Dal 1 settembre i cittadini del Kosovo che hanno lavorato in Svizzera potranno finalmente ottenere le loro pensioni, dopo un’attesa lunga più di 10 anni.
Il tutto sarà reso possibile dall’accordo stipulato sul riconoscimento delle pensioni tra Kosovo e Svizzera, ratificato due mesi fa dalla parlamento della confederazione elvetica.
Il comunicato dell’ufficio della previdenza sociale
In un comunicato pubblicato nella giornata di lunedì, l’ufficio federale svizzero per la previdenza sociale (BVS) ha reso noto che, dal 1 settembre 2019, inizieranno i pagamenti delle pensioni per tutti i cittadini del Kosovo che hanno lavorato in Svizzera.
I cittadini del Kosovo, quindi, potranno sia richiedere le pensioni di vecchiaia e sia quelle di disabilità senza essere obbligati a vivere in Svizzera.
L’accordo tra Kosovo e Svizzera è simile a quelli firmati dalla confederazione elvetica con gli altri paesi e si basa su standard internazionali. Tuttavia, è molto importante sottolineare come il presente accordo non preveda benefici retroattivi, in quanto verranno riconosciuti i diritti pensionistici esclusivamente di chi andrà in pensione dopo il 1 settembre discriminando in questo modo circa 1000 pensionati kosovari che hanno lavorato in Kosovo in passato.
L’accordo – già approvato da entrambi i parlamenti dei paesi – verrà ufficializzato il 15 d’agosto assieme ad un manuale nel quale verranno specificati i criteri per poter beneficiare delle pensioni, come confermato dal ministro degli esteri kosovaro Skender Reçica.
Quest’ultimo ha spiegato che il governo kosovaro ha fatto il possibile affinché fossero riconosciute anche le pensioni precedenti al 1 settembre ma il governo elvetico non ha accettato un’ipotesi di questo tipo.
La pensione negata agli albanesi del Kosovo
Proprio per la questione delle pensioni non riconosciute, lo scorso 1 maggio – data della festa dei lavoratori – molti cittadini del Kosovo hanno manifestato davanti alla sede del governo a Prishtina.
Tra questi, come riporta swissinfo.ch, c’è anche il cittadino kosovaro Neshat Gavazaj, figlio della vedova Gjyzide la quale, a causa del mancato versamento della pensione svizzera del marito, ha vissuto per quasi dieci anni con un aiuto sociale di 85 euro.
“Non capisco cosa abbiamo fatto di male, la pensione mio padre se l’è guadagnata, ma nonostante ciò mia madre, che lo ha aspettato per trent’anni, ha vissuto per anni in povertà“. – dice Neshat ai microfoni di swissinfo.ch
Il padre di Neshat ha lavorato – come tanti altri suoi connazionali – per anni in Svizzera e versato i contributi all’assicurazione di previdenza obbligatoria, ma quando è giunto il momento di percepire una rendita di vecchiaia (AVS) o di invalidità (AI) e quindi di poter rientrare nel loro paese d’origine a godersi la pensione, si sono ritrovati a mani vuote.
Il problema riguarda migliaia di kosovari che negli ultimi dieci anni sono stati penalizzati finanziariamente, perché la Svizzera dall’aprile 2010 non ha più applicato al Kosovo la Convenzione di sicurezza sociale conclusa a suo tempo con l’ex Repubblica popolare di Jugoslavia.