A seguito del voto del parlamento tedesco a favore dell’avvio dei negoziati di adesione all’Unione europea con l’Albania, il Presidente Ilir Meta chiede urgentemente una soluzione alla profonda crisi politica. Il capo dell’opposizione Lulzim Basha è pronto a sedersi al tavolo delle discussioni con Rama, ma a determinate condizioni.
Lo scorso giovedì 26 il Bundestag ha votato con 395 voti favorevoli sui 599 a favore dell’avvio dei negoziati di adesione all’Unione europea con l’Albania e la Macedonia del Nord.
Risultato accolto con soddisfazione da Johannes Hahn, Commissario europeo per la politica dei negoziati di espansione, il quale ha evidenziato che il voto favorevole della Germania è un riconoscimento concreto ai progressi fatti, in vista di una complessiva riforma nei Balcani occidentali.
Meta: è ora che la politica rifletta, c’è una crisi da risolvere
Il Presidente Ilir Meta tramite i social media ha invitato le forze politiche a “iniziare urgentemente i lavori per risolvere la grave crisi politica e soddisfare le nove condizioni poste dall’UE. Una seria riflessione per dare all’Albania un’opportunità reale, non immaginaria”.
Meta cita gli sforzi dei legislatori tedeschi nei 4 mesi di proteste antigovernative da parte dell’opposizione extra-parlamentare nella primavera di quest’anno e dopo le elezioni locali del 2019, per portare sul tavolo politico il governo e l’opposizione guidata dal PD, in modo da risolvere la profonda crisi politica e istituzionale.
“Se avessimo ascoltato i loro consigli in tempo, oggi avremmo preso una decisione senza condizioni, proprio come la Macedonia settentrionale”, sottolinea il Presidente Meta.
Falenderim i veçantë Bundestagut, veçanërisht grupit CDU-CSU për angazhimin e tyre serioz në mbështetje të integrimit të…
Geplaatst door Ilir Meta op Donderdag 26 september 2019
Basha: pronto per il dialogo con Rama
Il leader del Partito Democratico (PD) e dell’opposizione extraparlamentare, Lulzim Basha, dopo la decisione del Bundestag ha espresso la volontà di sedersi al tavolo con Rama.
Per circa otto mesi, Basha ha posto come condizione al dialogo l’allontanamento di Rama dalla carica di Primo Ministro e ora ne pone un’altra: la presenza di esponenti internazionali.
“Il PD e io concordiamo su un processo politico proposto da esponenti internazionali per dare il nostro contributo ad uscire dalla crisi. Sedersi ad un tavolo con o senza Edi Rama è di scarsa importanza”, ha dichiarato Basha su un canale televisivo di Tirana. Mostrando, in questo modo, che allo stato attuale c’è una profonda sfiducia reciproca tra i partiti albanesi, a dispetto degli sforzi chiesti dall’UE per trovare una maggiore coesione tra le forze politiche interne.
L’altro partito di opposizione, il Movimento Socialista per l’Integrazione (MSI), alleato del PD, propone, invece, un dialogo senza condizioni per soddisfare tutti gli obblighi e aprire la strada all’integrazione europea dell’Albania.
Ma entrambi i partiti, PD e MSI, con il maggior peso nell’opposizione extraparlamentare, hanno lo stesso atteggiamento quando si considera il “SÌ” condizionato dal Bundestag alla luce del “fallimento del governo e dei passi che l’Albania ha fatto dal 2018.
Un simile atteggiamento è rafforzato dal fatto che la Macedonia settentrionale, a differenza dell’Albania, ha ricevuto un “SÌ” incondizionato dai parlamentari tedeschi, il che le spiana la strada verso la decisione finale del Consiglio Europeo nella prossima riunione di Bruxelles del 18 ottobre.
È probabile, comunque, che anche questa data possa slittare.
La Conferenza Intergovernativa segna l’inizio ufficiale del processo di apertura dei negoziati di adesione. Il soddisfacimento delle condizioni del primo gruppo, imposte dalla Germania dall’Albania, richiedono un tempo maggiore delle tre settimane che mancano alla riunione di Bruxelles. Si tratta, infatti, della valutazione che la Germania deve fare sul funzionamento della Corte Costituzionale, della Corte Suprema e dell’attuazione della riforma elettorale in Albania.
I parlamentari tedeschi chiedono chiaramente e inequivocabilmente che questa riforma sia realizzata “nel pieno rispetto delle raccomandazioni dell’OSCE / ODIHR, per garantire un finanziamento trasparente dei partiti e delle campagne elettorali in Albania, sulla base dei risultati della Commissione ad hoc. per la riforma elettorale”.
Il rinvio della riunione del 18 ottobre del Consiglio Europeo potrebbe anche avere un risvolto positivo, cioè cercare di convincere la Francia e l’Olanda, attualmente contrarie, a rivedere la loro posizione e ad unirsi alla maggioranza degli altri Stati europei che si sono già espressi favorevolmente all’Albania.