Il 18 e il 19 maggio si svolgerà a Milano, presso gli spazi del Centro Culturale Slow Mill di via Volturno 32, FjalaFest, la prima edizione del Festival della Letteratura Albanese, organizzato dalla rivista Albania Letteraria, dall’Associazione Dora e Pajtimit APS e dal Centro Culturale Slow Mill.
Il sogno
La parola Festival deriva dal latino festivalis, il cui significato rimanda a festivo, piacevole. Perché non farne uno incentrato sulla letteratura albanese? Sarebbe un evento unico. Mi sono posta questa domanda diversi anni or sono, da quando mi interesso di letteratura albanese con lo sguardo attento all’attuale panorama letterario, incontrando la sua unicità e scontrandomi con tutte le difficoltà legate alla diffusione in Italia. Il suo complesso e prezioso mondo, che riflette la storia articolata e l’immenso patrimonio culturale dell’Albania, è ancora troppo poco conosciuto. Un festival offre momenti fondamentali di incontro, una valida alternativa a un dibattito culturale in rete, che rischia di essere dispersivo, nonché un momento di promozione e di educazione alla lettura.
Così, ho iniziato a mettere nero su bianco un’idea da concretizzare, chissà quando e chissà se mai. Un pensiero fatto di incontri tra gli autori, di un confronto tra gli attori della filiera albanese; una piccola o grande kermesse letteraria, non fine a sé stessa, poiché la comunità albanese, in Italia, è grandissima e ho pensato fosse necessario restituire un pezzo d’Albania attraverso la sua letteratura e cultura, nell’ambito di un bellissimo ponte tra i Paesi, sempre in costruzione.
La letteratura albanese merita di essere meglio conosciuta e compresa: le sfumature che la caratterizzano sono degne di emergere e la sua cultura “deve” guadagnarsi l’attenzione del pubblico di lettori italiani e degli editori nostrani. Mentre stilavo il potenziale progetto del Festival o meglio del chissà quando e chissà se mai, pensavo che il merito, alla fine, è reciproco: anche i lettori italiani meritano di arricchirsi con i libri di autori albanesi, che siano tradotti o italofoni. Anche i cultori della letteratura italiana meritano di comprendere che quella albanese rappresenta una fonte di arricchimento, per tutti, indistintamente.
E ancora di più oggi, noi, insieme, non pensiamo che una tale iniziativa possa costituire un’ancora di salvezza per la letteratura albanese, bensì che possa creare un momento di condivisione, con la sua presentazione ad ampio respiro, che possa permettere di dare viva voce alle sue figure più rappresentative e di far conoscere attraverso il loro operato “l’Albania bellezza”.
Perché non farlo, realizzando un momento di condivisione e di festa? Così è nata la bozza del Festival della letteratura albanese, con la quale è stato amore a prima vista e che ho riposto nel cassetto per diverso tempo.
Il Festival, un’esigenza che diventa realtà
L’incontro e la sinergia creatasi tra Albania Letteraria, la rivista fondata da Olti Buzi e della quale sono capo redattrice e il Centro Culturale Slow Mill, del quale è Direttore artistico Besmir Rrjolli e la coordinatrice della diaspora Luljeta Cobanaj a sostegno della diffusione della letteratura albanese in Italia, mi ha permesso, a gennaio 2023, di rispolverare il progetto del Festival, di proporlo e di vederlo andare in porto.
Un’esigenza che diventa realtà è la frase che meglio identifica il Festival. Tanti antichi pregiudizi sugli albanesi sono stati abbattuti, ma alcuni preconcetti sono ancora molto vivi. Uno dei più forti, che riecheggia, si esprime in una sorta, quanto falsa, settorialità che profilerebbe la letteratura albanese, sottolineando come i libri dei suoi autori siano adatti solo a chi desidera avvicinarsi all’Albania. Nella moderna società, è difficile far passare il concetto che vede la letteratura albanese sposarsi, ormai da tempo, con quello di universalità e che nulla ha da invidiare alla produzione letteraria inglese, francese o americana.
