Avevo letto su “La Tecnica della Scuola “, il sito della storica casa editrice fondata a Catania nel 1949, che si occupa di diffondere informazioni e notizie sul sistema scolastico su tutto il territorio italiano, dei dati allarmanti sulla preparazione fisica e motoria dei ragazzi di oggi .
“Ricerche sul campo, analisi empiriche e studi di settore sono arrivati alla stessa triste conclusione. Continuando di questo passo, gli adolescenti nel 2020 raggiungeranno il grado zero delle capacità motorie.
“Due ragazzi su tre non sanno fare le capriole”
La capriola, un esempio di capacità ginnica di base, sta diventando un problema insormontabile per i ragazzi delle medie: due studenti su tre non sono capaci di fare una capovolta in avanti, si bloccano, si girano di lato non riuscendo ad effettuare quello che era un movimento che un tempo si imparava dai più “grandi” per strada.”

Ecco. Per coincidenza, proprio pochi giorni fa, parlavo dell’importanza che noi, generazione dei 35-45enni albanesi, dedicavamo all’educazione fisica nelle nostre scuole in Albania.
E questo fatto l’ho citato, io personalmente, nominando la mia ex-professoressa di educazione fisica nelle scuole medie a Tirana, anni ’80, Anila Jatru.
Lei, una sportiva professionista ai tempi, in atletica, nella categoria lancio del disco.
Quindi, si può immaginare l’importanza che veniva attribuita da parte nostra a questa materia. Avendo per di più, come professori di educazione fisica nelle scuole, spesso degli sportivi, dei veri professionisti.
Tempi in cui si giocava in strada
Inoltre, occorre tenere presente che, come cita l’articolo di “La Tecnica della Scuola”, noi, esercizi ginnici basilari, come la capriola o delle capovolte, la verticale ed altro, li imparavamo “in strada”.

Ci esercitavamo da soli nei prati dove giocavamo con i nostri coetanei, oppure anche a casa, facendo arrabbiare i genitori forse, trasformando le loro camere da letto, in “palestre per fare le capriole”, tra fratelli e bambini, vicini di casa.
Tutti spensierati e si può dire, atletici per natura. Delle volte, facendo dei salti dai letti facendoci anche male, ma imparando, sbagliando allo stesso tempo. Certo, c’era quello più portato a livello fisico a realizzare questi esercizi e quello meno predisposto, ma ad ogni modo, la voglia di improvvisare, non mancava.
Lo stesso, quando andavamo al mare da bambini, sulla riva praticavamo vari esercizi ginnici, per puro divertimento.
Erano appunto, tempi in cui si giocava in strada, si praticavano giochi dai più svariati.
L’alimentazione era genuina, più limitata in assortimenti e prodotti e meno sofisticata ed elaborata di oggi, ma sana, per cui il rischio obesità era minore, ad eccezione di qualche caso patologico.
Considerando che si trascorreva più tempo all’aperto, di conseguenza, in mancanza di giochi elettronici, si ottenevano un fisico ed una mente più sani nei ragazzi, dei cervelli più creativi e più predisposti alle novità ed alle sorprese che riservava il futuro, di ogni ambito e materia.
Confronti generazionali
Ci sono stati dei progressi senza dubbio anche nel campo della scuola, come in ogni altra branca, ma spesso, ai tempi moderni, capita di non tenere conto di alcune chicche del passato, che costituiscono le fondamenta della preparazione sana fisica e mentale dei ragazzi.
Facile non lo è naturalmente, applicare questo in una società avanzata e che progredisce a dei ritmi rapidissimi, ma se proprio non si riesce a dar loro precedenza, almeno tenerle in considerazione, adattarle e rivisitarle a seconda i parametri sociali odierni, questo sarebbe utile per ragazzi e genitori.
Perché questi dati allarmanti sul calo delle qualità aerobiche, resistenza fisica e scarsa preparazione motoria in generale dei nostri ragazzi, a noi adulti ci dovrebbero far riflettere un po’ più attentamente.
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