Non è bastato il cuore forte di Leonard, la dedizione dei medici dell’ospedale, le speranze della moglie, uniti in matrimonio da 16 anni; non sono bastate le preghiere di suo zio Gjin e di tutti i suoi famigliari.
Il venerdì scorso, 04 novembre Nardi (come lo chiamavano i famigliari) alla fine si è arreso. Ha smesso di lottare per la vita, il suo cuore ha smesso di picchiare contro il petto invaso da lesioni causate nell’esplosione d’Eureco di Paderno Dugnano (Milano) avvenuta il 5 novembre 2010. Stanco da dolori attorci si è immerso nel sonno eterno abbandonando tutto e tutti. Cosi, Leonard Shehu segna la quarta e l’ultima vittima dopo Sergio Scapolan, Harun Zeqiri, Salvatore Catalano. Tornerà nella sua piccola Albania e riposerà in pace per sempre nella sua città natale, a Laç. Tornerà da dove era partito anni fa, in cerca di una vita migliore. Aveva scelto l’Italia, il Paese dei sogni, come la maggior parte dei suoi connazionali. Il suo sogno si è trasformato in un incubo. Le lingue di fuoco l’hanno avvolto, gli hanno bruciato i sogni e il corpo. Da quel sogno trasformato in un incubo non è riuscito a svegliarsi, gli ha tolto la vita, l’ha condannato a morte.
La sua tragedia, condizionata anche dal silenzio dei suoi famigliari non ha nutrito i media. È duro, ma vero l’opinione di Darien Levani , giornalista di Albania News che scrive: ”Leonard, muore nell’indifferenza dei giornali che pure erano accorsi velocemente a Paderno per servire il massacro delle 20.00. Ma i giornali non amano che si muoia a puntate, vogliono tutto e lo vogliono subito”.
Ora, qualche giornale si è tornato ad occuparsi della sua morte indicandolo come “l’ultimo martire”anche se nel fra tempo di lui si era dimenticato del tutto, non solo i media, non solo l’Italia ma anche la sua amatissima Albania. Dopo la morte tutti diventano semidei, coraggiosi, combattenti, modelli, eroi; tipico della mentalità squilibrata che caratterizza i governi albanesi da sempre. Una mentalitàpsicopatica tramandata dal regime comunista.
Lo dimostra il fatto che, i rappresentanti del Consolato generale della Repubblica d’Albania a Milano hanno raggiunto i familiari appena hanno appreso la notizia della morte di Nardi. «Abbiamo portato le nostre più sentite condoglianze -ha sottolineato il console Nausika Spahia. Commoventi sia le parole che le loro azioni lette da chi si ferma alle parole ed ignora i fatti considerando le possibilità.
Le autorità albanesi visitano spesso l’Italia. Non più tardi del dicembre scorso a Milano c’era Jozefina Topalli, Presidente del Parlamento albanese per sottolineare il lavoro fatto in questi anni dal governo Berisha. Passi il fatto che il Presidente dovrebbe essere super partes, non è facile da digerire la mancanza di una visione sugli albanesi che vivono in Italia da parte dello Stato albanese.
Appresa la notizia della morte di Leonard, il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, ha espresso il suo cordoglio e ha affermato chequesta “tragedia” ci obbliga a moltiplicare gli sforzi e a profondere il massimo impegno affinché le norme in tema di sicurezza siano sempre più efficaci”. Parole già sentite in altri occasioni simili a questo di Leonard. Magra consolazione per chi ha perso i propri cari in condizioni spietati. Condizioni, che da anni caratterizzano l’Italia il “Paese delle meraviglie”Un’altra campana suona a vibrazione di luto. Italiani e albanesi si trovano abbracciati attorno alla famiglia di Leonard Shehu che si è sconvolta dal dolore. Attorno la sua famiglia ci abbracciamo anche tutti noi di Albania News. Ci aggreghiamo alla sua famiglia, ai suoi parenti, ai suoi cari amici e a tutti coloro che lo conoscevano. Anche noi soffriamo con loro. A tutti loro mando le mie più care condoglianze. Nardi aiutaci a supportare le ingiustizie di questa vita. Ciao Nardi. Riposati in pace