In Italia si conosce abbastanza bene, anche grazie alla voce degli autori italofoni, (albanesi che scrivono in italiano), la storia del Paese delle Aquile dai primi anni Novanta, dopo i grandi fenomeni migratori, ma ancora poco si sa dei 45 anni di chiusura che hanno influenzato l’evoluzione storico sociale dell’Albania del passato e in parte di quella presente. I libri rappresentano una fonte inesauribile di conoscenza e di divulgazione e nella specificità una preziosa sorgente di apprendimento della Storia del popolo, della sue tradizioni e della cultura che lo contraddistinguono. La letteratura albanese, come qualsiasi altra forma letteraria, è il mezzo di arricchimento utile per potersi avvicinare alla conoscenza di un generoso Paese, vivendolo da lontano o da vicino, con maggiore consapevolezza.
FjalaFest, che significa?
La prima edizione del Festival della Letteratura albanese nasce, quindi, dalla collaborazione di differenti realtà. Il confronto su quale nome dare al Festival non è stato semplice: le idee erano tante, ma la scelta è ricaduta su FjalaFest. Fjala, in albanese, vuol dire parola. Le parole non sono solo uno strumento di comunicazione: attraverso la scelta del linguaggio possiamo cambiare il senso e l’effetto di quanto desideriamo offrire, possiamo contribuire a creare immagini e stati emotivi e così la parola sarà la protagonista di FjalaFest. Da qui nasce lo slogan: L’Albania tra libri e parole, a rappresentazione della preziosa essenza del dialogo, che vedrà protagonisti per due giorni scrittori, studiosi, traduttori ed editori. L’Albania sarà nel flusso delle parole, quelle che la narrano, affidate alla scrittura per essere lette, fatte proprie e rimestate, per una sana e corretta divulgazione. Il significato del nome e dello slogan attribuiti al Festival sono l’immagine speculare del significato della manifestazione: portare la letteratura, con la sua onestà di fondo, a mezzo essenziale per la corretta visione di un mondo a noi vicino, ma ancora troppo lontano.
L’impatto
Quando si organizza un evento, soprattutto di tale portata, le preoccupazioni su quale impatto avrà sono enormi: quale sarà l’effetto che la notizia provocherà? E quello che ne deriverà durante lo svolgimento dell’attività? E quello di restituzione? A questo punto, quando i lavori sono a più della metà del percorso, si può affermare che la notizia sia stata accolta positivamente sia in Italia che in Albania. Nel nostro Paese è stata ben recepita sia dalle realtà albanesi che da quelle italiane: basti pensare che il Festival ha ricevuto il Patrocinio della RAI per la sostenibilità ESG e ha come Media Partner Rai Cultura e Rai Italia, oltre al sostegno dei partner NuoveRadici.World e IllyrianBrains e al Patrocinio del Consolato della Repubblica d’Albania. Al di là del Mediterraneo, l’attenzione nei confronti dell’evento è altissima sia da parte delle istituzioni, che degli autori e ancora di più degli editori. Intorno al Festival c’è una grande attesa e un’onda molto lunga, che si spera porti con sé un eco nel tempo, dandogli eterna vita.
Gli obiettivi
Riunire scrittori, traduttori ed editori, tra le figure più rappresentative della letteratura albanese, raccontare l’Albania tramite la voce dei suoi autori e i dei suoi libri, stimolare il consumo culturale del pubblico italiano, orientandolo anche verso la letteratura proveniente dall’Albania, inducendo, al contempo, uno spostamento nella scelta dei lettori in direzione della qualità. Questi sono alcuni degli obiettivi di FjalaFest. Cambiare i destini di lettori e scrittori è un altro fine, (forse uno dei più audaci), presentare l’Albania in tutta la sua realtà è quello di punta e offrire un evento di elevata fruibilità, a “uso e consumo” dell’intera comunità, sia della diaspora albanese, che di quella italiana, è la nostra speranza più concreta.
