Ho la piena consapevolezza che questo mio articolo risulterà essere una provocazione, che moltissime persone mi additeranno e criticheranno, ma poco importa quando si tratta di esprimere un parere che parte dall’esperienza personale e quindi dall’effettivo vissuto di gente a me vicina.
Che la società albanese viva ancora il fenomeno del machismo non è una cosa nuova. E come tale è un dato innegabile. Moltissime donne sono ancora succubi di questo atteggiamento, una sorta di sudditanza nei confronti di padri e fratelli prima, marito poi.
Nei paesi dove vige ancora l’antica norma consuetudinaria del Kanun che, seppur ufficialmente abolito nel 1930, continua a dettare legge, questo fatto è ancora più palese e risulta essere addirittura “normale”.
La situazione dovrebbe mutare quando le persone emigrano all’estero in paesi dove invece la mentalità maschilista appare un lontano retaggio culturale, ma è del tutto abolita e mal giudicata.
Vi sorprenderà (spero) sapere che invece all’interno di molti nuclei familiari si mantiene ancora.
E fin qui niente di nuovo sotto il sole, direte voi, ma riflettendoci bene chi è il portatore effettivo di questa malata e deleteria mentalità che relega la donna a un ruolo di “schiava” domestica, priva di libertà di scelta e azione?! Le portatrici sono le donne stesse, le madri che mettono al mondo e crescono questi figli maschi come fossero degli dèi, capaci di tutto, intoccabili e arroganti.
Quando sento ancora dire che le future nonne albanesi considerano diversamente l’idea di avere una nipotina da un nipotino mi vengono i brividi.
Una nascita è una benedizione
Punto. Che sia un maschietto o una femminuccia riceverà tutto l’amore del mondo da mamma, papà, nonni e via dicendo. Ho visto donne piangere alla notizia che la nuora stesse aspettando una bambina.
E soprattutto ho visto donne considerare il figlio maschio diversamente dalle figlie.
Per non parlare poi della futura nuora: nessuna donna sarà mai veramente degna di lui, nessuna avrà mai le sue capacità, nessuna sarà abbastanza bella… E soprattutto non lo amerà mai come la sua mamma.
Come credete che cresca un bambino se la madre ha questa visione del mondo maschile e di conseguenza femminile?! Cosa potrà pensare delle donne? Del ruolo della moglie? E soprattutto in che maniera si porrà?
Non credo che ci sia bisogno di rispondere a queste domande.
Questo dimostra che sono le donne a crescere e inculcare una certa mentalità agli uomini, idealizzandoli come figli, ma anche come esseri umani. Discriminare il proprio sesso è un atto meschino e privo di senso. Eppure è proprio ciò che accade, si proietta la propria rabbia su donne che non hanno colpa e si strumentalizza il figlio maschio.
Pensate stia esagerando? La realtà mostra esattamente questo.
Io sono mamma di un bambino e sarò la prima a insegnargli il rispetto per le donne, a trattarle con amore, a non attribuirgli ruoli, a credere fermamente nella parità dei sessi.
Nel mese in cui si tiene la giornata internazionale contro la violenza sulle donne , spero che l’universo femminile albanese e non, sia il primo a muoversi perché i soprusi finiscano o vengano denunciati. Il ruolo delle madri è fondamentale, l’educazione al rispetto è il primo passo verso una società meno maschilista.