L’ossessione di Rama è quasi antica. Vede sempre un’Albania trasandata e la vuole coprire di stracci occidentali.
Questa mania buona risale ai tempi in cui era stato eletto sindaco di Tirana. Fece una pulizia di chioschi ed edifici abusivi che opprimevano la città per offrire un’immagine diversa non solo agli abitanti che questo scempio lo vivevano ogni giorno, ma anche ai pochi turisti che osavano visitare l’Albania.
Il grigio degli edifici comunisti venne coperto con i colori vivaci, anche se dentro tutto rimaneva comunista. Poi venne il giorno in cui fu eletto come Primo Ministro ma la voglia di ridipingere l’immagine dell’Albania, anche di facciata, non lo ha abbandonato. Da nord a sud, piccoli e grandi investimenti, per adattare la facciata all’essere.
Gli dobbiamo dare ragione perché gli albanesi in genere curano tutto ciò che c’è dentro. Abituati in un contesto rurale non potevano prevedere le esigenze che richiede un contesto urbano, in quanto pensano che si tratti solamente di pretese borghese sulla bellezza. E lui in realtà proviene da quella piccola parte di borghesia che il comunismo aveva permesso.
Comunque sia dobbiamo dare atto a Rama di averci ricordato quanto siamo sporchi fuori. Lo ha fatto con uno stile tutto suo senza dire mai che “siete belli dentro”. Era semplicemente un ordine; “dobbiamo essere anche belli”.
La decisione di inviare un team di medici e infermieri in Italia è legata sempre al concetto della bellezza secondo Rama. Chi ha visitato l’Albania ha avuto modo di vivere di persona ciò che offre questo piccolo paese e ha superato l’inganno del razzismo e dei pregiudizi nei confronti degli albanesi e dell’Albania.
A nessuno è sfuggito l’ospitalità e la generosità albanese e tanti turisti ne sono testimoni. Perciò mancava il finale. Pettinare l’anima dell’Albania per renderla più bella. Perché il bello è buono.
Kalokagathìa
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