A pochi giorni dalla chiusura dell’esposizione “L’archivio Marubi. Il rituale fotografico” presentata dal ‘Muzeu Kombëtar i Fotografisë Marubi’ di Scutari, la Triennale di Milano ospita la proiezione del film “L’attesa” del regista albanese Roland Sejko, in programma domani venerdì 7 dicembre alle ore 16:00 presso la sala Agorà.
Roland Sejko
Nato in Albania nel 1968, Roland Sejko si è laureato in Storia e Filosofia all’Università di Tirana prima di stabilirsi in Italia nel 1991 dove ha lavorato nel settore cinematografico per Istituto Luce (la più antica casa di produzione italiana, ora incorporata in Cinecittà Luce, in Italia società di cinema pubblico) con attività che vanno dagli archivi cinematografici storici alla produzione e distribuzione di film.
Giornalista e giornalista culturale, insieme al suo lavoro all’Istituto Luce, Sejko ha fondato e dirige dal 1999 il quindicinale in lingua albanese “Bota shqiptare” (The Albanian World) rivolto alla comunità albanese in Italia.
Nel 2008 Sejko ha fatto il suo debutto come regista scrivendo e co-dirigendo il documentario “Albania, il paese di fronte”, una storia di 90 minuti in Albania basata esclusivamente su materiale di archivio propagandistico dell’Istituto Luce e dell’Albania Film Archive.
Nel 2012 ha scritto e diretto Anija – La Nave, un documentario sull’esodo di massa degli albanesi in Italia negli anni ’90. Presentato all’International Film Festival di Torino, il film ha ottenuto recensioni molto positive e ha vinto una nomination ai premi cinematografici di Nastri d’Argento.
Nel giugno 2013 il film è stato insignito del David di Donatello, il più prestigioso premio del cinema italiano, come miglior lungometraggio dell’anno.
La mosta “L’archivio Marubi. Il rituale fotografico”
Il curatore della mostra, Zef Paci, ha selezionato circa 150 fotografie degli autori più conosciuti della collezione del museo nazionale Marubi di Scutari.
Le 150 immagini ripercorrono la vita della città di Scutari nei suoi aspetti storici, culturali, sociali e antropologici. L’unione di questi aspetti e frammenti staccati dal quotidiano, costituisce una narrazione attraverso la fotografia, un viaggio attraverso i luoghi, i volti e i rapporti umani.
La fotografia come rito, ci ha permesso di scavare nella comunità e nelle sue numerose storie con il desiderio di offrire al pubblico il panorama di una realtà multiforme ed eclettica.