Migliaia di studenti albanesi hanno manifestato anche oggi per il quinto giorno consecutivo per chiedere una riduzione delle tasse universitarie. Le marce più imponenti si sono registrate a Tirana, ma sono coinvolte anche le altre grandi città del paese, come Korça, Shkodra, Durres ed Elbasan.
Rama: pronto ad incontrare gli studenti
Nella giornata di ieri, il primo ministro Edi Rama – attraverso un post su Facebook – ha reso noto di essere pronto ad incontrare gli studenti per parlare delle loro richieste.
“Aspetto gli studenti per incontrarli faccia a faccia, ma senza professori e altri dirigenti. Mando un saluto a tutti gli studenti che oggi stanno protestando per le strade.
Spero che abbiano il desiderio non solo di protestare ma anche di dialogare. Si manifesta nelle strade per richiamare l’attenzione sulla protesta, ma quest’ultima si risolve attraverso il dialogo.
Ho desiderio di ascoltare loro, senza opinione pubblica, dirigenti, amministratori o professori. Quindi esclusivamente gli studenti, scelti dagli stessi manifestanti senza alcun filtro politico o amministrativo.” – si legge nel post del premier.
La protesta
Come detto, per la quinta mattina consecutiva gli studenti si sono riuniti per protestare davanti al ministero dell’istruzione. Le tre loro principali richieste sono le seguenti:
- Il dimezzamento delle tasse annuali universitarie
- Il miglioramento delle condizioni degli studentati
- Una rappresentanza degli studenti nei consigli universitari
I manifestanti hanno reso noto che la protesta si fermerà temporaneamente nelle giornate di domani e dopodomani (giornata di festa nazionale), per riprendere martedì. In molti hanno affermato che, nel caso non dovessero essere soddisfatte le loro richieste, si passerà ad uno sciopero della fame.
Gli studenti, inoltre, hanno richiesto – anche se non ufficialmente – una riforma del sistema d’istruzione, simile a quello che sta caratterizzando da qualche anno il sistema giudiziario. In mattinata, proprio per questo, i manifestanti hanno letto ad alta voce i nomi di quei professori che secondo loro chiedono soldi per poter partecipare o superare il proprio esame.