La Grecia ha riconosciuto e premiato l’operato di tre cittadini immigrati, un albanese e due egiziani, i quali hanno rischiato la loro vita per salvare quella di molte persone coinvolte nell’ormai tristemente noto incendio che ha coinvolto la periferia di Atene alla fine del mese di Luglio.
Il ministro degli interni greco ha proposto al presidente la cittadinanza ellenica per tutti e tre i cittadini, per aver contribuito in maniera notevole ai soccorsi di tutte quelle persone che erano rimaste bloccate dall’incendio che aveva coinvolto la periferia della capitale greca.
Negli ultimi giorni, inoltre, i tre cittadini in questione sono stati elogiati anche dal primo ministro della Grecia, Alexis Tsipras, durante un incontro tenuto a Mati (periferia di Atene) con i famigliari di tutti coloro feriti dall’incendio.
“I pescatori di Nea Makri, locali e stranieri, hanno portato avanti una battaglia eroica salvando vite durante l’intero arco temporale della tragedia. Lo Stato ha apprezzato il loro sacrificio. Ringraziaremo loro per sempre!” – scrive su Twitter il premier Tsipras.
La ricostruzione di quei giorni tragici
Più di 100 abitazioni furono coinvolte nell’incendio che colpì Atene alla fine di Luglio e che provocò un bilancio tragico di più di 90 vittime.
La causa dell’incendio rimane ancora oggi ignota, anche se le ipotesi principali sono due: quella, più gettonata, del forte caldo che aveva colpito la capitale ellenica – con temperature che si aggiravano sui 40 gradi – e quella che con il proseguo delle indagini ha preso sempre più piede, ovvero l’incendio doloso. Ipotesi avanzata dopo aver analizzato in che modo era divampato l’incendio, ossia in maniera simmetrica.
Durante il momento critico, anche l’Albania –attraverso l’ambasciata ad Atene e il ministro degli esteri Ditmir Bushati – aveva espresso la propria solidarietà, mettendosi a disposizione con qualsiasi mezzo per aiutare i propri ‘vicini’. Nell’incendio erano rimasti feriti anche tre cittadini albanesi, appartenenti alla stessa famiglia.