestosa essa risultava ai miei occhi!
E questa dama, le sue vestigia ce le ha sia occidentali, che orientali, per lo stile architettonico misto che la caratterizza e per l’aria affascinante che ne scaturisce. Forse, questo motivo costituisce un valore aggiunto alla peculiarità della Piazza, così come un po’ di tutta Tirana stessa.
Tutte le volte che i miei dicevano: “Andiamo a fare una passeggiata in Piazza!”, io dicevo tra me e me: “Stiamo andando a trovare quella “Signora”…!”
Crescendo, pian piano, l’approccio con la Piazza cambiò naturalmente per quanto riguardava le percezioni che avevo da bambina, ma il coinvolgimento che costituiva per noi, il nostro essere presenti lì, in Piazza, è sempre stato molto cospicuo. E teniamo presente che io abitavo a soli due passi dal centro!
Figuriamoci, che effetto suscitava la magia e l’autorità di quella Piazza, con la statua dell’ Eroe Nazionale, Scanderbeg che vi erige, con i ministeri e gli edifici governativi e culturali più importanti del paese, lungo tutta la sua distesa, a coloro che erano di passaggio a Tirana, che capitavano lì per caso o che transitavano in Piazza Scanderbeg con l’ apposita intenzione di conoscere questa arteria così importante della capitale! Da luogo che comprende dunque, i punti più importanti politico-sociali e culturali del paese, quali Il Museo Storico Nazionale, Il Palazzo della Cultura, La Biblioteca Nazionale, il Teatro dell’Opera e della Danza.
A partire dagli anni ’30, gli architetti italiani, capitanati dall’architetto Florestano De Fausto e Armando Brasini e più avanti, da Gherardo Bosio, avrebbero lasciato inevitabilmente la loro impronta stilistica alla progettazione ed alla costruzione di una considerevole parte di strade e di edifici importanti istituzionali, governativi e privati di Tirana – compreso la costruzione degli edifici dei sei ministeri nel 1931 ed il Palazzo del Municipio nel 1929 -1931 – quest’ultimi, situati sempre nella piazza Scanderbeg.
Cenni storici
La Moschea di Et’hem Bey e la Torre dell’Orologio
Nel 1789 iniziarono i lavori per la costruzione della moschea di Et’hem Bej , nel 1830 quelli per la Torre dell’Orologio, “Kulla e Sahatit”.
L’anno scorso in agosto, quando mi ero recata puntualmente in vacanza nella mia città natale, non potevo privarmi della soddisfazione di salire sulla Torre dell’Orologio, la quale solo da giugno di quell’anno, cioè dal 2016, veniva dalla ricostruzione e si era fatta rendere accessibile al pubblico la visita al suo interno.
È imponente la Torre, ha un suo proprio fascino da sempre. Ma devo dire che l’abbiamo sempre osservata soltanto da lontano, dall’esterno, da quando eravamo bambini. La sua altezza è di 35 metri, i gradini interni sono 90.
Circa due secoli fa, quando è stata costruita, questi gradini erano di legno pregiato, ma con il passare del tempo, si è preferito sostituirli con il ferro. I muri sono fatti di pietre scolpite.
Una volta saliti su, si poteva ammirare il bel panorama della città dall’alto. Forse prima, si sarebbe visto un panorama ben più ampio, in quanto, edifici altissimi non ce n’erano, oggi invece la visuale è un po’ più condizionata da questo punto di vista.
Una turista italiana che mi ha gentilmente chiesto di scattarle una foto, mi ha detto ad un certo punto: “Guardi cosa abbiamo alle nostre spalle per coincidenza, l’Istituto Italiano di Cultura!” Infatti quell’edificio si trova proprio accanto alla Torre.
La moschea di Ethem Bej è l’edificio più vicino alla Torre.
Un signore anziano albanese, mi dice mentre facciamo una breve sosta una volta arrivati in alto: “Quando eravamo bambini, mi ricordo che mentre i miei entravano in moschea a pregare, io ed altri miei coetanei, salivamo sulla Torre, nonostante un custode ci rincorresse e ci sgridasse. Ma per noi quello era un momento di puro svago”. E quel giorno invece, la nipote di questo signore anziano, che era emigrante in Italia, aveva fatto venire a visitare la Torre, un gruppo di turisti romani.
