A Torino, lunedì 7 giugno 2010 alle ore18.00, in via della Consolata 9/G presso l’Associazione Culturale Machè – ARCI, si terrà l’inaugurazione della mostra fotografica “Volti di Guri i Zi”.I visitatori interessati, in quest’occasione, potranno anche acquistare le opere e contribuire così a sostenere il progetto di microimpresa femminile nel campo tessile che Idee Migranti promuove in Albania: i fondi raccolti, infatti, verranno totalmente destinatiallo sviluppo del laboratorio tessile di Guri i Zi, paese di 12.000 abitanti presso Scutari.
Alla mostra, aperta dal 7 al 16 giugno, presenteranno le loro opere Claudia Fornengo con “City ghosts”, Silvia Salchi con “Subsuit” e Chiara Castiglioni con “Volti di Guri I Zi”. Le opere delle donne di Guri I Zi, che lavorano prodotti tradizionali d’artigianato e arredamento utilizzando il tezgjah, hanno già fatto il giro di diverse città italiane.
Questo progetto di microimprenditoria femminile dà lavoro a trenta donne del paese di Guri i Zi, zona del nord dell’Albania, sostenendo la loro emancipazione e valorizzando delle tradizioni antiche di quell’area.
Fenomeno interessante e controcorrente, questo, in un Paese, l’ Albania che tende a guardare ormai al futuro, dimenticando così importanti saperi del suo passato. ATorino e Piemonte, un iniziativa del genere trova interlocutori molto attenti. È la stessa lungezza d’onda di altre grandi iniziative a tutela della tradizione popolare, al cibo, alla produzione artigianale come Slow Food, Terra Madre e Festival di Oralità Popolare che vede Piemonte come laboratorio di movimenti che diventano punti di riferimento a livello mondiale.
La forza del progetto sta proprio in questo: dimostrare che la salvaguardia delle tradizioni può diventare anche una fonte di reddito non trascurabile. Nel caso specifico le donne di un intero paese hanno trovato impiego, socializzazione e formazione lanciando nel resto dell’Albania e anche in Italia, grazie al sostegno di Idee Migranti, dei prodotti particolari e valorizzando, allo stesso tempo, quel che è passato oralmente di generazione in generazione fino ad oggi.
L’Albania di oggi, paese in forte crescita, presenta tuttavia delle zone d’ombra fortemente interessate dalla disoccupazione, soprattutto quella femminile. Le donne, infatti, si trovano tra i gruppi più svantaggiati e rientrano nella categoria dei poveri strutturali; inoltre lo status economico e sociale delle donne all’interno della società non ha registrato grandi cambiamenti durante gli ultimi due decenni, nonostante gli sforzi compiuti dalle organizzazioni civili per produrre dei miglioramenti.
La zona in cui operano le donne di Guri i Zi, in particolare, è in assoluto una delle più colpite da questa piaga. Se in ambito nazionale la partecipazione femminile al mercato del lavoro è approssimativamente del 39.1 per cento e quella degli uomini del 62.6 per cento (differenza simile per tutti i gruppi di età), nell’area che stiamo considerando il rapporto presenta invece uno scarto ben più marcato: soltanto il 10 per cento per le donne, e il restante 90 per cento per gli uomini.
Si può facilmente capire, dunque, l’importanza che la collocazione di questo laboratorio riveste, rappresentando anche un bell’esempio per le altre zone rurali albanesi.
Idee Migranti
Questo progetto è anche il primo di Idee migranti, associazione che opera in Albania con il sostegno di due preti missionari, Don Raffaele Gagliardi e Don Juan Francisco Garcia Martinez, e con il coinvolgimento dell’associazione partner albanese Monsignor Loro Nodaj.
Grazie a quest’esperienza, inoltre, è stato possibile portare avanti altri progetti in altre parti del mondo, l’Uganda, l’Ucraina e il Madagascar. Per conoscere meglio questo instancabile gruppo di esperti in cooperazione internazionale abbiamo incontrato la vicepresidente, Chiara Castiglioni.
Da dove è partita l’idea di lavorare con le donne di Scutari?
