Finalmente la maggioranza e l’opposizione albanese hanno deciso di sedersi intorno al tavolo delle trattative per cercare di dare il loro il consenso per le riforme legislative che richiedono la maggioranza qualificata dei 2/3 dei voti dei parlamentari. Tutto comincerà da riforme semplici, dal punto di vista dell’importanza politica.
In un’agenda stabilita di tre settimane le principali forze politiche dall’Albania, quelle governative, dirette da Sali Berisha, e l’opposizione, la cui guida fa capo Edi Rama, discuteranno e si metteranno d’accordo sugli emendamenti da adottare ad una serie di codici, tra qui, quello stradale, aereo e marittimo, i quali necessitano di adeguarsi il più possibile agli standard dell’Unione Europea.
In contemporanea, il Partito Socialista ha chiesto la creazione di una commissione parlamentare ad hoc per scegliere l’Avvocato del Popolo, una carica costituzionale, vacante da tantissimo tempo, a causa della mancanza del dialogo politico tra le parti in causa. Questa prima fase di dialogo si prevede si concluda entro la fine di questo anno. Più in là, nel nuovo anno parlamentare, una volta trovato il consenso su queste questioni, si cercherà di affrontare faccende più delicate, come la riforma parlamentare, e quella elettorale. Le tre questioni iniziali per le quali le forze politiche discuteranno, fanno parte del patto di dieci punti proposto dal PS circa un mese fa. Certo che, dalla totale paralisi alla presa in considerazione di almeno tre punti, si tratta di un passo in avanti, ma adesso resta da vedere se esisterà la volontà di trovare il consenso su tutti i punti che si esamineranno, o se al contrario si tratterà di un’altra battaglia a viso aperto tra i partiti politici. L’Albania è uno dei paesi a più elevata instabilità per quanto riguarda la legge elettorale, visto che quasi ad ogni elezione per il Parlamento, si sperimenta un nuovo codice, mentre gli esperti di politica si sono sempre espressi dell’opinione che, per provare la validità di un sistema elettorale, sono necessari almeno tre turni di elezioni. Quindi non esiste nessuna certezza o speranza che una nuova legge elettorale possa essere la medicina di tutti i mali. Passando dal libero voto dei cittadini, alle indipendenti istituzioni costituzionali, anche in questo caso esiste una seria minaccia alla democrazia, visto che l’opposizione potrebbe trovarsi con le mani legate per dire la sua in tale ambito. Infatti, una volta eletto, il nuovo presidente della Repubblica, fatto che potrà avvenire con i soli voti della maggioranza, grazie ad una riforma voluta fortemente, chissà perché, dall’opposizione di Edi Rama, il Capo dello Stato venendo quasi certamente dalle fila del Partito Democratico, potrà avere un preciso mandato di fare il gioco del Governo nel nominare tutti i giudici del sistema giudiziario secondo il volere di chi comanda, minando la separazione e l’indipendenza della Magistratura dall’Esecutivo. Potrà anche accadere come con l’attuale Presidente, il quale una volta trovatosi nell’importante carica, non ha voluto più saperne degli ordini impartiti da Berisha. Ma c’è una velata differenza tra l’indipendenza come valore morale, e l’indipendenza come valore materiale, e non sempre questi due principi potrebbero avere gli stessi effetti. E quindi, così come nessuno si aspettava un Topi indipendente, non ci sarebbe da meravigliare neanche di una Topalli devota discepola di Berisha. Visto che la possibilità c’è ed è anche legale, perché no, tanto ce ne è di tempo per correggere tutto alla prossima riforma, visto che le riforme accadono con un’incredibile rapidità in Albania, trovando nella Costituzione o nella Legge elettorale demoni da sconfiggere a tutti i costi.