Ho ammirato Tirana dall’alto, con un misto di sensazioni: l’effetto di questa novità della ristrutturazione di per sé, mescolato con la nostalgia che scaturisce quando dall’alto vedevo strade percorse di frequente tempo fa, vedere ora i tanti stranieri lì accanto a me sulla nostra Torre …
Una volta scesa giù, ho visitato il Museo Etnografico allestito lì accanto con esemplari di abiti tradizionali e folcloristici di Tirana, appesi in cornici oppure sistemati in un “senduk”, in un baule tipico, come: camicie ricamate, “dimi mëndafshi” – pantaloni larghi di seta tipici da donna, “xhamadan” – smanicato di feltro e lana da uomo, strumenti musicali folcloristici del posto come “dajre” – tamburello, ecc.
Il Vecchio Bazar in Piazza Scanderbeg
Nel cuore di Tirana ci sono stati per la verità, due Bazar. Denominati “Pazari i Vjetër” (Il Vecchio Bazar) e “Pazari i Ri” (Il Nuovo Bazar) .
Per i più anziani, è stato più significativo il “Vecchio Bazar”.
Quello era stato ristrutturato nel 1905.
Si trovava esattamente laddove oggi è situato l’edificio del “Pallati i Kulturës” (Palazzo della Cultura).
Per cui, in piazza Scanderbeg, vicino alla Moschea di Et’hem Bej.
Invece, per le generazioni che hanno seguito e che, il Vecchio Bazar non lo hanno nemmeno conosciuto, tale importanza e rilevanza lo ha acquisito il Nuovo Bazar – Pazari i Ri, che io ho descrivo nel precedente articolo.
Negli anni del comunismo, questo Vecchio Bazar è stato raso al suolo, proprio per potervi costruire il “Pallati i Kulturës”. Così, ha demolito purtroppo, anche la parte affettiva dei tiranesi nei confronti del Vecchio Mercato.
Tutte le stradine adiacenti al “Pazar i Vjetër” venivano denominate con i nomi dei mestieri che vi praticavano i vecchi maestri artigiani:
- “La strada dei Sarti” e di coloro che cucivano i “jorgan”, i piumoni specifici , con cuciture e modelli “alla turca”, in raso, di colore rosso e turchese soprattutto.
- “La strada dei Lavoratori di Paglia”, per la lavorazione dei cosiddetti “hasra”, i tappeti di paglia delle case tiranesi.
- “La strada dei Tabaccai”.
- “La strada dei Venditori di Farina”.
- “La strada dei Venditori di Sale”.
- “La Strada dei Falegnami”, questi facevano anche delle belle pipe da collezione, lunghe 2m, anche se i tiranesi autoctoni usavano il tabacco tritato con le sigarette rollate a mano.
- “La Strada dei Fabbri”.
- “La Strada dei Gjizna”. Prende il nome da “Gjiza” (ricotta tipica tiranese), e sottintendeva i venditori dei latticini (Bulmet).
- “La Strada dei Pemna” ( “Pemna”, in dialetto tiranese, “frutta”), i fruttivendoli.
E insomma, così via, c’erano tutte le stradine e i vicoli, in cui erano sistemati anche i vari venditori di alimentari.
In piazza erano installati dei pali di legno, in cui i contadini legavano il bestiame, il quale era esposto, destinato alla vendita.
In seguito vi dirò dove esattamente, oggi hanno preso l’iniziativa per costruirlo nuovamente a Tirana questo Vecchio Bazar, in memoria di quello demolito.
A Tirana, nella pedonale “Murat Toptani”, a due passi dal centro, laddove si trovava l’edificio del “Pallati i Pionierëve”, si trova il Castello di Tirana.
![Castello Di Tirana Nella Pedonale Murat Toptani](https://cdn.albanianews.al/wp-content/uploads/2017/09/Castello-di-Tirana-nella-Pedonale-Murat-Toptani.jpg)
“Il Palazzo dei Pionieri”, – oggi un locale – era un centro di aggregazione giovanile, in cui io stessa ho lavorato in età giovanissima.
Al “Pallati i Pionierëve”, da giovane, per tutto il periodo delle superiori, io andavo dopo scuola ad insegnare italiano e francese a due gruppi di bambini di circa 10 anni.
Ebbene!
In questo luogo importantissimo per la capitale, si è avuta l’idea di costruire, riproponendolo, il “Vecchio Pazar”, quello che si trovava esattamente laddove oggi è situato l’edificio del “Pallati i Kulturës” (Palazzo della Cultura) e che era stato raso al suolo.
![Contadino Dell'Albania Centrale Al Mercato Bazar. Foto Archivio Tagliarini](https://cdn.albanianews.al/wp-content/uploads/2017/09/Contadino-dellAlbania-Centrale-al-Mercato-Bazar.-Foto-Archivio-Tagliarini-347x500.jpg)
Per cui, in piazza Scanderbeg, vicino alla Moschea di Et’hem Bej.
