Se, da una parte, la crisi economica e la mancanza di veri e propri decreti flussi di lavoratori dall’estero ha causato il calo degli arrivi di nuovi immigrati albanesi in Italia, dall’altra, sempre più albanesi stanno diventando italiani.
In molti hanno completato ormai il ciclo: lasciare il loro paese d’origine, immigrare, integrarsi e diventare pienamente parte della società, mettendo in tasca il passaporto italiano.
Tutto questo ha portato alla diminuzione del numero degli albanesi con un documento di soggiorno al di sotto delle 450 mila unità.
Più precisamente, la comunità degli albanesi in Italia – quelli che si contano come permessi di soggiorno – è cresciuta di anno in anno fino all’inizio del 2013, quando superò il mezzo milione (502.546); da allora si è notato un continuo ridimensionamento per arrivare a 441.838 persone al 1° gennaio 2017.
Nello stesso periodo della riduzione della comunità degli albanesi con un documento di soggiorno, però, siamo testimoni dell’aumento rilevante di quanti diventano cittadini italiani.
I dati Istat parlano chiaro. Solo durante il 2016 hanno giurato fedeltà alla Costituzione italiana 36.920 cittadini albanesi. Sempre secondo l’Istat, sono donne e uomini, quasi in egual misura; diventano italiani più per ragioni di lunga residenza che di matrimonio con un italiano; e ottengono automaticamente la cittadinanza per trasmissione sempre più minori.
Le cifre del 2016 quasi quadruplicano rispetto a quelle del 2012, quando diventarono italiani solo 9.493 albanesi. Di anno in anno la crescita è stata inarrestabile: si è passati a 13.671 acquisizioni nel 2013, a 21.148 nel 2014 ed a 35.134 riconoscimenti di cittadinanza nel 2015.
Inoltre, solo nel 2016 hanno ottenuto la cittadinanza italiana più albanesi di quanti l’avevano acquisita fino al 2011. Lo dice il censimento del 2011. Infatti, un interessante dato raccolto in quell’occasione, fu quello della cittadinanza avuta prima di quella italiana. 33.699 persone dichiararono di avere la cittadinanza albanese prima di diventare italiani.
Una semplice addizione dei dati e i conti sono presto fatti: alla fine del 2016, gli albanesi diventati italiani superano i 150 mila.
Non sono ancora disponibili i dati del 2017, ma l’andamento attuale delle acquisizioni di cittadinanza, l’anzianità e la stabilità della comunità albanese in Italia fanno pensare che venga mantenuta la tendenza degli ultimi anni. Quindi è ragionevole stimare che oltre 35 mila altri albanesi abbiano giurato fedeltà al tricolore anche durante l’anno scorso.
Forse, qualcuno di tutti questi ha lasciato l’Italia, forse qualcun altro ha cambiato vita. Senza dubbio, però, siamo attorno a quest’ordine di grandezza.
E non è tutto: ai dati sfuggono tutti quelli di seconda generazione che in oltre un quarto di secolo, dal 1990 a questa parte, sono nati da coppie di albanesi, di cui almeno uno aveva già ottenuto la cittadinanza italiana, oppure nati da coppie miste italo-albanesi.
Tutti questi bambini, non considerati mai stranieri dall’Italia, nascono italiani (almeno loro, visto l’affossamento al Senato della riforma della cittadinanza per i figli degli immigrati), quindi non risultano nelle statistiche degli stranieri diventati italiani. Quanti sono? Difficile dirlo con esattezza, ma alcuni analisti parlano di 25-30 mila.
Per i nati da genitori albanesi, ma tutti e due con passaporto italiano, non esistono statistiche. Troviamo dati solo per i nati delle coppie miste. Nei rapporti annuali Istat sulla natalità risulta che solo nell’anno 2016 sono nati oltre 2.600 bimbi da tali coppie: 2.300 nel 2015, 2.150 nel 2014, 1.800 nel 2013, 1.850 nel 2012, 1.750 nel 2011, 1.500 del 2010, … oltre 1.400 nel 2008, …, circa 1.350 nel 2006 e così via.
Quindi, affermare che ci sono oltre 200 mila italiani odierni “di sangue albanese” – senza considerare gli arbëreshë – non è sbagliato. Almeno per le leggi in vigore, perché nessuno può sapere poi cosa, nell’intimo, si senta ognuno di noi.
Fanno comunque tutti parte di quella grande comunità di albanesi all’estero sui quali l’Albania non sa tanto. Né quanti sono di preciso e tanto meno dove vivono. L’ultimo governo ha dedicato loro un ministero, progettando la loro registrazione per dare loro la possibilità di partecipare alle elezioni albanesi votando da dove vivono. Forse è troppo tardi ormai e non si sa quanto possa essere ancora confortante il detto “Meglio tardi che mai”.
(Pubblicato originariamente su Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa il 26 febbraio 2018. L’articolo è disponibile in lingua albanese su Shqiptariiitalise.com , tit.orig. “Mbi 200 mijë shqiptarë kanë pasaportë italiane“)