Il Consiglio Nazionale dei Musei ha dato l’ok per l’istituzione in Albania di un Museo Nazionale degli Ebrei, idea promossa dal Ministero della Cultura e dal Municipio di Valona.
E’ la stessa ministra albanese della cultura, Elva Margariti, ad aver reso nota la notizia attraverso i suoi profili social:
“Una storia che deve essere raccontata. E’ la storia di un popolo in fuga, perseguitato, che ha trovato rifugio in un piccolo paese, il quale ha aperto le sue porte, li ha difesi, ha dato loro i suoi nomi. Il Museo Nazionale degli Ebrei a Valona sarà il modello di un museo contemporaneo che ci trasporterà in storie di vita, testimonianze, voci e immagini.
Il Consiglio Nazionale dei Musei ha aperto la strada all’idea del Ministero della Cultura e del Municipio di Valona, progettata dalla fondazione albanese-americana per lo Sviluppo sotto la consulenza del Professoressa Barbara Kirshenblatt-Gimblet, riguardante l’istituzione di questo museo. Le generazioni devono conoscere questa storia di sacrifici, convivenza e fede.” – si legge nel post Facebook della ministra.
Il museo ebraico a Berat
Nel 2018 fu fondato – da Simon Vrusho – a Berat un museo dedicato ai più di 600 ebrei salvati durante la seconda guerra mondiale.
Il museo ‘Solomon’ – inaugurato nel 2018 – è dedicato alla memoria dell’Olocausto e, in particolare, agli ebrei della città di Berat.
Situato sulla strada principale del castello, il museo si concentra principalmente sui più di 600 ebrei salvati durante la seconda guerra mondiale a Berat. Inoltre, mira a portare alla luce testimonianze di un periodo di quasi 500 anni, dal 1520, quando si pensa che le prime 25 famiglie ebree arrivarono a Berat dall’Italia e dalla Spagna.
Le origini della comunità ebraica in Albania
La maggior parte della comunità ebraica in Albania proviene da Giannina: tredici famiglie e i loro discendenti originari del quartiere di Castro, che nel periodo tra le due guerre mondiali costituirono una piccola comunità di artigiani e mercanti con sede a Valona aprendo negozi anche altrove.
Questa comunità sopravvisse alla guerra e all’occupazione nazista. Dopo la guerra, come la maggior parte della piccola borghesia albanese, furono espropriati dal regime comunista e nel corso degli anni furono integrati in matrimoni misti con altre comunità religiose.
Negli anni cinquanta, la piccola comunità di ebrei albanesi iniziò con i primi tentativi di partenza verso Israele, ma questo diritto fu negato dall’ex dittatore comunista Enver Hoxha. Dall’inizio degli anni ottanta, con il miglioramento delle relazioni dell’Albania con la Grecia, alcuni di loro tornarono a visitare Ioannina.
A metà degli anni novanta, invece, con l’aiuto della comunità ebraica americana e di altre organizzazioni ebraiche, la maggior parte di loro lasciò il paese, portando con sé la propria storia albanese di oltre un secolo.
Libri dedicati agli ebrei in Albania