I prolungati conflitti tra il Parlamento e il Presidente della Repubblica hanno costretto quest’ultimo a rivolgersi alla Corte costituzionale invitandola a pronunciarsi chiaramente sulla netta separazione dei poteri delle due istituzioni.La base del conflitto è la nomina dei membri della stessa Corte Costituzionale, un processo questo che è stato tenuto sospeso per molti mesi dopo che la maggioranza si rifiuta di approvare le nomine del presidente Topi. La questione sarà riesaminata il 16 di febbraio dalla Corte Costituzionale.
Nel ottobre 2011, la maggioranza con 72 voti ha approvato la decisone con la quale ha rimandato indietro i decreti legge del Presidente della Repubblica d’ Albania Bamir Topi, per la sostituzione dei tre membri della Corte Costituzionale. Questa iniziativa in modo indiretto ha prolungato per altri tre anni il mandato di 1/3 dei membri i quali dovevano essere sostituiti. L’azione della maggioranza ha accresciuto il conflitto istituzionale tra il Presidente e il Parlamento.
Pochi giorni dopo, il presidente attraverso una richiesta presentata alla Corte costituzionale ha chiesto la risoluzione delle controversie con il Parlamento e “l’abolizione della delibera numero 106 del 23/06/2011 del Parlamento;” La risoluzione dei conflitti di competenza tra l’istituzione del Presidente della Repubblica e il Parlamento “. Secondo il capo dello Stato, il Parlamento non ha adottato alcuna misura per risolvere la questione della nomina dei tre nuovi membri. L’accusa portata avanti da Bamir Topi, si basa in una sentenza emessa dalla Corte Costituzionale per l’interpretazione dell’articolo 125, comma 3 della Costituzione. Anche se il mandato dei tre membri è scaduto nel maggio del 2010, Admir Thanza, Petrit Plloci e Xhezair Zaganjori, continuano a rimanere in carica. La mancanza sostituzione è stato risultato della controversia tra la Presidenza e il Parlamento.
Per evitare che la Corte Costituzionale sia di parte, il legislatore ha previsto nella Costituzione che la composizione della Corte costituzionale deve essere modificata ogni tre anni per un terzo dei suoi membri secondo la procedura stabilita dalla legge. Per l’applicazione dell’articolo per quanto riguarda la sostituzione dei membri, è il Parlamento l’istituzione che ha impedito l’attuazione della Costituzione. Secondo gli avvocati della Presidenza, oltre a bloccare il processo, la maggioranza ha ignorato ancora una volta la sentenza della Corte costituzionale, la quale ritiene che “la disposizione dell’articolo 125/3 della Costituzione è un principio organizzativo, basato sulle caratteristiche specifiche del processo costituzionale e che volta a preservare la Corte Costituzionale composta da una maggioranza dei due terzi dei componenti in carica, consentendo la creazione di una speciale esperienza giudiziaria nel campo della giustizia costituzionale “.”L’esperienza acquisita dalla Corte, in quanto ha un impatto diretto sulla qualità delle sue decisioni,viene considerata un valore tutelato dalla Costituzione. L’identificazione e l’attuazione di un meccanismo appropriato,per rispettare l’articolo 125/3 della Costituzione, è un compito che spetta al legislatore costituzionale “- osserva l’organo costituzionale. Anche dopo questa sentenza la maggioranza non cambia posizione, aumentando in questo modo ancor di più il conflitto con il capo dello Stato.
