Pochi giorni fa, la corte costituzionale albanese ha approvato, con un solo voto contrario, la richiesta da parte degli ambientalisti di un referendum popolarecontro l’importo dei rifiuti.
Questo problema, sorto all’inizio dell’anno scorso, quando la maggioranza al governo approvò una legge sull’importo dei rifiuti tossici dall’Italia, ha suscitato loscalpore non solo degli ambientalisti ma di tutta lasocietà civile albanese.
Dopo due anni di lunghe e burocratiche procedure, “l’Alleanza contro l’importo dei rifiuti” è riuscita ad ottenere presso la corte costituzionale l’approvazione per un referendum popolare contro questa legge, che mette a repentaglio la salvaguardia delle future generazione e che potrebbe causare effetti nocivi all’ambiente così come alla società, in quanto lo stato albanese non dispone attualmente di impianti di smaltimento efficaci ed innovativi, bensì si rischierebbe di trasformare il paese in una discarica per i rifiuti, anche tossici, degli altri stati europei.
“ Eravamo fiduciosi sull’approvazione della corte, in quanto è all’interesse di tutti i cittadinidello statoalbanese oggi, ma soprattutto nel futuro, compresi coloro che fanno parte della corte costituzionale. Reputiamo questa decisione una prova della civiltà di cui necessita il paese al fine di costruire un futuro migliore per tutti” – si esprime Kozara Kati, membro del gruppo promotore di questa iniziativa.
Si tratta del secondo referendum nella storia dello stato albanese e, nonostante tutti gli ostacoli e le peripezie con cuiquesta iniziativa ha dovuto imbattersi, la battaglia è ancora lunga. Infatti, entro 45 giorni il Presidente della Repubblica dovrebbe stabilire la data in cui si svolgerà il referendum, il quale a sua volta, come previsto dalla legge, non potrà avere luogo prima del 1 aprile del 2014. Inoltre la legge stabilisce che affinché il referendum vada a buon fine, dovrebbe essere firmato da un quorum che comprenda almeno il 30% degli elettori alle liste elettorali ossia 1.1 milioni di cittadini albanesi. Quest’ultimo punto, di fatto, non rispecchia la realtà della società albanese, poiché oltre un terzo dei cittadini aventi diritto al voto vivono all’estero.
Tuttavia, ciò non scoraggia coloro che hanno intrapreso ed hanno lottato per questa iniziativa largamente condivisa, convinti che niente e nessuno riuscirà ad impedire lo svolgimento del referendume che il popolo albanese abbia la possibilità diesprimere la propria volontà, mediante l’unico mezzo di democrazia diretta, riguardo a una tematica più che attuale concernente la tutela del proprio ambiente ed il benessere delle generazioni a venire.
D’altro canto i porta voci del governo attualmente al potere hanno ritenuto necessario precisare e chiarire che la decisione della corte costituzionale non equivale all’abrogazionedella legge sull’importo dei rifiuti, bensì si tratta di una possibilità concessa al popolo di decidere mediante il referendum, il cui l’esito è ancora da vedere.
Per concludere dunque “alea iacta est”, il dardo è tratto edora toccherà al popolo albanese, per partecipazione diretta,esprimere ciò che giudica più opportuno o più conveniente circa la salvaguardia e l’integritàdell’ambiente e la conservazione delle risorse naturali, nonché il bene dei propri figli in un prossimo futuro.