Un ponte tra l’Italia e l’area ionico-adriatica, attraverso il cinema. È la mission di OFF Otranto Film Festival, diretto da Stefania Rocca – un’iniziativa di Apulia Film Commission e Regione Puglia con il contributo della Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura e del Comune di Otranto – la cui dodicesima edizione si è chiusa venerdì 24 settembre con la premiazione dei film in concorso. Nella giuria di sole donne composta da grandi professioniste del mondo dello spettacolo e della cultura, anche la scrittrice albanese Anilda Ibrahimi, tradotta in diversi Paesi, Premio Rapallo 2017 per il romanzo “Il tuo nome è promessa”.
Tra i lungometraggi protagonisti della rassegna, diversi film provenienti dall’universo albanese. Tra questi, “Andromeda Galaxy” di More Raça (Kosovo, 2019), uno spaccato della difficile vita nel Paese in cui ancora pesano i relitti della guerra, che ha ricevuto il Premio Torre del serpe come miglior film «per la delicatezza del racconto e la giusta distanza dai personaggi, vicini ma mai invasi nella loro intimità».
Il Premio UniSalento assegnato dagli studenti del corso di laurea in Dams è andato invece a “Open door” di Florenc Papas (Albania, 2019), «per aver rappresentato nuovi traguardi sociali e sentimentali di una generazione che cerca di emanciparsi dalla precedente».
Nel trentennale dall’arrivo degli albanesi in Italia, nella città in cui la vicinanza al Paese delle aquile si misura a vista, scorgendo le montagne aldilà di una striscia d’Adriatico, OFF ha celebrato il lungo rapporto di fratellanza tra italiani e albanesi. Un legame divenuto negli anni anche una feconda relazione di tipo creativo e produttivo che coinvolge gli altri Paesi dei Balcani, all’interno della quale il cinema rappresenta un vasto campo di opportunità. A questo è stata dedicata la due giorni “EGO – East Gate Otranto” diretta dal regista e produttore albanese Ilir Butka, che ha riunito professionisti italiani, europei e balcanici di tutta la filiera audiovisiva per mettere insieme esperienze professionali, creare cooperazione, scoprire i talenti emergenti, analizzare nuove forme produttive, narrative e distributive di una Macroregione con un potenziale geopolitico strategico e sempre più in crescita, confrontarsi sulle prospettive comuni date da coproduzioni e fondi europei.
L’intersezione e il dialogo tra culture sono stati al centro anche degli eventi artistici collaterali della manifestazione, come la mostra di Stefano Romano “Punto di rugiada”, a cura di Francesco Scasciamacchia, che racconta il percorso dell’artista dall’Italia all’Albania. La mostra, realizzata in partnership con l’Istituto italiano di cultura di Tirana e Otranto Film Festival, è stata presentata per la prima volta in Italia e resterà aperta fino al 30 novembre 2021.
Alle migrazioni, e in particolare al lungo viaggio degli albanesi in Italia è stato dedicato un focus attraverso la rassegna speciale su Adrian Paci, tra i protagonisti della scena artistica europea contemporanea. A Paci è stato anche conferito un premio speciale per aver fatto da ponte tra Italia e Albania e trasformato con la sua arte il concetto di migrazione in connessione.
Cooperazione e intersezione sono state le parole chiave di questa edizione di OFF, arrivata dopo un anno di fermo imposto dalla pandemia, che ha voluto celebrare l’incontro tra culture ma anche fra le arti. «Questo festival nasce da una profonda passione e da un profondo rispetto per l’arte e per tutto il mondo dello spettacolo – ha commentato la direttrice artistica Stefania Rocca – le arti ci connettono con noi stessi e con gli altri, creano un ponte che travalica i mari, i muri e il tempo, ci insegnano il valore della condivisione».