Di recente, Saimir Maloku è stato intervistato dalla Reuters, per raccontare il suo calvario di vita.
Classe 1946, viene arrestato in Albania il 13 maggio 1976 e sconta la pena di 9 anni – nel famigerato carcere di alta sicurezza per prigionieri politici di Spaç, Albania – per aver inventato e diffuso il dispositivo “Grup“, per captare le onde radiotelevisive straniere. In particolare, per convertire le onde UHF della Tv italiana, per rendere possibile di seguire di nascosto la RAI.
Saimir Maloku per Reuters:
“Durante la dittatura ho fabbricato tanti dispositivi, che ho nominato “La Lattina”, i quali li utilizzavo non solo ad uso personale, ma ne ho regalati diversi a parecchi amici, senza sapere che qualcuno di loro mi stava denunciando alla polizia al contempo.
In carcere, la cosa paradossale è stata che le guardie carcerarie stesse, conoscendo il motivo della mia condanna e le mie capacità tecniche, mi chiedevano di fabbricare lì in prigione, anche per loro, di quei famosi dispositivi per captare le onde televisive e radiofoniche straniere.”
La storia del prigioniero politico albanese, Saimir Maloku
Di professione ingegnere elettronico, indirizzo “Radio”, lui mette in atto le sue capacità tecniche professionali per inventare un dispositivo molto ambito in Albania sotto dittatura, per captare le onde emittenti delle tivù straniere, quando lo Stato Albanese impediva categoricamente questo e condannava il gesto con la privazione della libertà del trasgressore.
Arrestato ergo, nel 1976 e accusato di “Agitazione e propaganda contro il regime”, per aver inventato per se stesso e per aver fatto procurare delle copie simili anche ad un gruppo di amici, – qualcuno dei quali evidentemente ha fatto la soffiata – da ingegnere elettronico qual era, un apposito dispositivo che si inseriva all’apparecchio televisivo sotto dittatura in Albania, in piena censura, per captare il segnale delle emittenti straniere, in particolare la propagazione delle onde trasmittenti della tivù italiana.
Questo apparecchio, cosiddetto in gergo albanese “Grup” oppure “Kanoçe”, costituiva per gli albanesi, una finestra sul mondo.
Lui viveva in casa con il padre anziano e paralizzato.
Quando i servizi segreti della polizia di stato albanese vennero messi a corrente di questa “attività pericolosa” dell’ingegnere Maloku, installarono delle cimici a casa sua per spiarlo.
Nel 2018, si è potuto finalmente avere accesso ai fascicoli dell’archivio di “Sigurimi”, Servizi Segreti Albanesi e il sig. Saimir ha potuto leggere l’esposizione del suo caso dai suoi persecutori e non solo: ha potuto effettuare di persona l’apparecchiatura di intercettazione installata nella sua abitazione da parte di “Sigurimi”, la quale è esposta al pubblico oggi negli ambienti del Museo Nazionale Albanese della Sorveglianza, “La Casa delle Foglie” – “Shtëpia me Gjethe” a Tirana.
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