Come viene riportato da Eurostat, l’Albania detiene il primato europeo del salario minimo più basso (tra i paesi UE e quelli candidati all’adesione), con soli 180 euro al mese.
Le statistiche pubblicate, si riferiscono ai salari minimi nazionali. Ovvero il salario che di solito si applica a tutti i dipendenti, o almeno alla grande maggioranza di essi. Viene applicato per legge, spesso da un accordo intersettoriale nazionale.
Se osserviamo, invece, la classifica dall’alto troviamo al primo posto il Lussemburgo, con un salario minimo di 1998.5 euro al mese. Dato quello del salario minimo che, come fa notare Eurostat, ha a che fare con la posizione geografica: nel raggio est europeo (in paesi come Romania, Lituania, Slovacchia ed Estonia) lo stipendio varia dai 400 ai 500 euro.
Gli stati nord-orientali, invece, hanno un salario minimo di oltre 1.400 euro, tra cui il sopracitato Lussemburgo, la Francia, il Belgio, i Paesi Bassi, il Regno Unito e l’Irlanda. Tra i 600 e i 900 euro se si parla di Europa Meridionale (Spagna e Portogallo).
Eurostat riporta anche un confronto extra-europeo con gli Stati Uniti: negli USA il salario minimo è di 1048 euro al mese.
Rispetto a dieci anni fa, quindi Febbraio 2008, oggi i salari minimi espressi in euro sono più alti in tutte le nazioni dell’Europa, con eccezione della Grecia dove attualmente sono inferiori addirittura del 14% rispetto a dieci anni fa (tasso di variazione annuo di -1,5% circa).
L’Albania, nonostante non fosse all’ultimo posto nel 2008 (c’era la Bulgaria con 112.49 euro/mese), è andata anche lei in crescendo registrando un +27% nel corso degli anni, seppur con un lieve ribasso in questo inizio di 2018. Si è passati infatti, dai 181.01 euro/mese (valore più alto di sempre) di media dello scorso anno ai 180.52/mese dell’inizio del nuovo.