Già omaggiato dalla critica italiana per DIAZ, Daniele Vicari torna a trattare un tema che costituisce ancora una ferita aperta per l’Albania: la prima grande migrazione a bordo della Vlora.La Nave Dolce, infatti, sarà presentato nei prossimi giorni a Venezia. Il titolo si riferisce al carico originale della nave Vlora, che portava 10 tonnellate di zucchero proveniente da Cuba. Il comandante Halim Malaqi non avrà scelta, e anche con la forza, sarà costretto a dirigersi verso Bari.
Quello che succederà poi ha a che fare con la difficoltà di gestire un simile carico di persone. Vicari cerca di costruire tutto questo facendo parlare le persone, chi su quella nave si trovava o chi ha dovuto gestire l’emergenza.
- Regia: Daniele Vicari
- Anno di produzione: 2012
- Durata: 90′
- Tipologia: documentario
- Genere: sociale
- Paese: Italia/Albania
- Produzione: Indigo Film, Ska-ndal Production; in collaborazione con Rai Cinema, Telenorba
- Distributore: n.d.
- Data di uscita: Formato di proiezione: DCP, colore
- Ufficio Stampa: Studio PUNTOeVIRGOLA
- Titolo originale: La Nave Dolce
Sinossi La Nave Dolce
L’8 agosto 1991 una nave albanese, carica di ventimila persone, giunge nel porto di Bari. La nave si chiama Vlora.
A chi la guarda avvicinarsi appare come un formicaio brulicante, un groviglio indistinto di corpi aggrappati gli uni agli altri.Le operazioni di attracco sono difficili, qualcuno si butta in mare per raggiungere la terraferma a nuoto, molti urlano in coro “Italia, Italia” facendo il segno di vittoria con le dita.
La Vlora è un vecchio e malandato mercantile costruito all’inizio degli anni Sessanta a Genova.Il 7 agosto 1991 la nave, di ritorno da Cuba, arriva al porto di Durazzo, nella stiva diecimila tonnellate di zucchero.
Sono in corso le operazioni di scarico quando una folla enorme di migliaia di persone assale improvvisamente il mercantile, costringendo il capitano Halim Malaqi a fare rotta verso l’Italia.
È una marea incontenibile di uomini, ragazzi, donne, bambini.C’è Eva che sale arrampicandosi lungo le cime d’ormeggio insieme al marito.C’è Kledi, un ragazzino che si trova in spiaggia con gli amici quando decide di seguire incuriosito la folla che va verso il porto. C’è il piccolo Ali con la sua famiglia, c’è Robert, giovane regista con i suoi compagni di studi.Qualcuno, una volta a bordo, incontra un fratello, un amico.
Il motore centrale è in avaria, non c’è cibo, né acqua. Solo zucchero.Il sole di agosto arroventa il pontile. Poi scende la notte, il capitano governa la nave senza poter utilizzare il radar, evita anche una collisione.Il mattino dopo, ad attendere la Vlora c’è una città incredula e stordita e uno stadio di calcio vuoto, dove, dopo lunghissime operazioni di sgombero del porto, gli albanesi vengono rinchiusi prima del rimpatrio.
Sono passati ventuno anni da quel giorno.La maggior parte di coloro che salirono sulla nave, carica di zucchero, vennero rispediti in Albania ma gli sbarchi continuarono e qualcuno tentò ancora la traversata.
Oggi vivono in Italia quattro milioni e mezzo di stranieri.Ambientazione: Bari / Albania