Se per la strada vediamo un uomo o una donna carichi di bottiglie vuote, in noi (albanesi, ndt ) non scaturisce nessuna sorpresa. In fin dei conti, l’Albania potrebbe essere il paese con più depositi d’acqua sopra i tetti, delle case e dei palazzi, in tutta Europa. Ma per uno straniero questa è un immagine alquanto bizzarra.
Bizzarra come un traliccio in mezzo alla carreggiata, i bunker lasciati come testimonianza dello sperpero economico dell’epoca dittatoriale, oppure gli edifici colorati che ultimamente si sono sbiaditi. Negli ambienti della galleria “ Zeta “ è in mostra l’esposizione fotografica “Tirana Alternativa“.
Attraverso due videoproiettori appaiono, una dietro all’altra, centinaia di foto che offrono luoghi, ritratti e situazioni, quanto ordinarie tanto bizzarre. Questa esposizione arriva sulla scia del progetto “ Arcipelago Balcani “ideato da Claudia Zanfi, in collaborazione con l’Ufficio Culturale della Comunità Europea“Alterazioni Video“ ( Milano, Berlino, New York ). Tirana è stata la prima stazione. La Prèmiére dell’esposizione di una “Tirana Alternativa “ attraverso 500 scatti in polaroid, realizzato durante la permanenza di alcuni fotografi in Albania durante l’estate del 2010.
Le foto
L’esposizione è stata curata da Claudia Zanfi e l’artista Edi Muka. Gli artisti partecipanti sonoPaololuca Barbieri Marchi, Alberto Caffarelli, Matteo Erenbourg, Andrea Masi e Giacomo Porfiri. Alcuni di loro sono fisicamente venuti in Albania. Hanno descritto ed osservato la realtà di tutti i giorni approfittando del fatto che loro non sono del luogo.
Si sono sentiti come ogni turista. Si tratta di un particolare stato mentale dell’osservazione attiva ed immaginaria nella quale si ritrova ogni viaggiatore o turista in un paese straniero. Essi si meravigliano della realtà che li circonda forse appunto perché non riescono a comprendere fino in fondo ciò che vedono. Mentre gli altri hanno scelto un’altra strada.
Hanno “ navigato “ sul social network “ Facebook “ e vi hanno estrapolato varie foto che gli stessi albanesi hanno pubblicato sulle loro pagine. Quindi,oltre ad un punto di vista degli stranieri,c’è anche quello degli albanesi sul proprio paese. Si tratta di tutto, foto di piazze, edifici colorati “ alla Edi Rama “ ( ex sindaco di Tirana, ndt ), cerimonie di matrimoni, bambini che giocano per le strade impolverate e situazioni tra le più comuni ed intime dove si mostrano gli albanesi nel contesto ‘ove vivono.
Ma nel focus degli artisti non poteva non esserci anche la simbiosi tra il passato ed il futuro, la quale si riflette sia nei colori per ravvivare gli edifici grigi costruiti durante la dittatura sia in un bunker capovolto e riempito di terra dove è fiorita una palma. L’Architettura è un altro punto dove si sono diretti le macchine fotografiche. Palazzi ed edifici tra i più bizzarri, aggiustamenti di balconi ed angoli nei vecchi palazzi i quali fanno di Tirana una capitale senza eguali in Europa.Un ibrido tentativo per uscire dal grigiore del passato e per adeguarsi ai ritmi straordinari di un sistema ventennale.
Punto di vista
Ciò che colpisce l’occhio è che tra quelle centinaia di foto non si vede un paesaggio normale, senza un cartello che indichi un autolavaggio o un parcheggio, una gallina che passa di lì, ritratti strambi, spiagge coi bunker … Seduto sulle panche dello “ Zeta “, mentre guardi foto su foto, ti chiedi: davvero vivo in un paese così bizzarro?! Oppure ci dobbiamo chiedere: così strambi sembriamo agli stranieri?!A quanto pare sembra sia così vedendo il materiale fotografico offertoci, il quale ha attirato anche l’attenzione dei media stranieri, principalmente quelli italiani come “ Il Corriere della Sera “ e “ L’Espresso “ i quali le hanno dedicato degli spazi tra le loro pagine.
Autolavaggio gratuito
Si può leggere con l’accento sulla “ a “ ( festa, dall’inglese. ndt ) oppure con l’accento sulla “ i “ finale e sottintendere la parola “ partito “. È questo il gioco di parole e di significati con le quali operano gli organizzatori di “Tirana Alternativa “i quali, oltre all’esposizione delle foto negli ambienti della galleria privata “ Zeta”, il giorno dell’apertura dell’esposizione hanno organizzato anche una performance intitolata“Lavaggio speciale parti“ Non era nient’altro che un lavaggio collettivo di auto in piazza “ Italia “.
Autobotti con acqua, sapone, spugne e auto splendenti. Lo scopo non era soltanto lavare qualche macchina. D’altronde, ciò non ci preoccupa molto.
Era una specie di metafora sensibilizzante per un ambiente più pulito ( non mancavano gli striscioni: “ Per un Albania pulita “ ), ma non solo sul quadro ecologico ma anche politico.
Sembra sia arrivato il momento che anche la politica ( i partiti politici uno ad uno ) si sottoponga a un lavaggio per pulire da se stessa tutto lo sporco e la sozzura di cui si è lordata anche negli ultimi mesi. O le persone stanno diventando più attive in tali raggruppamenti sensibilizzatori oppure avevano bisogno di un autolavaggio gratuito. Comunque sia il messaggio è stato inviato. Tutta la performance è stata ripresa e si espone negli ambienti della galleria dove hanno aperto una mostra fotografica.
L’articolo è stato pubblicato su Panorama in lingua albanese il 30 giugno 2011. Titolo originale: Të huajt, një guidë fotosh në “Tiranën alternative”. Autore Alma Mile, tradotto per Albania News da Nertila Bajrami