Albania. Giovane militesente e laureato fa il militare in nome della miseria. Senza l’amore della propria patria un uomo che cosa è?Attualmente ci sono circa 35 università private come status economico in Società a responsabilità limitata (S.r.l.), di queste (S.r.l.), 10 sono proprietà dei investitori privati albanesi, 1 turco, 2 greco-cipriota, 1 greco-americana, 1 italiana e così di seguito. Se sei figlio di “nessuno” laurearsi in queste università (solo economicamente parlando) è un impresa alquanto difficile, ma se si ha grinta e la tenacia imprescindibile non è irrealizzabile avere una laurea perché ci sono le cosiddette università statali. Il vero calvario inizia dopo aver terminato gli studi e si cerca un lavoro morigerato. In questi casi, non si pretende di trovare un lavoro che sia collegato in tutto e per tutto con il titolo della laurea (si sa, è impossibile), ma quantomeno un impiego che ti dia la soddisfazione di dire “Grazie alla mia laurea oggi ho un posto di lavoro”.Un esempio eclatante è la storia di A. L. Un giovane del nord Albania figlio di “nessuno” laureato con ottimi risultati in Scienze Umanistiche si presenta in vari uffici della sua città in cerca di uno spazio libero per ottenere un lavoro. Un impiego qualsiasi avrebbe impedito a lui di lasciare la sua città dove vive la sua famiglia, ma abbindolato dal sistema malandato decide di partire per Tirana ed incontrare la Fata Morgana albanese. Tirana, oggi come mai è l’ultima Fata Morgana che lenisce le frustrazioni dei giovani albanesi e aiuta loro a non perdere le speranze. Un poco come il Re barbaro che amava i paesi del sole e con l’aiuto di essa aspirava di raggiungere l’isola desiderata, la bella Sicilia.
A. L. Una volta una volta arrivato a Tirana realizza che il sistema è uguale, ma a differenza della sua città ha un affitto da pagare e delle spese da coprire. Facendo il cameriere in nero, viene invaso da un’onda ancora più opaca come quella della tensione fisica e cerca di evitare l’esaurimento totale. In quanto figlio di “nessuno” si iscrive in un “concorso”, supera le prove (se così si possono chiamare) e in quel modo il giovane laureato con ottimi risultati in Scienze Umanistiche è costretto a diventare membro dell’esercito albanese pur essendo militesente, libero dagli obblighi militari. Oggi ha un lavoro sicuro presta servizio otto ore al giorno e dopo due anni di lavoro arriva a guadagnare 20.950 Lek (tradotto in Euro sono: una miseria e una vergogna messe insieme).
Durante il primo anno, racconta A. L, scoppiavo in lacrime quasi ogni giorno. Mi sentivo morire d’entro in quel posto raccapricciante dove ogni cosa è simulazione. Tuttora non riesco a dare un senso al fatto di smuoversi in qualsiasi ora, andare nei boschi a lottare contro il vento, magari avessimo un nemico immaginario come nei tempi di Enver Hoxha. L’unica cosa positiva è che non pago la palestra, mi alleno a titolo di favore. A. L. si pronuncia anche di un tema che in precedenza noi di AlbaniaNews ci eravamo già occupati . Facendo questo lavoro continua A. L. sono arrivato a odiare il mio paese e non vedo l’ora di scappare. In realtà volevo andare in Afganistan per 6 mesi. Avrei fatto volentieri un sacrificio per guadagnare almeno qualcosa in più, ma non mi è mai stato possibile. Quando tocca al nostro gruppo “figli di nessuno” c’è sempre qualcun altro che parte al posto nostro. Dietro alle missioni delle truppe albanesi all’estero c’è un vero e proprio business. Finché ai vertici dei governi albanesi continueranno ad avviarsi gli ex banditi travestiti da comandanti non ci rimarrà altro che piangere. Tanto è vero che ogni colpa ha una madre e un padre. Conclude A.
L In Albania dal 2008 il servizio militare obbligatorio è stato ufficialmente sospeso eppure numerosi giovani come A. L. i quali non riescono a trovare un altro lavoro sono costretti a fare questo tipo di servizio che oggi viene inteso come lavoro. Un lavoro che porta i giovani a odiare la propria patria, che lavoro è?
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