L’alfabeto che utilizziamo oggi, ovunque si parli albanese, fu adottato il 22 novembre 1908 a Manastir.
Il Congresso di Manastir o, come viene chiamato, Congresso dell’Alfabeto, viene commemorato ogni anno con diverse attività nella città albanese che oggi è situata nel territorio della Macedonia del Nord ed è conosciuta con il nome slavo di Bitola.
L’unificazione dell’alfabeto albanese, che era essenzialmente una questione culturale, divenne uno dei problemi più importanti della classe politica dell’epoca, poiché legato all’identità e all’unità albanese. Studiosi e patrioti provenienti dai villaggi di Ioannina, da Scutari, dal Kosovo e da Manastir, così come anche rappresentanti della diaspora albanese dagli Stati Uniti, da diversi paesi europei e da altre regioni dell’impero ottomano, si riunirono a Manastir per discutere e superare le differenze fra gli alfabeti.
Le divergenze tra i partecipanti – politiche o ideologiche, provinciali o dialettiche, religiose e culturali – furono messe da parte in nome dell’albanesità, che fu messa in pericolo dal crollo dell’impero ottomano ma anche a causa dell’analfabetismo di massa e della mancanza di un sistema d’istruzione.
Fino al 1908, gli albanesi utilizzavano diversi alfabeti. L’adozione dell’alfabeto di Istanbul, nel 1879, non aveva posto definitivamente fine a questa questione. L’alfabeto di Istanbul si diffuse solo nella regione meridionale e in quella centrale dell’Albania, mentre nella regione settentrionale e a Scutari venivano utilizzati tre altri alfabeti per la scrittura dell’albanese: quello dell’associazione “Bashkimi” (1899), quello dei Gesuiti e l’alfabeto dei vecchi scrittori del nord del paese, che veniva per lo più utilizzato dal clero cattolico.
Affinché la lingua albanese non venisse scritta né con il sistema arabo e né con quello greco, il 14 novembre 1908 a Manastir si riunirono 160 delegati su iniziativa dell’associazione “Bashkimi” di Manastir, i cui leader dichiararono che la risoluzione di questo problema era il compito più urgente del movimento nazionale albanese.
Il congresso si tenne nell’abitazione di Fehim Zavalani, attivista del ‘risveglio’ nazionale albanese; il direttore del congresso fu Mit’hat Frasheri; Gjergj Fishta divenne il presidente della commissione per l’alfabeto, il cui segretario fu Parashqevi Qiriazi mentre i vice-segretari furono Grigor Cilka e Luigj Gurakuqi.
Gli altri membri della commissione: Ndre Mjeda, Hilë Mosi, Thoma Avrami, Nyzhet Vrioni, Shahin Kolonja, Bajo Topulli, Sotir Peci, Gjergj Qiriazi, Mihal Grameno, Zenel Glina, Leonidha Naçi, Simon Shuteriqi, Dhimitër Buda, Aziz Starova, Adam Shkaba, Mati Logoreci, Rrok Berisha, Shefqet Frashëri, Nikollë Kaçorri, Refik Toptani, Hafëz Ibrahimi, Emin Bej Shkupi, Rauf Bej Gjirokastra, Selahedin Bej Manastiri ecc. Çerçiz Topulli, con i suoi, fu incaricato di proteggere i membri del congresso.
I membri del risorgimento albanese vedevano la mancanza di un singolo alfabeto albanese non solo come un problema culturale e linguistico, ma come una questione politica che ostacolava l’unificazione degli albanesi.
Il Congresso di Manastir unificò l’alfabeto con 36 lettere latine che ancora oggi utilizziamo, portando all’unione linguistica nazionale tutti gli albanesi. La risoluzione della questione linguistica contribuì a favorire la diffusione della lingua e della letteratura albanese, nonché a consolidare l’unità nazionale e politica del popolo albanese, contribuendo ad uno slancio storico delle scuole e dell’insegnamento della lingua albanese.
L’alfabeto comune divenne in effetti il precursore dell’indipendenza, dello stato unificato, che fu fondato quattro anni dopo a Valona. Gli albanesi, inoltre, danno grande importanza al proprio alfabeto, tanto da essergli stato dedicato un giorno: il 22 novembre è il giorno dell’Alfabeto Albanese. Non si tratta di una data casuale, ma è il giorno in cui è stato proclamato il documento che ha dato il via all’uso di questo alfabeto.