Negli ultimi giorni il primo ministro ha chiesto ripetutamente di dialogare con gli studenti in protesta contro le tariffe universitarie, senza ricevere tuttavia risposta positiva.
Il messaggio di Rama
“Questo è un momento d’oro per creare un legame in comune con gli studenti. Il governo non può lasciar perdere questo importante momento di potenziale cambiamento.” – ha dichiarato il premier albanese in un videomessaggio su Facebook.
Rama, inoltre, ha dichiarato di essere ancora aperto ad un compromesso con gli studenti, abbassando le tariffe universitarie e scolastiche.
“I nostri obiettivi comuni non possono essere raggiunti attraverso gli ultimatum.” – ha aggiunto l’ex sindaco di Tirana.
La protesta, iniziata martedì scorso, è proseguita per tutto il resto della settimana fino ad oggi.
La risposta degli studenti
Il movimento universitario, guidato da Arlin Qorri, ha risposto alle parole del premier Rama con un comunicato pubblicato nella giornata di oggi.
Il movimento ha prima criticato il primo ministro – reo di voler evitare la questione sostenendo che le tariffe universitarie non dipendano direttamente dal governo – e poi ha reso noto quel che per loro sarebbe la soluzione più giusta, ovvero un’istruzione gratuita per tutti.
“La soluzione per le tariffe è semplice: istruzione pubblica gratuita per tutti gli studenti iscritti alle università pubbliche e nelle quali vi rientrano per merito.
Per gli studenti che provengono da famiglie povere ma che hanno voti eccellenti, devono essere istituite delle borse di studio. L’istruzine pubblica gratuita è attuata in ben 17 paesi europei, dai più ricchi ai più modesti.” – si legge nel comunicato.
In conclusione, tra le altre cose, il movimento ricorda al primo ministro come il malcontento tra gli studenti non sia nato solo negli ultimi giorni:
“Signor Rama! Il malcontento tra gli studenti non nasce oggi. Sono anni che protestano sotto la pressione dei professori.
Noi, come attivisti del movimento universitario, stiamo negando la legge dell’istruzione da quattro anni, abbiamo organizzato decine e decine di proteste dove moltissimi studenti ci hanno comunicato le loro problematiche.
Abbiamo denunciato i professori che obbligano a farci comprare i loro libri e prendono tangenti, abbiamo reso noti casi di plagio ecc. Ai tempi, il governo ha chiuso sia occhi che orecchie.
Oggi che migliaia e migliaia di studenti, come mai successo prima, vi hanno messo con le spalle al muro, state ascoltando le nostre lamentele. E le ascolterete ancora per tanto.” – chiude il comunicato.