Il ritorno dei tre decreti del Capo dello Stato
Nel mese di ottobre dello scorso anno il Parlamento rimandò indietro i tre nomi decretati per la Corte Costituzionale dal capo dello stato, prolungando il mandato dei membri (con mandato scaduto) per altri tre anni. La revoca dei candidati proposti dal Presidente della Repubblica è stato fatto dal Parlamento senza che fossero presi nemmeno in considerazione. I nomi sono stati inviati in Parlamento agli inizi del settembre 2010, per essere soggetti alla revisione presso la Commissione Permanente e in successiva per essere votato in parlamento, ma i democratici impedirono l’avanzamento del processo. La maggioranza ha messo in moto la Corte Costituzionale per l’interpretazione degli articoli che trattano la sostituzione dei membri della Corte Costituzionale e della Cassazione. L’analizzo di tale richiesta, ha sospeso le procedure per la sostituzione dei membri della Corte Costituzionale dal Parlamento. Al termine di questo processo, il tribunale ha espresso il parere che spetta al Parlamento albanese trovare il meccanismo adatto e metterlo in attuazione per rispettare l’articolo 125, comma 3.
Anche se questa sentenza è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale,l’articolo non trova attuazione nel Parlamento lasciando così in stagnazione la sostituzione dei membri. L’impedimento che rimanda le sostituzioni
La maggioranza che decide l’agenda dei lavori parlamentari, ha ostacolato il processo di sostituzione dei membri della Corte Costituzionale. Anche se quest’ultima si è espressa in una sentenza per l’attuazione della legge ,il Parlamento continua a impedire il processo rimandando in questo modo la sostituzione dei giudici della Corte Costituzionale. Il Parlamento, la selezione “selettiva”
Nel settembre del 2010, il Presidente della Repubblica, Bamir Topi, ha proposto quattro nomi per la sostituzione dei membri della Corte Costituzionale: Artan Hoxha, Fatmir Hoxha, Ardian Leka e Elvira Jorgaqi. Anche se il Pd ha deciso ha deciso di respingere i decreti presidenziali, la maggioranza ha fatto eccezione solo per un nome,quello di Fatmir Hoxha. Quest’ultimo è stato selezionato dalla maggioranza in maniera selettiva.
Cosa si prevede nella Costituzione per la sostituzione dei membri.Parte ottava / Corte CostituzionaleArticolo 1251. La Corte costituzionale è composta da nove membri, nominati dal Presidente della Repubblica con l’approvazione del Parlamento.2. I giudici durano in carica 9 anni e non sono rieleggibili, vengono scelti tra gli avvocati con grandi qualifiche e con un esperienza di lavoro non meno di 15 anni nella professione.3. La composizione della Corte costituzionale si rinnova ogni tre anni per 1/3 dei suoi membri secondo la procedura stabilita dalla legge.4.
Il Presidente della Corte Costituzionale viene nominato tra i suoi membri dal Presidente della Repubblica con l’approvazione del Parlamento per un periodo di 3 anni.5.
Il membro della Corte Costituzionale rimane in carica fino alla nomina del suo successore. L’interpretazione dell’articolo 125/3 secondo la Corte Costituzionale1. L’articolo 125/3 della Costituzione costituisce un principio organizzativo, basato nelle caratteristiche specifiche del processo costituzionale e volta a preservare la composizione della Corte costituzionale costituita da una maggioranza dei 2/3 dei componenti in carica, consentendo la creazione di una specifica esperienza giuridica nel campo della giustizia costituzionale. Questa esperienza acquisita dalla Corte, in quanto ha un impatto diretto sulle sue decisioni,viene considerata un valore tutelato dalla Costituzione.2. L’individuazione e l’attuazione di un meccanismo appropriato, per rispettare l’articolo 125/3 della Costituzione,è di competenza del legislatore costituzionale.
Coloro che lasciano e coloro che vengono propostiIl mandato è scaduto a:1. Admir Thanza2. Petrit Plloci3. Xhezair Zaganjori Vengono proposti dal Presidente:1. Ardian Leka2. Artan Hoxha3. Edlira Jorgaqi
Articolo di Luis Tanushi. Pubblicato sul quotidiano Shekulli del 4 febbraio 2012. Titolo originale “Topi kundër Topallit në Kushtetuese, seanca më 16 shkurt” .Tradotto per AlbaniaNews da Irena Popi.