Ci sono state tante le iniziative, che nella giornata odierna, hanno ricordato l’arrivo della nave “Vlora” al porto di Bari l’8 agosto 1991. Albanesi e italiani hanno condiviso, a distanza di quasi 30 anni, i loro ricordi comuni, le loro sensazioni e riflessioni.
Personalmente ho avuto il piacere e l’onore di partecipare all’evento organizzato dal Comune di Bari in ricordo del Sindaco Enrico Dalfino, uno dei pochi che colse la vera portata di quel evento. Molte volte la storia ha bisogno di essere riscritta, e questo è decisamente uno di quegli episodi che hanno bisogno di essere revisionati, a partire dalla figura e dal ruolo del Sindaco Dalfino.
Un anno fa, nel maggio del 2019, si inaugurava sul lungomare di Bari, la scultura pubblica di Jasmine Pignatelli “Sono Persone | 8.8.1991”, un memoriale in ricordo degli albanesi arrivati a Bari nel 1991, che rivendica il diritto alla dignità umana e celebra il sentimento di accoglienza dimostrato dai baresi all’epoca dello sbarco. La scultura è allo stesso modo un omaggio all’allora sindaco Enrico Dalfino (1935/1994), e alle parole che quest’ultimo rivolse ai suoi cittadini per sollecitare una civile accoglienza dei profughi: “Sono persone, persone disperate. Non possono essere rispedite indietro, noi siamo la loro unica speranza”.
Il Comune di Bari ha annunciato oggi l’intitolazione della piazza antistante l’opera, “Sono Persone, 8.8.’91”, e l’artista ha condiviso l’iniziativa per la realizzazione di un’opera gemella a Durazzo, in modo da creare un filo unico tra i due paesi e i loro destini.
Jasmine Pignatelli descrive così il suo progetto: “Nella mia visione, le due sculture dialogano e si fronteggiano unite dal mare Adriatico e dalle parole di Enrico Dalfino, tradotte in codice morse. Una fa da eco all’altra, ricomponendosi di fatto in un unicum monumentale, diffondendo lo stesso unitario messaggio di fratellanza e civiltà. Ho sempre confidato in un’arte che svolgesse anche funzione sociale oltre che estetica ed emozionale e con Sono Persone ho condiviso la fiducia nell’umanità e nella sua coralità”.
Una struttura in “Codice Morse” composta da 14 linee e 14 punti, traduce la frase pronunciata da Dalfino: parole memorabili e accolte dai suoi cittadini come un appello spontaneo all’accoglienza. Scelta, però, pesantemente contrastata dal Presidente della Repubblica Cossiga, che gettò un polemico e immeritato discredito sulla figura e l’operato del Sindaco, provocando una frattura tra lo spirito di accoglienza dei baresi e i provvedimenti adottati dai vertici. Il Sindaco Dalfino ebbe il merito di cogliere l’aspetto umano della vicenda storica, mettendo in gioco la propria figura politica per diventare il miglior “avvocato” degli albanesi.
Molte delle persone che hanno vissuto in prima persona quegli eventi, mi hanno riferito che, per anni, si sono rifiutati di vedere le immagini sconvolgenti di quella massa umana sopra la “Vlora”, ed io mi rendo conto che, quella che per alcuni di noi è solo una data, per altri è un ricordo doloroso ed emozionante.
L’opera di Jasmine Pignatelli ha la “pretesa” di offrire a tutti una nuova visione di quello che effettivamente avvenne e noi, tutti, speriamo di vedere presto la gemella dall’altra parte dell’Adriatico.