Fra le novità previste dal decreto c’è anche una norma transitoria che permette al datore didichiarare i propri dipendenti irregolari entro una finestra temporale stabilita dopo la pubblicazione delle nuove norme, avviando così il processo di regolarizzazione e dando vita, di fatto, a una piccola sanatoria a tutti gli effetti.L’approvazione del decreto legislativo passato lo scorso 6 luglio in via definitiva, verosimilmente, potrebbe dare una svolta incisiva alla gestione del flusso migratorio in Italia.
Il decreto, approvato su proposta del ministro per gli Affari europei e del ministro del Lavoro, recepisce la normativa dell’Unione Europea in materia: si tratta della direttiva europea del 2009 (2009/52/CE) sulle “norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare”.
Quali sono i cambiamenti previsti, in concreto? Ostacolato lo sfruttamento degli immigrati irregolari, con pene inasprite per chi li occupa in condizione irregolare, il decreto prevede la possibilità di un permesso di soggiorno della durata di sei mesi, rinnovabili, se il clandestino denuncia il datore di lavoro: per la prima volta si offre così, anche al lavoratore, l’opportunità di regolarizzare la propria condizione.Un’altra grande novità è rappresentata poi dalla norma transitoria, che permette al datore didichiarare i propri dipendenti irregolari entro una finestra temporale stabilita dopo la pubblicazione delle nuove norme, avviando così il processo di regolarizzazione.
La Direttiva 2009/52/CE, e dunque anche il decreto legge, si caratterizzano per la parità di condizione in cui mettono gli interessati: per la prima volta, infatti, sia il datore di lavoro sia il lavoratore avranno la possibilità di regolarizzare la loro situazione contrattuale. Il decreto si configura insomma a pieno titolo come una sanatoria, dove tanto il datore stesso può autodenunciarsi -e in questo caso non si prevede alcuna sanzione- quanto lo straniero irregolare può denunciarlo.
È prevista anche una breve fase transitoria iniziale -come richiesto dal ministro per la Cooperazione, Andrea Riccardi-, che permetterà al datore di lavoro di adeguarsi alla nuova normativa.
I tecnici dei ministeri preposti sono all’opera per mettere a punto tutti i dettagli del provvedimento (bisognerà dunque attendere qualche giorno per conoscerli), mentre già molte persone si preparano a uscire dal limbo in cui hanno vissuto per anni, vedendosi finalmente riconosciuto lo status di immigrato regolare.