Migrazione – Integrazione – Inclusione. Forse a chiudere il cerchio sarebbe un ultimo tassello denominato appartenenza, però – a mio parere – è presto per reclamare che essa sia venuta per tutti gli albanesi in Italia.
È un concetto che includerebbe il “sentirsi italiani”.
Sinceramente dubito che la reclamino tutti. Questo perché la prima generazione dei migranti non penso si sia ancora bene amalgamata con il paese di approdo come i loro figli. L’Inclusione sì che la si reclama senza tentennamenti: dà la sensazione sensata di non doversi più sentire accettati come il nuovo arrivato della classe già costituita prima di te. Candidandosi in massa gli albanesi la stanno fortemente rivendicando.
Le tante candidature albanesi alle plurime elezioni di fine maggio (Europee con Geri Ballo e Comunali) dimostrano che politicamente la comunità albanese ha fatto il salto di qualità che mancava al suo essere parte viva dell’Italia. La narrazione dell’albanese intento a compiere malefatte, poi quella dell’albanese “calmato” e in arte e sport integrato si mette sulla scia della realtà fattuale del nostro connazionale incluso nella vita italiana.
Questo attraverso la Politica, che negli intenti dei benevolenti È il più grande strumento di cambiamento in meglio di una società perché detiene le leve del potere decisionale. Il fatto che decine di rappresentanti di una grande comunità da mezzo milione di rappresentanti si candidano a rappresentare in vari ambiti del potere (europeo, regionale, comunale) la loro comunità ormai di appartenenza (e la quale È multietnica) È la più lampante dimostrazione della loro piena inclusione dentro la società italiana. Attraverso loro come canale positivo di trasmissione c’È da sentirsi più ricchi politicamente e più sicuri del fatto che ormai la comunità albanese ha piantato solide radici inestirpabili in questo paese.
Sono passati 28 anni dall’inizio dell’ondata di immigrazione massiccia albanese in Italia. Tutti e due i paesi sono cambiati: l’Albania in meglio perché si È aperta al mondo, l’Italia no perché sta spalancando le porte solo alle sue paure trasformandole in una profezia che si autorealizza. Bisogna impegnarsi a fermare questa deriva distruttiva per l’Italia e per tutti coloro che in essa ci abitano. È un dovere farlo e i candidati albanofoni lo stanno tentando prestando immagine e competenze al bene comune Politica. Perché essa questa deve essere: non un ideale utopico ma una solida realtà tangibile, in un contesto che non può prescindere dallo ruotare intorno all’Unione Europea.
Non bisogna essere coubertiniani in politica. Il barone dei Giochi Olimpici disse che l’importante È partecipare. Bisogna partecipare per poter vincere, certamente. Però si partecipa in politica per incidere sulla realtà materiale della vita di tutti i giorni. Quindi vincere è necessario ed auspicabile per i nostri candidati.
La nostra comunità dimostra di avere raggiunto una maturità politica, segno inequivocabile del fatto che sta imparando a chiedere diritti e doveri all’interno del largo contesto nazionale italiano e sopranazionale europeo. Questo attraverso il portarsi sulle spalle la responsabilità della candidatura e l’ulteriore peso decisionale della elezione “anticoubertiniana”.
Un raggiungimento questo della maturità politica da farci sentire presenti e fieri.
Il prossimo 26 maggio, in contemporanea con le elezioni europee, si terranno le elezioni amministrative italiane. Albania News ha censito la lista dei candidati di origini albanesi e che al momento della pubblicazione di questo articolo ha superato i 70 candidati. Segui link per consultare la lista completa dei candidati