Questa idea è nata ed è stata alimentata dal fatto che, con le mura esistenti del Castello di Tirana nella zona Pedonale, il Vecchio Bazar costruito lì, fa dell’ effetto vintage, si colloca in una scenografia adeguata ai vecchi tempi e vi saranno in commercio solo prodotti artigianali e oggetti etnologici tradizionali, non solo tiranesi, ma di tutta l’Albania.
Il monumento in Piazza Scanderbeg
La statua maestosa di Scanderbeg, l’Eroe Nazionale dell’Albania, è un’opera del noto scultore albanese Odhise Paskali. Il monumento è alto 11 metri ed è stato inaugurato nel 1968 in occasione del 500esimo anniversario di morte di Scanderbeg.
![Tirana Piazza Scanderbeg, Monumento Di Scanderbeg](https://cdn.albanianews.al/wp-content/uploads/2017/09/Monumento-di-Scanderbeg.jpg)
Piazza Scanderbeg e i famosi fotografi professionisti lì collocati, con il loro studio fotografico “mobile”
Da bambini, quando intendevamo fare una foto e di macchine fotografiche personali non ne potevamo disporre, – non esistevano nemmeno i cellulari naturalmente – in Piazza Scanderbeg, nel giardino posposto all’imponente statua dell’Eroe Nazionale, attendevano fissi dei fotografi professionisti muniti di macchine fotografiche professionali.
Loro erano stati assunti dalla grande azienda “Stato”, – le aziende e la proprietà privata nel sistema comunista al potere, non esistevano, erano stati aboliti da tempo – e quei fotografi ci scattavano delle foto rigorosamente in bianco e nero, le quali dopo qualche giorno si ritiravano allo studio fotografico, che si trovava poco distante dal centro, vicino al Pazari i Ri – Il Nuovo Bazar.
Anche per le famose foto di classe, tutte le scuole di Tirana, una alla volta, si recavano in Piazza Scanderbeg e sui gradini vicino alla statua dell’Eroe Nazionale, in file ben precise, si realizzavano le foto per gruppo classe. Per cui, tutta la nostra generazione, anni ’70-80, possiede le foto di classe e quasi tutte le nostre uniche foto, – compreso quelle in date o eventi particolari come, il primo giorno di scuola, capodanno ecc – in una scenografia omologata: Giardino di Piazza Scanderbeg!
![Foto Di Classe Dall'unico Scenario Gradini Di Piazza Scanderbeg](https://cdn.albanianews.al/wp-content/uploads/2017/09/Foto-di-classe-dallunico-scenario-gradini-di-Piazza-Scanderbeg.jpg)
Le parate del Primo Maggio nel vialone
In Piazza, lungo il vialone, procedendo all’estremo opposto, quindi verso l’Università, si svolgeva ogni Primo Maggio, la manifestazione per la Festa dei Lavoratori, la quale vedeva partecipi tutte le categorie sociali albanesi quali: operai, studenti, agricoltori e quest’ultimi sfilavano con i mezzi agricoli, le forze militari che sfilavano in file precise, in uniforme e armi e con gli automezzi dell’esercito, bambini, veterani di guerra, l’Associazione delle Donne ecc…
Il popolo sfilava davanti alla tribuna allestita per l’evento grandioso, in cui era collocato il “trono” del dittatore e di tutta la classe comunista dirigente del governo del paese. Loro, dall’alto della tribuna, osservavano e ammiravano la manifestazione che il popolo, orgoglioso, offriva a loro, vantando i successi ottenuti nell’anno in corso dal punto di vista di crescita culturale, produttiva, economica e sociale del paese. Paese quello nostro, che andava avanti in totale regime autarchico.
La Piazza e l’intero vialone sono sempre stati noti per il famoso giro e le passeggiate dei tiranesi la sera. Si cercava di sfoggiare gli abiti migliori e la gente, in un via vai continuo, passeggiava lungo il vialone, da un’estremità cioè dall’università, fino in Piazza Scanderbeg. In questo modo, la città si trovava piacevolmente coinvolta in un momento di svago e di aggregazione, e i giovani avevano modo di fare delle nuove conoscenze. Tanti legami affettivi e tante nuove coppie tra tiranesi, erano nate proprio in quelle passeggiate tra la Piazza e la sua intera pedonale adiacente.
La Piazza durante e dopo il totalitarismo.
