Dopo la visita in ufficiale al presidente Erdogan in Turchia, il premier albanese Edi Rama si è recato ad Atene per un colloquio con il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, previsto per le ore 21:00.
I due presidenti del consiglio parleranno del rafforzamento del commercio e degli investimenti nella regione, ma la tematica principale dell’incontro sarà la delimitazione dei confini marittimi tra i due paesi, una delle questioni ancora oggi irrisolte tra l’Albania e la Grecia.
La visita ufficiale di Rama in Grecia arriva in un momento in cui in Albania è scoppiato un acceso dibattito politico e pubblico sul confine marittimo, a seguito di una dichiarazione del primo ministro greco Mitsotakis sull’estensione del confine del Mar Ionio di 12 miglia (quasi 20 km).
I confini marittimi
A fine agosto il primo ministro Mitsotakis aveva dichiarato in parlamento che la Grecia intende espandersi di 12 miglia sul confine del Mar Ionio, siglando un accordo con l’Albania come quelli siglati con Italia e Grecia.
Parole che hanno accesso polemiche e dibattiti nei partiti d’opposizioni del Paese delle Aquile ma che sono state confermate dallo stesso primo ministro Edi Rama, il quale ha tenuto a precisare che la Grecia si avvarrà di un suo legittimo diritto con la nuova delimitazione dei confini marittimi:
“La verità è semplice. I confini marittimi non sono come una recinzione tra due abitazioni e, quando le autorità greche affermano che si estenderanno a 12 miglia, ciò non significa che la Grecia prenderà possesso delle acque albanese ma che sta semplicemente esercitando il suo diritto di espansione delle acque territoriali come stabilito Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982.
La Grecia quindi, come qualsiasi altro Stato parte della Convenzione, dove la geografia lo consente e fintanto che i diritti sovrani di un altro Stato non vengono violati, gode del diritto di estendere l’ampiezza delle acque territoriali come previsto dall’Unclos.
Il motivo per cui gli istigatori d’odio sono contro il nostro accordo con la Grecia, che resta ancora da portare avanti nello spirito del dialogo e dell’approccio costruttivo da entrambe le parti, non ha nulla a che fare con la realtà dell’accordo. È semplicemente e tristemente un motivo per la lotta al potere” – aveva dichiarato in risposte alle polemiche il premier Rama.
La delimitazione dei confini marittimi tra Albania e Grecia era stata inizialmente approvata nel 2009, ma è stata successivamente rovesciata nel 2010 dalla Corte Costituzionale poiché ritenuta ‘dannosa’ per l’integrità territoriale albanese.
I retroscena di quei negoziati, pubblicati nel 2011, evidenziavano come la Grecia aveva utilizzato una politica del ‘pro quid quo’, ovvero sia ricattandola con una divisione a proprio favore per mantenere l’integrità europea dell’Albania, che aveva appena intrapreso il proprio percorso di adesione all’Unione Europea.