Sono sette gli accordi di cooperazione legale, strategica e culturale, fra cui un memorandum d’intesa sulla cooperazione fra le forze dell’ordine dei due Paesi, siglati il 17 gennaio tra il governo albanese e Recep Tayyip Erdoğan, in visita ufficiale in Albania.
Il presidente turco è stato accolto dal primo ministro Edi Rama all’aeroporto di Tirana e dopo i convenevoli di benvenuto, è partito per Laci, che lo ha visto protagonista della cerimonia di inaugurazione di 522 case donate dalla Turchia agli albanesi sfollati, dopo il terremoto del 2019.
I fratelli sono a fianco dei fratelli al momento del bisogno. Con queste parole Erdogan si è rivolto a Edi Rama, in segno di disponibilità e collaborazione.
La Turchia continuerà ad assumere il ruolo di “nazione garante”, per assicurare la pace nei Balcani, cosi come ha fatto la sua parte fino a oggi, per costruire la pace e la stabilità nella regione, è quanto, invece, Erdogan ha affermato, parlando durante la conferenza stampa congiunta con il Premier albanese.
Il fatto che l’organizzazione terroristica Feto ancora trovi spazio in Albania, addolora il popolo turco. Aspettiamo decisioni veloci e drastiche in merito, ha aggiunto Erdogan. La Turchia continuerà ad assumere il ruolo di “nazione garante”, per assicurare la pace nei Balcani, cosi come ha fatto la sua parte fino a oggi per costruire la pace e la stabilità nella regione.
Altrettanto accoglienti le dichiarazioni di Edi Rama. Non credo che nessuno in Albania o nell’Unione europea (UE) debba essere infastidito dalle relazioni turco-albanesi. Perché abbiamo una relazione tradizionale ha dichiarato, dal canto suo, il primo ministro albanese Rama.
Al termine della conferenza stampa, Erdogan ha tenuto un discorso al Parlamento albanese, dove un attimo prima, Lindita Nikolla ha pronunciato parole di doloroso apprezzamento in ricordo di David Sassoli, il Presidente del Parlamento Europeo scomparso prematuramente l’11 gennaio scorso.
Accogliamo con favore il ruolo assunto dall’Albania nei Balcani. La Turchia sarà sempre al fianco della nazione albanese. La Turchia nel 1923 ha siglato uno degli accordi di amicizia con l’Albania. Quando Turchia e Albania si uniranno, non ci saranno problemi che non potranno essere superati, ha affermato Erdogan.
La visita del presidente turco è stata un’occasione per discutere circa i rapporti turco-albanesi, per uno scambio di idee e informazioni e considerare le opportunità di collaborazione in diversi settori, tra cui la lotta al terrorismo, gli sviluppi nei Balcani, la cooperazione economica e il contributo dei due Stati alla stabilità balcanica. Il presidente ha, anche, inaugurato la moschea Et’hem Bey, restaurata dall’agenzia turca di cooperazione e coordinamento.
Il presidente d’Albania Ilir Meta, non ha incontrato Erdogan, in quanto impegnato in altri eventi.
Oggi è stato un giorno davvero straordinario per me, impegnato in molte attività per onorare l’indimenticabile ricordo del nostro Eroe Nazionale, Gjergj Kastriot Skënderbeu. Non ho motivo di pentirmi di non aver incontrato il signor Erdogan.
Il Sig. Erdogan è stato ospite del Governo e si è comportato come tale. Gli auguro il meglio in Albania. Se volesse un incontro, oggi mi sforzerei di esserci perché avevo un’agenda molto fitta, ma lui non lo ha chiesto.
Il signor Erdogan non è stato invitato da me. Volevo ringraziare ancora di più il popolo turco per la gratitudine e per il generoso aiuto che ha dato al popolo albanese, è quanto dichiarato dal presidente albanese (fonte 27.al)
La visita di Erdogan è durata ben 11 ore, una lunga giornata, fatta di celebrazioni, buoni propositi, strette di mano e abbracci finali con tanto di saluto alle famiglie. Bisognerebbe chiedersi se quelle del turco non siano parole confezionate ad hoc, riempendosi la bocca di vicinanza umana e fratellanza, con la sola, unica, indifendibile e chiara finalità di ampliare i propri interessi, ponendosi, intanto, dalla parte delle comunità più deboli su cui allungare la mano.