Dopo il successo ottenuto con il film “La delegazione”, avvenuto quattro anni fa, al Festival Internazionale del Film a Varsavia, Polonia, il regista Bujar Alimani vi ha fatto intanto ritorno nella 37-esima edizione della manifestazione con il suo nuovo prodotto cinematografico “La vergine albanese”.
A ottobre scorso il film è stato presentato al pubblico polacco per l’occasione. Grande emozione per il regista, nell’aver presentato l’anteprima del film ad un pubblico straniero.
L’attrice protagonista, Rina Krasniqi, anche lei si esprime molto entusiasta del fatto di essere riusciti a proiettare il film davanti ad un pubblico straniero e in un evento così importante cinematografico a livello mondiale.
Il film è incentrato nella vita difficile condotta in Albania, mentre il paese è stretto nella morsa delle severe imposizioni patriarcali della società e nell’osservanza rigorosa di usi e costumi locali, ambientato nel Nord Albania, anni ’60.
Periodo che coincide al contempo con la dittatura esercitata in paese e in cui, la protagonista, Luana è costretta a rinunciare al suo amore per Agim, per via di un matrimonio combinato imposto dal padre.
Lei presto realizzerà che in quella società, che segue le orme consuetudinari del Kanun, il codice ancestrale di condotta, a trarre vantaggio dal retaggio culturale locale sono esclusivamente gli uomini, per cui ritiene di diventare anche lei stessa, adeguandosi alle circostanze, una di loro, una componente aggiuntiva alla parte maschile della società, un uomo: reprimendo ogni aspirazione, sogno o desiderio precedente femminile.
Il regista Limani sostiene che nonostante il film faccia riferimento al periodo buio degli anni ’50 -’60 in Albania, la stessa mentalità possa appartenere in modo ridotto ancora oggigiorno a qualche località sperduta rurale in paese.
La produttrice Anita Elsani si pronuncia che “il film “La vergine albanese”, senza anacronismo, non si fa condizionare da preconcetti e non giudica con scetticismo i comportamenti o le interazioni specifiche all’interno del suddetto contesto albanese nell’epoca in questione. Il suo contenuto sconvolge e dispera da un lato e, d’altro canto costituisce un forte grido per invocare la pace e la conciliazione.”
Il regista Limani afferma che per attenersi il più possibile alle ambientazioni reali che costituiscono il fulcro della tematica del film, ha dovuto girare per le riprese, diverse località del Nord Albania, quali Pukë, Fushë Arrëz, Scutari e Kosova, cosa che tuttavia non gli è risultata poi così difficile e grazie alla collaborazione e la disponibilità del suo eccellente cast di attori, tecnici e collaboratori, il lavoro gli è stato facilitato.
Tra gli attori lodevoli da Albania e Kosova, il regista annovera Rina Krasniqi, Shkurte Sylejmani, Mimoza Azemi, Lulzim Zeqja, Jonida Vokshi, Lum Veseli, Viktor Zhusti, Nik Xhelilaj, Alban Ukaj, Astrit Kabashi, Kasem Hoxha, Igli Zarka, Fatlume Bunjaku, Aurita Agushi, Erjon Hodo, ecc.
Con la consapevolezza del filone del film, doloroso e sofferto che la protagonista e tutto il cast affrontano, secondo il regista Limani, questo prodotto nuovo cinematografico è un invito al buon senso ed alla pace.
Lui è rimasto sorpreso per un verso, da una buona conoscenza da parte del pubblico polacco, di usi e costumi albanesi, in particolar modo del codice consuetudinale, Kanun e dall’altro canto, delle sorprese e curiosità che a loro ha suscitato il film, interesse che si è concretizzato nelle loro domande volte al regista alla fine della proiezione.
Dopo la première in Varsavia ha seguito quella a Tirana nel cinema “Millenium”, sempre a ottobre scorso.
Per arrivare alla vittoria di questi giorni al Festival del Film di Ostenda, Belgio come premio del pubblico.
Il film “La Vergine albanese” è un prodotto di Elsani & Neary Media GmbH, Germania; Potemkino Port, Belgio; 90 Production Albania; Circle Production, Kosova. Il film è stato finanziato dal Centro Nazionale Cinematografico, nella categoria “Coproduzioni di minoranza”. Finanziato anche dalla ZDF ARTE, Centro Cinematografico Nazionale, “Eurimages”, Kosova e “Europe Creative”.