Un articolo della BBC pubblicato il 1 novembre 2017 riporta la scoperta, una generazione dopo la caduta della dittatura comunista, di migliaia di prove sull’esecuzione di persone dal precedente regime.
Più di 30 anni dopo la morte di Enver Hoxha, l’Albania sta iniziando a fare i conti con la terribile eredità lasciata dalla dittatura comunista.
“Per favore, non chiedermi quanto sia stato difficile. Non posso nemmeno iniziare a raccontarti quanto è stato difficile. Stavamo scavando solo ossa e teschi, cercando di mettere insieme le cose, è stato molto doloroso”.
Così dice l’ingegnere chimico in pensione Nikolin Kurti, 68 anni, che ha accompagnato Andrew Hosken e Albana Kasapi alla periferia della capitale albanese, Tirana, e poi sul monte Dajti. Era qui, ora ricoperta di cespugli e rovi, che aveva scavato una fossa comune nel 2010, scoprendo i resti di 14 persone.
“Tutto ebbe inizio quando un poliziotto mi ha riferito che mio zio era sepolto qui”, spiega Kurti. Lo zio, un sacerdote cattolico di nome Dom Shtjefen Kurti , fu giustiziato nel 1971 dopo essere stato dichiarato colpevole di aver battezzato di nascosto un bambino.
Enver Hoxha aveva criminalizzato tutte le forme di religione e Padre Kurti ha pagato il prezzo più alto per aver disobbedito a uno stato totalitario che è stato spesso paragonato alla Corea del Nord di oggi.
Adesso l’Albania stessa ha intrapreso il difficile cammino nel suo tragico passato che dovrebbe portare al ritrovamento di centinaia di fosse comuni.
Il passato travagliato dell’Albania
- 1939 Italia invade l’Albania. Re Zog fugge
- 1944 Dopo la fine dell’occupazione tedesca, Enver Hoxha diventa leader
- 1946 I non comunisti vengono eliminati dalle posizioni governative. Il regime metterà fuori legge la religione, uccidendo oppositori politici e creando accampamenti di lavoro
- 1961-78 Dopo la rottura con l’URSS, l’Albania trova in Cina il suo nuovo alleato
- 1985 muore Enver Hoxha, sostituito da Ramiz Alia
- 1989 I governi comunisti nell’Europa dell’Est crollano. Ramiz Alia segnala cambiamenti nel sistema economico
- 1991 Prime elezioni multipartitiche
Il regime di Enver Hoxha è stato tra i più brutali e paranoici dei regimi comunisti. Circa 200.000 persone sono passate attraverso i campi di lavoro modellati sui Gulag di Stalin. Più di 6.000 persone sono scomparse. Ora migliaia di familiari e amici vogliono conoscere il loro destino.
Si ritiene che quasi tutte le persone scomparse sono state uccise o sono morte sotto torture nei campi. Molti erano prigionieri politici, sospettati di opposizione al regime.
Recentemente, il governo socialista in Albania ha avviato negoziati sulla possibilità di individuare e, eventualmente, di aprire le fosse comuni.
A settembre del 2017 il primo ministro dell’Albania Edi Rama ha incontrato Kathryne Bomberger, direttore generale della Commissione Internazionale per le Persone Scomparse. L’ICMP ha contribuito alla scoperta di fosse comuni in altri paesi nei Balcani, principalmente coinvolte nelle guerre dell’ex Iugoslavia negli anni ’90. L’organizzazione fornisce anche i test del DNA necessari per identificare i resti.
Matthew Holliday, capo della ICMP per il programma dei Balcani Occidentali, ha sottolineato quanto sia importante per i parenti conoscere sia il destino sia la posizione delle persone scomparse.
“La questione degli scomparsi non riguarda i morti, si tratta dei vivi. Le famiglie hanno il diritto di conoscere, devono conoscere il destino dei loro parenti scomparsi, ricevere i resti, identificarli e dare loro una sepoltura dignitosa”. Matthew Holliday
Albania, memorie ritrovate
Ventisei anni dopo il crollo del regime albanese aperti gli archivi della Sigurimi – La vera storia torna a galla. Video di Matteo Tacconi.
Titolo originale dell’articolo pubblicato su BBC il 1 novembre 2017 degli autori Andrew Hosken e Albana Kasapi: “Albania: The country searching for hundreds of mass graves”