Dal punto di vista personale è stata la mia curiosità per la storia dell’Albania a spingermi a Scutari per la prima volta nel 2005. In realtà, si tratta di un interesse più ampio per i paesi dell’Est in generale, che giànel 1996 mi aveva portata in ex Jugoslavia per un’altra esperienza di volontariato nel campo di profughi bosniaci di Postojna.Volevo fare un’esperienza non turistica, ma di conoscenza più ravvicinata del Paese e della gente, e ho trovato una possibilità di effettuare un campo-lavoro a Scutari presso la comunità del prete missionario Don Raffaele Gagliardi, che prevedeva una serie di attività di volontariato presso la casa per malati mentali Madre Teresa di Scutari e di animazione coi bambini di Guri I Zi.
In questa occasione ho avuto l’opportunità di conoscere molte persone e di farmi ospitare presso le loro case; durante le visite ho visto che molte delle donne incontrate avevano dei telai nelle loro abitazioni, con cui sapevano realizzare dei prodotti tessili bellissimi (grembiuli, tovagline ecc.), per lo più utilizzati per uso domestico.
Insieme a Elena Galateri (Presidente di Idee Migranti Onlus), che ho conosciuto durante il campo lavoro di Guri I Zi, e ad alcune donne albanesi, abbiamo iniziato a pensare che l’arte della lavorazione dei tessuti (facente parte dell’antica tradizione albanese) potesse diventare una fonte di sostentamento continuativo in loco, considerata la carenza di opportunità lavorative. Così insieme a un primo gruppo di donne interessate abbiamo cominciato a parlarne e in modo informale a dare vita a unmicroprogetto, senza ancora avere fondato l’associazione Idee Migranti, che è poi nata in un secondo momento in seguito alla crescita del progetto stesso, portando al coinvolgimento di un maggior numero di persone sia in Italia che in Albania (per maggiori informazioni si veda la voce “storia e origini dell’associazione” sul nostro sito: www.ideemigranti.org ).
Il progetto Guri I Zi nasce così da un incontro di donne albanesi e italiane e dal desiderio di collaborare insieme per dare vita ad un’esperienza di microimprenditorialità tutta al femminile… Il gruppo originario era composto di 4 donne, attualmente il progetto ne coinvolge 40 (giovani e anziane), per la maggior parte delle quali rappresenta l’unica fonte di reddito.
Il laboratorio tessile di Guri I Zi oltre ad offrire un’opportunità lavorativa e di formazione, rappresenta anche un luogo di socializzazione e di incontro.
Quali sono i prodotti che si realizzano nel laboratorio tessile?
I prodotti tessili sono di vario tipo e si sono diversificati nel tempo: tovaglie, copriletto, asciugamani, grembiuli, copricuscino, borse… Per la visione di alcuni dei prodotti è possibile consultare il sito: www.guriizi.com
Ogni prodotto artigianale viene realizzato interamente al telaio e ricamato a mano, nel rispetto dell’antica tradizione tessile albanese, che rappresenta un elemento di rilievo e valore del patrimonio storico e culturale dell’Albania. I tessuti albanesi si caratterizzano per la varietà dei ricami e per la vivacità cromatica, con una predominanza dei colori caldi (rosso e giallo) ma anche verde, blu e nero. Ogni zona è riconosciuta da un colore (a Scutari si prediligeva il rosso ad esempio) e og
ni colore esprimeva un’emozione particolare (gioia, dolore, tristezza, amarezza) e veniva utilizzato in specifiche occasioni…
Dove vengono venduti, e a quale prezzo? Si possono ordinare e trovare sul mercato?
E’ possibile sostenere il progetto acquistando i prodotti Guri I Zi nei nostri punti vendita locati nelle due sedi di Idee Migranti a Milano (Via Barozzi 7) e Torino (Piazza Vittorio Veneto n. 5) in orario 9-13 o il pomeriggio su appuntamento. Per qualsiasi informazione è possibile contattarci direttamente ai recapiti indicati sul nostro sito internet www.ideemigranti.org ewww.guriizi.comI prezzi dei prodotti variano a seconda della tipologia: da pochi euro per i pezzi più piccoli (tovagliette, copricuscino..) sino a 150 euro per un copriletto matrimoniale in lino e cotone interamente tessuto e ricamato a mano…
A quanto ammonta lo stipendio base in Albania, e a quanto quello delle donne del laboratorio?
