Solo negli ultimi dieci giorni in Albania sono arrivati circa 200 clandestini, i quali partiti dal Medio Oriente sono entrati illegalmente nel paese.
La maggior parte di loro sono stati accolti nel centro nazionale di accoglienza per richiedenti asilo situato a Babrru, nel distretto di Tirana. L’emittente Top Channel ha intervistato alcuni di questi cittadini che hanno raccontato come sono entrati in Albania e qual è la loro destinazione finale:
“Io arrivo dall’Algeria.” – dice il primo emigrante. “Dopo esser arrivato in Albania circa 10-12 giorni fa, ho tentato di andare in Montenegro attraverso la montagna. A Tuzi, però, sono stato beccato dalla polizia, la quale mi ha rimandato indietro; il mio percorso prevedeva di attraversare il Montenegro per arrivare in Bosnia, per poi da lì andare in Slovenia e alla fine in Italia, dove vive la mia famiglia.” – conclude l’emigrante.
“Io arrivo dall’Afghanistan. Sono giunto qui attraverso Argirocastro, ma ormai sono mesi che sono rimasto ‘bloccato’ qui. Voglio andare in Austria e devo trovare un modo per arrivarci, perché la mia famiglia è tutta lì” – dice un secondo emigrante.
“Io, invece, sono del Pakistan. Non sono qui da molti giorni e non so come mi muoverò.” – dichiara un terzo emigrante.
L’Albania è tornata ad essere un corridoio molto importante per coloro che dal Medio Oriente vogliono raggiungere l’Europa occidentale; per questo motivo, infatti, da alcuni giorni sono arrivati nel nostro paese circa 45 agenti di Frontex – l’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera – i quali si sono distrubuiti in diversi punti lungo i tratti di confine.
In Montenegro è nata l’idea della costruzione di un filo spinato lungo il confine per ostacolare i richiedenti asilo, i quali arrivano inizialmente in Grecia per poi raggiungere – attraverso gli aiuti dei trafficanti – Scutari e successivamente il Montenegro. L’altro percorso prevede, invece, di raggiungere la Serbia attraverso il Kosovo. L’obiettivo è sempre comune: raggiungere uno dei paesi UE dell’Europa occidentale.