Gli ospiti di FjalaFest
Sono tanti e illustri i nomi che animeranno la kermesse, da scrittori le cui opere sono state tradotte in italiano, tra i quali Mimoza Hysa, scrittrice, traduttrice e direttrice del Centro Editoriale per la Diaspora in Albania, Stefan Çapaliku, scrittore e drammaturgo, Tom Kuka, vincitore del Premio dell’Unione Europea per la Letteratura 2021 e ancora un nome autorevole dell’editoria albanese, Petrit Ymeri, direttore della Fiera del libro di Tirana, nonché fondatore e presidente dell’Associazione Editori Albanesi, che arriveranno direttamente da Tirana. Anche l’italofonia albanese avrà ottimi rappresentanti, come gli apprezzati scrittori Darien Levani ed Eltjon Bida. Nomi di spessore anche tra gli studiosi: Matteo Mandalà, valido albanologo e docente universitario, Giuseppina Turano, linguista e professoressa presso la Cà Foscari e Carlo Pellicano, presidente di Cim Albania. Per conoscere meglio gli ospiti di FjalaFest, visitate il sito ufficiale della manifestazione www.fjalafest.it, dove trovate, anche, il programma del Festival.
I laboratori
FjalaFest si rivolge anche ai piccoli lettori, con una stimolante iniziativa. Si realizzeranno due laboratori di lettura animata, con accompagnamento musicale live, dedicati ai bambini dai 6 ai 10 anni. Il primo si svolgerà domenica 12 Maggio, in occasione della Festa della mamma e il secondo sabato 18 maggio, al mattino. Le fiabe saranno tratte dai libri Fiabe italiane di Italo Calvino e Fiabe albanesi di Virgjil Muçi. Sarà una maniera divertente e stimolante di far conoscere l’Albania ai più piccoli, avvicinando le due culture.
Il Premio alla traduzione
FjalaFest ha voluto dare spazio ai traduttori, bandendo un Premio alla traduzione che premierà la migliore trasposizione dall’albanese all’italiano realizzata tra il 2021 e il 2023. Il Premio è finanziato dal Centro del Libro e della Lettura albanese. a questo link trovate i quattro libri finalisti e tutte le informazioni sulla giuria. Sarà annunciata la vincitrice il 6 maggio e la premiazione avverrà a conclusione della seconda giornata di FjalaFest, domenica 19 maggio.
Con questa iniziativa, FjalaFest ha voluto sottolineare l’importanza dei traduttori e della traduzione, una disciplina capace di avvicinare popoli e culture molto diversi. L’opera di trasposizione viene erroneamente vista come una semplice operazione di interpretariato e i traduttori considerati, in maniera esageratamente semplicistica, come dei “creatori di parole”. La traduzione, in realtà, non implica solo un trasferimento di vocaboli da una lingua a un’altra, ma un lavoro di raffronto e avvicinamento alla cultura della lingua nella quale si deve tradurre e uno studio della stessa.
La mostra
Non solo libri al FjalaFest! Il Festival ospiterà la mostra Inner light di uno dei più grandi artisti viventi albanesi, il pittore Lekë Tasi. Ex prigioniero politico durante il regime di Enver Hoxha, oggi è un pittore apprezzato non solo in Patria, ma anche nel mondo.
Perché visitare FjalaFest?
Non ci rimane che invitarvi a non prendere impegni per il 18 e il 19 maggio! Le motivazioni per cui non perdersi questo evento sono tante: conoscerete da vicino gli autori più rappresentativi della letteratura albanese e sentirete parlare di quelli che per svariate motivazioni non hanno potuto raggiungerci. Conoscerete la cultura albanese nella sua totalità e in quelle sfumature che troppo spesso sfuggono, in questa occasione speciale. E poi tante altre motivazioni, che vi invitiamo a scoprire da soli. Non mancate!
Avremo tempo di tirare le somme sull’iniziativa, ma ci auguriamo, sin da ora, che si tratti della prima di tante edizioni.
Il Festival fa parte del progetto “From Page to Stage” finanziato nel quadro dell’iniziativa A.MI.CO. Grants dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) –Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo con il sostegno della Cooperazione Italiana allo Sviluppo ed è co-finanziato da Fondazione Cariplo e da OSF for Albania.