I lavoratori stranieri subiranno le conseguenze della recessione più di quelli italiani. Infatti, se quest’ultimi hanno il diritto ad essere disoccupati, lo stesso non si può dire per i migranti perché per rinnovare il permesso di soggiorno devono dimostrare di avere un lavoro. Nel caso in cui perdono il posto di lavoro, all’atto del rinnovo li verrà rilasciato un permesso per attesa occupazione valido sei mesi. E dopo cosa succede?
Non si capisce come mai la validità è di solo 6 mesi quando la durata dell’indennità di disoccupazione dell’INPS può arrivare fino a un anno in base all’anzianità contributiva e l’età. In molte famiglie straniere lavora solo il capofamiglia, mentre le mogli crescono i figli. Con la crisi economica in atto, se non ci sarà nessun intervento da parte del governo, diventeranno dei migranti irregolari. Dopo essere arrivati in Italia attraverso il mare guardando la “morte in faccia”, non credo che molti di loro decidano di tornare nei paesi d’origine. Di fatto resteranno qui anche in condizioni di clandestinità. Nei provvedimenti attuati dal governo per fronteggiare la crisi quali la Social Card, il Piano Casa, il Bonus Bebè, l’Assegno sociale, spesso i migranti vengono esclusi oppure discriminati. Inoltre, c’è da chiedersi cosa pensa (ammesso che lo faccia) chi approva le leggi sull’immigrazione perché più volte sono state rilevate incostituzionali. Ma le bizzarrie non ci danno tregua. Ad esempio, il decreto flussi 2008, un atto normativo inferiore rispetto alla legge nella gerarchia delle fonti giuridiche, ha modificato la legge. Infatti, è bastato un ricorso al Tar del Lazio per bocciare il decreto flussi 2008. Forse legislatori e burocrati hanno bisogno di frequentare le classi ponte cosi care alla Lega per conoscere meglio la cultura e la costituzione italiana. Attualmente, il governo è impegnato in altri provvedimenti come quelle contenute nel DDL sicurezza, in esame alla Camera dei Deputati. Ad esempio, si vuole introdurre una tassa per il rinnovo del permesso di soggiorno che arriva a 200 euro. Sarà dovuto all’efficienza della pubblica amministrazione? Chi richiede il rinnovo paga già più di 70 euro e deve aspettare almeno un anno per avere il permesso di soggiorno anche se la legge prevede il rilascio in 20 giorni dalla richiesta di rinnovo. Con provvedimenti di questo tipo si vuol affermare che gli stranieri sono solo un costo, dimenticando il milione di ”badanti” che cura la memoria storica dell’Italia, gli anziani, che colma i vuoti delle famiglie autoctone nella cura dei loro membri più vulnerabili e, allo stesso tempo, più cari: i bambini e gli anziani. Gli imprenditori stranieri nel 2007 hanno pagato 5,5 miliardi di euro al fisco italiano. A livello previdenziale i dati Inps parlano di un contributo complessivo di altri 5 miliardi di euro l’anno. Per quel che riguarda i “costi” dell’integrazione si calcola che i Comuni italiani spendono circa 700mila euro per i servizi d’integrazione, neppure un quinto delle entrate fiscali assicurate dai migranti. Spesso, il governo dimentica che i migranti non sono solo braccia, ma esseri umani con progetti di vita, che hanno famiglie, figli inseriti a scuola e università, relazioni sociali strette e consolidate con gli autoctoni. Soprattutto vogliamo contribuire al benessere dell’Italia, partecipare alla vita sociale e politica e poter decidere alla pari degli italiani nel paese dove viviamo e dove ci sentiamo cittadini.