Sgombrato ieri a Brescia il presidio degli attivisti dell’Associazione “Diritti per tutti” che sostenevano la battaglia dei sei immigrati asserragliati da più giorni su una gru per protestare contro la sanatoria truffa.
“Siete voi il terzo mondo Brescia”. Queste le parole di uno degli operai asserragliati sulla gru per protestare contro la sanatoria truffa nel rilascio dei permessi di soggiorno, alla vista degli agenti in assetto antisommossa intenti a sgomberare il presidio di vicinanza che da dieci giorni sosteneva la protesta.Un vero e proprio attacco alla solidarietà quello di ieri, come nelle migliori tradizioni militari, si agisce all’alba, di soppiatto, prima che la città si svegli, prima che possa sentire. Parte alle sei del mattino lo sgombero. Disordini con gli attivisti e una trentina di persone condotte in questura (tra cui giornalisti) qualcuno forse per essere arrestato. Una strada tutta da decifrare quella scelta dalla forza “pubblica” .
A quanto pare preoccupavano le oltre diecimila persone (nella foto) che la città di Brescia aveva saputo raccogliere intorno agli occupanti Sabato 6 Novembre. Troppo scalpore la lotta dei sei: Arun, Jimi, Rachid, Singh, Sajad e Pepe. Tanta attenzione da diventare un caso nazionale. Così invece di concentrarsi sul “bersaglio”, (gli immigrati appollaiati sulla gru), la scelta è stata quella di tagliarne i ponti. Quel presidio di attivisti “Diritti per tutti” che quel tipo di protesta la consentiva, rifornendo di cibo e acqua gli immigrati.Una scelta dal doppio binario dunque, staccare la spina alla protesta e spezzare il più possibile quella catena di solidarietà creatasi tra una piccola parte della società civile attiva e quei lavoratori che il potere vorrebbe mantenere nell’ombra, in quel limbo sociale che prende il nome di clandestinità. Dopotutto il potere attacca ciò di cui ha più timore, perché ama il silenzio e il sonno pesante del primo mattino.
Qualcuno scrisse che il potere lo si ha finché non lo si esercita, perché quello più profondo utilizza il linguaggio del consenso, della partecipazione, della condivisione non esclusivamente la forza dell’imposizione. Giacché il pericolo, in questa Italia sembrano proprio essere quei soggetti che riconoscono ancora un essere umano dietro ad un clandestino, quelle persone tanto strambe che ancora credono di potersi battere per problemi che non li riguardano personalmente.
Quello strano magma di esistenze ancora non volenterosi di avanzare nel mondo a testa bassa controllando, di volta in volta, esclusivamente le proprie tasche. Quell’umanità indistinta che ancora non prova timore verso lo sconosciuto, quella galassia di curiosi che non scappa al cospetto del diverso.
Tutti coloro che, in questo paese, non hanno ancora legato il concetto di estraneo alle paure più profonde fagocitanti intolleranza e pregiudizi adattissimi all’unico scopo di cui ci vogliono portatori, il consumare. Piccoli scorci di quella malattia nietzschiana affermante che quando si costringe l’uomo a non volere niente, egli preferirà piuttosto volere il niente.
Ricordate il dio feticcio di Ivan il terribile, l’ultras serbo a cavalcioni sulle transenne dello stadio??È dietro l’angolo.
Immediatamente dopo lo sgombero, diverse le città che hanno accolto presidi contro le violenze di Brescia. Bologna, Reggio Emilia, Padova, Trento e Milano mentre domani sarà il turno di Bergamo e Venezia.