Riscrivo, a distanza di pochi giorni, ma visto che mancavo da un po’, me lo concederanno i lettori.
Riscrivo perché non amo il non detto – e ancor meno il non scritto – e di cose da scrivere sull’invasione turistica dell’Albania (+57% di turisti italiani nei primi sei mesi rispetto al 2022) quest’anno ce ne sono ancora tante.
Ne hanno parlato i telegiornali, i giornali cartacei e online e la risonanza mediatica ottenuta è stata ed è ancora notevole. Si è anche detto di tutto un po’: chi l’ha elogiata, chi criticata, chi ha tentato di sfatare il mito della meta economica dovuto all’aumento dei prezzi e al cambio €-lek sfavorevole, chi sicuramente si è incuriosito e la prenoterà come meta per il prossimo anno. Punto a favore il subentro di Ryanair che farà rotta su Tirana.
Ad ogni modo chi, come me, l’Albania la conosce da prima del boom turistico e della scelta low cost per l’estate 2023, può vantare un punto di vista diverso e, chissà, influenzare in qualche modo il viaggiatore ignaro.
Si è parlato di mare, di ristorazione, di lettini e ombrellone, ma l’Albania non è sicuramente solo questo. Splendide sono le sue coste che si affacciano sia sul mare Adriatico che sullo Ionio, ma c’è anche un’altra Albania, più autentica, che comprende anch’essa il buon cibo e il bel clima, ma tanto altro ancora.
Il nord ad esempio, la zona che dalla città di Scutari si apre verso il lago omonimo, fino al confine con il Montenegro. Paesaggi naturali splendidi che per gli amanti della fotografia si traducono in veri e propri scatti da reporter. Una natura ancora incontaminata, poche infrastrutture, spazi vergini che a tratti ricordano l’Irlanda con greggi di pecore che si spostano in maniera ordinata, a tratti ricordano l’Austria con tetti spioventi e imponenti montagne alle spalle.
Ma l’Albania offre anche tradizione, sapori, profumi come quelli delle coltivazioni, sempre nella medesima zona, di salvia, elicriso italico, lavanda, i cui raccolti sono destinati al mercato europeo e americano per la produzione di essenze e olii.
Presenta locali imponenti e addirittura fiabeschi, incastonati tra il lago e la montagna, atti a ospitare gli invitati ai matrimoni (dalle 200 persone in su) che si concentrano nel mese di agosto.
Ma soprattutto ci sono le storie: un’infinità di storie di emigranti che rientrano per le vacanze e per fare visita ai parenti rimasti o di chi ha scelto di non muoversi mai, credendo nel potenziale del proprio Paese che in così pochi anni si è trasformato e aperto al turismo.
Ci sono l’accoglienza e l’ospitalità, la parola buona, i volti segnati dal sole, le mani sporche di terra.
In questi giorni abbiamo girato il nord per la realizzazione di un video musicale di un giovane artista d’origine albanese che ha scelto proprio l’Albania del nord come set del suo ultimo videoclip. Obiettivo quello di mostrare le meraviglie dei luoghi, un racconto fatto di frame, musica e parole, che accompagna i fruitori in un viaggio unico e irripetibile che esalta la musica stessa.
Il giovane intende essere guida, non solo protagonista, dello stesso viaggio artistico.
È stata un’esperienza bellissima, che ha permesso anche a me di scoprire posti nuovi di incredibile bellezza come Syri i Sheganit, ormai meta di campeggiatori: un luogo ameno, una sorgente, nei pressi del villaggio di Kosan, dove l’acqua è limpida e crescono meravigliose ninfee, al punto da offrire un paesaggio paragonabile ai celeberrimi quadri di Monet.
Non solo mare quindi, ma anche lago, montagna e paesaggi rurali e bucolici.
Non solo lettini e ombrellone, ma soprattutto storie, incontri, volti.
Come ha recentemente dichiarato il Ministro del Turismo albanese ai microfoni del Tg1: “l’obiettivo del Paese non è sviluppare un turismo di massa, bensì un turismo d’élite”.
E non per via dei prezzi, ancora abbordabili, ma per la qualità dell’offerta. Il turista che sceglie l’Albania come meta dovrebbe volerla scoprire in tutti i suoi aspetti e sfaccettature, piuttosto che sdraiarsi a rosolare al sole.
E perché ciò avvenga, l’Albania deve sapersi raccontare nel modo giusto. Scegliere il suo profilo editoriale e i suoi reporter. Come ha saputo fare Nyvek – giovane artista, altri dovrebbero seguire il suo esempio.
Le cose accadono a chi le sa raccontare e se le si racconta nel modo giusto, accadono sicuramente meglio.