Ve l’abbiamo segnalato come ospite della 14° edizione del Genova Film Festival per la sezione “Oltre il Confine: il Giovane Cinema Kosovaro”. Qui lo ritroviamo in un’intervista dove racconta a Gerarta Ballo per AlbaniaNews la sua formazione, come nascono i suoi film e i progetti per il futuro. Si tratta di uno dei registi kosovari più amati dal pubblico e apprezzati dalla critica: Burim Haliti.
Per quale motivo nei tuoi lavori scegli di trattare temi forti, come la guerra, rappresentandoli però in chiave farsesca?
Nel corso dei miei studi universitari ci era richiesto di girare ogni anno due corti. Così ho sperimentato diversi generi e temi: la guerra, la realtà urbana, la vendetta ecc. Dopo gli studi invece ho iniziato a usare lo stratagemma dell’unire molti generi dentro un unico film. È molto difficile per i registi, ma credo di esserci riuscito alcune volte. Così rendo i miei lavori più coinvolgenti perché racconto un evento in modo molto reale ma allo stesso tempo risparmiando allo spettatore una pesantezza inutile. In “Intervista” la storia è ambientata nel periodo precedente alla guerra del Kosovo, anche se il modo in cui vivevamo allora può essere definito altresì una guerra visto che eravamo sotto occupazione continua della Serbia e questa era una tragedia. Lì racconto storie realmente accadute in Kosovo in quel periodo ma con un tocco grottesco e con alcune scene comiche. Allo stesso modo “Hekurishtja” è un film tragico, ma in cui si creano involontariamente situazioni comiche, risultando così un mix di generi. Penso comunque che in futuro potrei girare film con temi completamente diversi.Come concigli il cinema autoriale di “Hekurishtja” (“Ferraglia”) e “Intervista” (“L’intervista”), che hai presentato al 14 Genova Film Festival, con lavori più commerciali come quello per la fiction Cimerat che va in onda sulla tv kosovara RTK?
La differenza è che per il serial bisogna lavorare con più velocità che per i film perché ogni settimana è richiesto un nuovo episodio e non c’è molto tempo per pensare a come girarlo. Poi i mezzi limitati di cui disponiamo ti portano a sostituire scene che non puoi realizzare con altre più semplici da girare. Al pubblico spesso piacciono perché si abitua ai personaggi e vuole vederli in situazioni nuove. Di “Cimerat” (“I coinquilini”) abbiamo già girato 147 puntate.
Sui miei film, invece, ho riflettuto a fondo, anche se non ho avuto grossi comfort nel girarli. Ma nel farli avevo in mente che sarebbero stati visti dal pubblico internazionale. Ed è successo. Hekurishtja è stata selezionato in 30 festival internazionali e ha vinto molti premi: nel “Festival of Nations” in Austria è stato premiato con l’Orso d’oro e con il premio “Unica”; al “Zoom Zblizenia”, in Polonia, ha vinto il premio del pubblico e quello come miglior film indipendente; al “Tirana International Film Festival” è stato premiato nella sezione miglior fiction. Questi e altri premi confermano la dimensione internazionale del lavoro.Vedi delle differenze tra il pubblico che hai incontrato a Genova, negli altri festival europei e quello a cui sei abituato in Kosovo?
Sono stato invitato due volte al Festival di Genova e ringrazio la direttrice Antonella Sica che quest’anno ha ritagliato un posto per il Cinema Kosovaro. E ci siamo presentati come nuovo Stato! Penso che il pubblico che ama il cinema sia lo stesso in tutto il Mondo. Comunque direi che a Genova ho visto spettatori di tutte le età, in Polonia c’erano più giovani che in Austria, mentre in Kosovo mi sembra che il pubblico sia di tutte le età ed estrazioni sociali.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto scrivendo due sceneggiature, un corto e un film lungo. Spero di girarli nel prossimo futuro. Intanto nel corso della mia permanenza a Genova ho avuto un’altra idea che ho iniziato a scrivere subito. È una sceneggiatura per un corto che parla di un emigrante kosovaro che capita per caso a Genova e finisce per passarci l’intera vita. Anche qui ci saranno scene comiche, ma soprattutto vi è la tragedia di una persona la cui vita trascorre e giunge al termine senza che lui se ne renda conto! Spero e credo di realizzare questo film.