“Damnatio memoriae”, o “Cancellazione della memoria”
La Piazza Scanderbeg ha convissuto appieno con le gioie ed i dolori degli albanesi. La piazza è stata testimone e luogo in cui si è manifestata allegria da parte dei cittadini albanesi in momenti di manifestazioni festive, ma ha fatto anche da scenario di grandi rivolte e proteste nel doloroso cambio dei sistemi politici in Albania a inizio anni ’90.
Ogni epoca storica ed ogni sistema politico dunque, in Piazza Scanderbeg a Tirana, ha lasciato la propria traccia.
Durante il totalitarismo vi era stata collocata nel 1951 anche la statua di Stalin, laddove oggi si trova la Statua di Scanderbeg. In seguito, quella di Stalin è stata spostata appena oltre, vicino alla Galleria delle Belle Arti.
![Statua Di Stalin In Piazza Scanderbeg](https://cdn.albanianews.al/wp-content/uploads/2017/09/Statua-di-Stalin-in-Piazza-Scanderbeg.png)
Il 21 dicembre 1990, – il 21 dicembre corrisponde alla data di nascita di Stalin – quando l’Albania si trovava in transizione, al doloroso cambio dei sistemi politici ed era da poco avvenuta, da luglio dello stesso anno, il fenomeno dell’invasione da parte degli albanesi delle ambasciate straniere accreditate a Tirana, la statua di Stalin sarebbe stata smontata e prelevata, assieme ad un altro busto di Stalin che si trovava nella piazzola antistante il “Kombinat”, la Fabbrica Tessile che portava il suo nome, accompagnato dalla cancellazione di ogni suo simbolo od immagine in Albania.
Basta ricordare l’episodio cruciale dell’abbattimento della statua del dittatore Enver Hoxha il 20 febbraio 1991, simbolo del comunismo, cosa che segnò il colpo definitivo al vecchio sistema totalitario albanese. Quel giorno, la Piazza ha sentito il peso dei carri armati e le urla delle persone disperate, che da anni portavano addosso rabbia a e dolore per le sofferenze subite sotto dittatura.
Infatti, il 20 febbraio in Albania è stato determinato come data della “Memoria in onore delle vittime del regime comunista e dei martiri da esso causati”.
![Caduta Della Statua Di Enver Hoxha](https://cdn.albanianews.al/wp-content/uploads/2017/09/Caduta-della-Statua-di-Enver-Hoxha.jpg)
Nel mese di giugno dello stesso anno, 300 mila albanesi si riunirono lì, per attendere e salutare l’arrivo del segretario di Stato Americano, James Baker.
Piazza Scanderbeg ha convissuto anche con la gioia degli albanesi nel cambio dei sistemi, dunque con la vittoria delle elezioni del Partito Democratico a marzo del 1992, inoltre, con i festeggiamenti per la partecipazione dell’Albania alla NATO nel 2009, per i grandi festeggiamenti del Centenario dell’Indipendenza dell’Albania nel 2012 altrettanto.
Altre proteste significanti anche durante la democrazia hanno visto la Piazza caricarsi di ansia e tensione.
Oggi, in occasione di celebrazioni delle ricorrenze religiose mussulmane, la Piazza si trasforma anche in luogo di preghiera per i credenti mussulmani.
Piazza Scanderbeg, oggi restaurata
Risale al 10 giugno 2017, quindi abbastanza recentemente, l’inaugurazione di Piazza Scanderbeg, avvenuta dopo svariati mesi di lavoro, vedendo la Piazza trasformata in un’enorme pedonale. Come elementi caratteristici di questo restauro, sono: 28.000 metri quadri della sua superficie che sono stati rivestiti di sassi e pietre, di piastrelle raccolte da ogni angolo e regione dell’Albania, da Nord a Sud, da Est ad Ovest. La ricerca e la successiva collocazione di questi sassi di provenienza da tutta l’Albania in Piazza, rappresenta il senso di unità degli albanesi.
![Inaugurazione Della Piazza Scanderbeg 10 Giugno 2017](https://cdn.albanianews.al/wp-content/uploads/2017/09/Inaugurazione-della-Piazza-Scanderbeg-10-giugno-2017.jpg)
In Piazza sono state collocate più di cento fontanelle, che contribuiscono a rinfrescare il luogo durante i mesi caldi. Sono state installate altrettanto delle piattaforme adatte per farsi scattare delle foto, costruiti dei giardinetti con tanto verde e piante aromatiche. Anche gli alberi piantati nella Piazza sono stati trasportati da ogni regione albanese. Non poteva mancare nemmeno un parcheggio sotterraneo.