Amazon Alexa è arrivato in Italia lo scorso anno. Per chi non lo sapesse Amazon Alexa è l’assistente vocale di Amazon, il concorrente di Google Assistant. Ma cosa c’entra Juxhin Radhima con tutto questo? Noi di Albania News lo abbiamo intervistato per i nostri lettori.
Chi sei e da quando sei in Italia?
Sono Juxhin Radhima, nato nel 1988 a Vlorë, marito di una bellissima ragazza albanese e padre di 2 bimbe. Vivo in Italia da 28 anni, quando con la mia famiglia sono arrivato qui infatti ne avevo 3 di anni.
Ero molto piccolo ai tempi del nostro primo flusso migratorio, ma alcuni ricordi li conservo molto vividi in memoria. Ricordo per esempio di quando mio padre è partito per primo e restavo seduto sul muro di casa in attesa che tornasse. A quell’età non avevo la ben che minima idea della portata di quello che stava succedendo ed ero abituato a stare tutto il tempo con mio padre, anche quando faceva le prove “Te Pallati i Kultures”. Lui era musicista in una famiglia di professori. Dico era perché arrivando in Italia per mantenerci ha dovuto adattarsi facendo il muratore.
Cosa fai di lavoro?
Ho la fortuna di essere cresciuto e vivere in quella che considero l’età dell’oro nel settore informatico. Dal primo momento che ho acceso il mio computer infatti, avevo circa 10 anni, ho capito cosa avrei voluto fare da grande: l’imprenditore digitale. Sognavo in sostanza di arrivare un giorno a creare una di quelle aziende della Silicon Valley che vedevo nei telegiornali o nei documentari.
In realtà non mi limitavo a sognare e basta, grazie ad un mix di passione per l’informatica e molto tempo a disposizione nel dopo scuola, vivendo in un comune di soli 4.000 abitanti, invece di giocare a pallone con i miei amici studiavo guide, giornali, libri, qualsiasi cosa riuscissi a reperire su come sistemare un computer e come programmare. Mi ricordo ancora la soddisfazione quando a 12 anni vendevo ai miei compagni delle medie un software che avevo creato per risolvere semplici equazioni o quando pubblicai il primo sito che parlava di Dragon Ball.
I tuoi ultimi progetti?
Da quando ho venduto il mio primo software a 12 anni ne sono passati di anni, oggi continuo ancora a studiare e nel frattempo sono passato da studente, dipendente e da diversi anni finalmente imprenditore.
La strada per riuscire a costruire un’azienda come quelle della Silicon Valley è difficile ma appassionante, non mi vergogno di dire che solo negli ultimi 6 anni ho fallito qualcosa come 16 progetti. In realtà sono fiero di questo perché, come molti imprenditori sanno, la strada per il successo è composta di tanti fallimenti.
Da quasi un anno ho fondato IPERVOX e JUXHIN.COM, un’azienda che si occupa di sviluppare applicazioni vocali per Amazon Alexa. Per chi non lo sapesse Amazon Alexa è l’assistente vocale di Amazon che oltre a rispondere a comandi vocali predefiniti può essere potenziata attivando le Skill, che sono come le applicazioni per lo smartphone, ma con interfaccia vocale. IPERVOX.COM è una piattaforma online che aiuta chiunque, anche chi non sa programmare, a sviluppare in poco tempo le proprie applicazioni vocali (skills) e ad un costo più basso.
Abbiamo sentito che sei stato premiato da Amazon come miglior agency in Italia.
Si, e da poco tra le migliori in Europa. Come dicevo prima considero questa l’età dell’oro e i fatti lo confermano, infatti studiando questo mercato l’anno scorso ho previsto che Amazon avrebbe lanciato Alexa in Italia ad inizio novembre, e così è stato! Mi sono fatto trovare pronto e ho iniziato da subito a pubblicare contenuti online su questo argomento. In pochissimo tempo le persone hanno iniziato a riconoscermi come il massimo esperto in Italia sulle applicazioni vocali, Amazon stessa mi ha contattato e dopo un primo test mi ha proposto di diventare Partner Amazon ufficiale, tutto in pochissimi mesi.
A maggio di quest’anno invece con IPERVOX ho gareggiato in una competizione con giudice il team di Amazon Alexa e ho vinto il 1° premio come miglior agency italiana battendo altre agency. per darti un’idea della portata le altre agency sommate fatturano qualcosa come 1,5 Miliardi di euro all’anno. A giugno invece come campione Italiano ho rappresentato l’Italia nella competizione Europea, dove sono arrivato 2°, peccato!
Chi sono i tuoi clienti?
Lavorare su un settore in crescita e mettersi in gioco, anche pubblicamente, ti espone moltissimo e in questo periodo ho avuto la fortuna di lavorare con diversi brand conosciuti, partendo da personaggi del web come Marco Montemagno fino ad arrivare a star come Joe Bastianich. Per Joe in particolare abbiamo realizzato una skill molto interessante, che permette a chiunque di poter parlare (virtualmente) con lui facendogli domande sulla cucina, la musica, il business, ecc fino a poter chiedere anche consigli su cosa cucinare sta sera, spesso a molti capita di avere questo problema.
I tuoi progetti futuri
Il mio obiettivo rimane sempre lo stesso, quello di costruire un’azienda tech come quella che sogno da quando avevo 10 anni, non so se ci riuscirò ma ce la sto mettendo tutta. Con IPERVOX il prossimo passo è quello di espanderci sul mercato globale. Ti confesso che questo progetto mi sta dando molte soddisfazioni e bello vedere anche diversi investitori importanti del panorama italiano interessarsi a qualcosa che hai realizzato da zero.
L’Albania farà mai parte dei tuoi progetti?
Io amo la mia terra, faccio parte di una generazione che crescendo in Italia e in un’epoca come questa ha avuto la fortuna di ricevere molti più stimoli rispetto ai nostri genitori, cresciuti invece in un’epoca chiusa al mondo a causa della dittatura di Enver Hoxha.
Sono fortemente convinto che noi, la nostra generazione di Albanesi cresciuti all’estero, ha il dovere di ripagare il sacrificio che hanno dovuto sostenere i nostri genitori o i nostri nonni andando via dal proprio paese. Per carità anche per noi non è stata rose e fiori, mi ricordo e sento ancora molto bene quella sensazione sgradevole nell’essere considerato l’estraneo tra i banchi di scuola, etichettato come “l’albanese”.
Sono anche consapevole però che quella sensazione e voglia di sentirsi parte di qualcosa, emergere, ha contribuito a dare la spinta per Fare, spinta che a molti spesso manca.
Personalmente spero un giorno con i miei progetti di poter contribuire alla crescita del settore tech in Albania e ripagare così il mio “debito”.