Lo stipendo medio mensile nella zona di Scutari ( dove si trova Guri I Zi ) è di 120-150 euro…. allo stato attuale del progetto le donne ricevono un compenso per i singoli pezzi prodotti. Uno degli aspetti positivi del progetto è che ciascuna donna può partecipare secondo le proprie disponibilità di tempo; pertanto alcune donne tessono solo qualche giorno alla settimana mentre altre sono più attive nella lavorazione per cui oggi è ancora prematuro parlare di uno stipendio mensile medio.
È un progetto sostenibile, oltre che ecosostenibile?
A oggi la sostenibilità del progetto è garantita per circa un 70% grazie alle vendite dei prodotti e un 30% grazie al supporto di tanti donatori che si sono appassionati al progetto. Quando è nato il progetto nel 2006 la percentuale era invertita e siamo già molto contenti dei risultati conseguiti in questi anni, certo che il nostro obiettivo per i prossimi anni rimane quello di rendere il progetto interamente sostenibile.
Per questo invitiamo tutti a venire a trovarci nei nostri punti vendita e ad acquistare i prodotti: è il modo migliore per far crescere il progetto e garantirne la sostenibilità nel tempo… Quanto all’ecosostenibilità, i tessuti Guri I Zi si affidano all’acquisto dei filati solo a quelle aziende che dimostrano un particolare impegno nel rispetto dell’ambiente pertanto l’ecosostenibilità del progetto è garantita al 100%.
Avete in cantiere altri progettifuturi?
Attualmente Idee Migranti Onlus promuove progetti che favoriscano lo sviluppo e l’autosufficienza delle comunità locali oltre che in Albania, anche in Uganda e in Madagascar, attraverso iniziative incentrate sulla microimpresa e di sostegno all’istruzione (per maggiori informazioni riguardo ai progetti e alle attività in corso vi invitiamo a consultare il nostro sito www.ideemigranti.org). In Italia, inoltre, realizza attività di ricerca e formazione sull’intercultura a partire dai progetti messi in atto.
A questo proposito, in questo ultimo anno, abbiamo lavorato molto per potenziare il settore Intercultura della nostra associazione, consapevoli dell’importanza dell’educazione nella società attuale sempre più attraversata da xenofobia e razzismo.Nel corso del 2009/2010 Idee Migranti ha realizzato una serie di percorsi interculturali nelle scuole con il Cesedi (Centro Servizi didattici della Provincia di Torino) sull’Albania (link al programma ) e sull’Uganda (link )che ha visto coinvolte 13 scuole (secondarie di secondo grado) del territorio della provincia di Torino e alcuni referenti di associazioni albanesi che hanno portato la loro testimonianza all’interno dei laboratori.
Questo lavoro ha consentito di ampliare la rete sociale territoriale, coinvolgendo anche alcuni insegnanti, con cui la nostra associazione intende continuare a lavorare nei prossimi anni, per costruire nuovi percorsi formativi attraverso una metodologia di progettazione partecipata.
Ci piacerebbe anche estendere il coinvolgimento a sempre più persone della comunità albanese perché crediamo molto nell’efficacia di portare nelle scuole storie di vita concrete che nel vivo dello scambio sono incisive nello scardinare stereotipi e luoghi comuni sull’immigrazione; credo che uno dei punti forti dei percorsi educativi di questo primo anno sia stato proprio questo.A proposito di nuovi progetti in cantiere, dunque – sempre risorse permettendo – c’èun nuovo percorso di interculturache prevede uno scambio scolastico Italia – Albania e anche un progetto di turismo responsabile nel Nord dell’Albania con possibilità di campi di conoscenza del progetto “Guri I Zi” e di volontariato, rivolto ai singoli cittadini interessati e alle scuole.