Il tema di un incontro che stiamo preparando a Torino per l’11 dicembre, presso la biblioteca Primo Levi, è grosso modo “Il risorgimento silenzioso dei nuovi albanesi”. A proposito, venite numerosi se no vengo a prendervi a casa uno ad uno.
Ci riferiamo, tra l’altro, a un bell’articolo di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo apparso sul Corriere della Sera. Cosa dicono i due giornalisti?In poche parole sostengono che negli ultimi anni in Italia l’immagine degli albanesi è nettamente migliorata. Portano, come esempio, dati e cifre ufficiali le quali analizzano il contributo degli migranti albanesi all’Italia, azzerando anche un confronto tra arberesh ed albanesi. Per la cronaca: l’articolo viene immediatamente ripreso e tradotto da Gazeta Shqiptare. Durante la traduzione la frase “ A proposito, il paese svetta anche nella raccolta differenziata: 66%. «Con la tariffa più bassa d’ Italia: 95 centesimi al metro cubo», ammicca il sindaco” diventa “ Zona ka një shifër prej tjetër të mbledhjes së taksave: 66 për qind. “Me tarifën më të ulët në Itali: 95 cent për metër kub”, thekson kryebashkiaku.” Che sarebbe: anche se la tariffa dei rifiuti è la più bassa in Italia, solo 95 centesimi al metro cubo, solo il 66% degli abitanti la paga! Insomma, un modo per farci male da solo, si trova sempre. Comunque, al di la dell’articolo, questa é una sensazione che ho percepito tra tanti albanesi i quali sostengono che negli ultimi due anni questo cambiamento è vero, tangibile. Certamente, non esiste confronto con l’immagine dei primi anni 90, o del Annozero, 1997. E’ innegabile che negli ultimi anni tanti migranti si sono inseriti nel posto di lavoro e nelle città nelle quali abitano, portando un contributo anche culturale, oltre che economico. D’altra parte, nNegli ultimi anni l’Italia è diventata, ogni giorni di più, un posto sempre meno tollerante verso gli stranieri. Eppure, per qualche ragione, gli albanesi ne sono immuni. Ma è veramente cosi? Voglio dire,c’è qualcosa che non torna. Quanto è reale questo cambiamento? E’ molto reale, come abbiamo visto, perché è sostenuto da cifre e attività.
Ma quanto è solido?
Casualmente ho sottomano una lista di Noam Chomsky il quale stila una classifica di 10 metodi per manovrare la massa.
Al punto 2 l’intellettuale inserisce
“Creare problemi e poi offrire le soluzioni” Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”.
Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
Lo abbiamo visto succedere tante volte, specialmente in periodo elettorale. Io penso che, anche se questo cambiamento è indubbiamente reale, non è affatto solido. Non per colpa nostra, va da se. Ma perché la percezione che gli altri hanno di noi, dipende essenzialmente dai mezzi di informazione. Non è un caso che negli ultimi anni non c’è stato nessun caso nazionale che coinvolgesse un nostro connazionale.
Per cui, si, la percezione è giusta, ma dipende da dati facilmente falsificabili. In realtà i sforzi reali della comunità albanese possono essere facilmente amplificati o vanificati dai media. Certamente non eravamo dei mostri prima, e non siamo degli angeli adesso.
In realtà, io penso che la comunità albanese percepita è facilmente calcolabile cosi
Comunità albanese reale + attenzione mediatica ( momento politico, elezioni, calo di sondaggi ) +/- episodio casuale = comunità albanese percepita