Il leader del movimento politico Vetëvendosje, Albin Kurti, ha dichiarato che sarà il nuovo primo ministro del Kosovo; il suo nuovo governo dovrà affrontare molte sfide, sia a livello internazionale che nazionale.
Due analisti politici americani, Edward Joseph e Januz Bugajski – che hanno seguito da molto vicino lo svolgimento delle elezioni in Kosovo – hanno dichiarato per “Voice of America” che il proseguo dei colloqui Kosovo-Serbia e il dazio doganale del 100% sulle importazioni serbe dovranno essere le priorità del nuovo governo.
Il nuovo governo kosovaro
“Essere al governo cambia persone e politici. Per Albin Kurti sembrava facile criticare dall’esterno e controbattere. E’ completamente diverso recarsi a Bruxelles o a Washington, o accogliere alti funzionari di queste due città e ascoltarli.
Non dobbiamo dimenticare che il Kosovo dipende dal sostegno della comunità internazionale. La Kosovo Force si occupa della sicurezza, perché non vi è ancora un esercito nazionale. L’economia dipende dall’Unione Europea. Per questo, il Kosovo non potrebbe affrontare un isolamento. Dobbiamo escludere questa possibilità.” – ha dichiarato per “Voice of America” l’analista americano Edward Joseph.
Le opinioni spesso definite come isolanti per il Kosovo del leader del movimento “Vetëvendosje” non sono viste come un problema dall’analista politico Janusz Bugajski:
“Lui è deciso nel garantire una stabilità al Kosovo, in ambito economico, politico e strategico. Penso che sia questo quello che l’America desidera: paesi indipendenti, sicuri e richiedano meno impegno da parte delle truppe statunitensi.
Paesi che possono servire all’Alleanza. Penso che il Kosovo possa contribuire alla sicurezza comune della NATO. In un certo modo, Kurti è la persona adatta per questo.” – ha affermato Janusz Bugajski.
Le sfide del Kosovo
La sfida più difficile e una delle priorità del prossimo governo è il ripristino del dialogo con Belgrado. Questa è l’aspettativa da Washington, che ha nominato due rappresentanti speciali per il Kosovo, Richard Grenell e Matthew Palmer.
“Penso che la nomina dell’ambasciatore Grenell, sottintenda l’interesse che ha la Casa Bianca nel raggiungere un accordo. Accordo che a sua volta sottintende il rispetto degli interessi di entrambe le parti.” – ha continuato Edward Joseph.
Anche per Bugajski il coinvolgimento dell’ambasciatore Grenell è una possibilità da cui Kurti deve trarre vantaggio:
“Albin Kurti sembra essere il più pulito di tutti i politici in Kosovo perché non ha accuse di corruzione, di crimini di guerra e non ha fatto parte di alcun governo in cui sono stati commessi errori.
Ha le mani pulite e questo gli offre maggiore autorità e lo pone al cospetto della comunità internazionale. Sarà un mix interessante perché l’ambasciatore Grenell, d’altra parte, ha delle riserve sull’Unione Europea e ha suscitato numerose critiche nei confronti del governo tedesco.
Quindi penso che non ascolterà molto la posizione dell’Unione Europea, sarà più interessato a spingere verso quella americana che il Kosovo dovrà utilizzare a suo favore.” – ha affermato Bugajski.
Tuttavia, il Kosovo ha gravi problemi anche su molte questioni interne. Per i due analisti politici, sarà necessario lavorare parallelamente in entrambe le aree:
“Il governo dovrà concentrarsi su entrambi i problemi. Devono impegnarsi per lo stato di diritto e la lotta alla corruzione e Kurti dovrà impegnarsi per dimostrare che queste sono le priorità del suo governo.” – ha detto Joseph.
“Penso che lo sviluppo economico così anche la trasparenza, lo stato di diritto e la giustizia per coloro che hanno commesso crimini e per i funzionari corrotti che hanno abusato di cariche pubbliche, dovranno essere i primi lavori interni da svolgere.” – ha ribadito Bugajski.
Kosovo-Serbia
Ci si aspetta, quindi, che il nuovo governo del Kosovo decida sul dazio del 100% sulle importazioni serbe, che ha causato la sospensione del dialogo. Per Belgrado l’unica condizione per il ripristino del dialogo è la rimozione del dazio, per cui Haradinaj ha resistito nonostante le pressioni americane ed europee:
“Ramush Haradinaj non avrebbe rimosso il dazio, perché per lui era una questione di principio. Ma un nuovo governo, sostenuto dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, può trovare molto facilmente la formula con Belgrado.
Ad esempio, il dazio doganale viene sospeso, i colloqui ricominciano e Belgrado rinuncia ad alcune delle sue posizioni sulla scena internazionale. Credo che unendo l’energia della diplomazia americana ed europea, si potrà trovare una soluzione per ripristinare il dialogo.” – ha sottolineato Edward Joseph.
Per Bugajski il ripristino del dialogo è uno scenario facilmente fattibile, soprattutto se ci sarà una maggiore pressione internazionale sulla Serbia:
“E’ necessaria una maggiore pressione, specialmente sulla Serbia. Dovrà essere osservata anche la Russia, che potrebbe tentare di sabotare il processo poiché un eventuale accordo non è nei suoi interessi.”